domenica 30 novembre 2008

DECLINO ?

Carlo Azelio Ciampi, quando era Presidente della Repubblica, parlava frequentemente della necessità di arrestare il declino che sembra caratterizzare l’intero nostro Paese, la nostra cultura, la nostra economia.

In realtà il degradare della nostra “civiltà” appare piuttosto generalizzato. Certamente gioca un ruolo rilevante la difficile situazione economica, strutturalmente in crisi, ben oltre la tempesta di questi mesi. Ma ancor più il declino sembra determinato dall’aridità culturale, sociale, di valori che diviene vieppiù caratteristica peculiare di questi nostri anni.

Sono molti gli argomenti tesi a spiegare le ragioni e le cause di tale declino: lo stato del sistema formativo, la crisi dei valori, le stesse trasmissioni televisive. A me piace mettere in luce la scarsa rappresentatività proposta a vari livelli, ben più mediocre ed insensibile rispetto alla vera società italiana. Porto due piccoli esempi che, peraltro, mi toccano molto da vicino.

Innanzitutto la diversa rappresentazione che si percepisce dal confronto dei siti dei nostri giornali o televisioni, in rapporto ai siti di giornali o di televisioni di altri paesi anche a noi simili e vicini. Le nostre prime notizie sono troppo spesso “locali”, di cronaca o di politica interna. I siti stranieri, invece, aprono di norma con argomenti di respiro “globale”. Inoltre, mi riesce di difficile comprensione la ragione per la quale i siti italiani non sono aggiornati durante la notte italiana (che dura 8 lunghe ore). E’ la prestesa che il mondo debba fermarsi con l’Italia, mentre in realtà quando a Roma si va a dormire a Los Angeles termina l’intervallo di pranzo e a Tokyo apre la borsa (dell’indomani).

Sono questi effetti di “provincialismo” al cloroformio che caratterizzano e determinano il ”declino”. E mi rifiuto di credere che i media (o la politica) siano lo specchio fedele della nostra società o, peggio, che abbiamo ciò (media, classe politica ed altro) che ci meritiamo. Penso più al contrario: sono costoro che non sono in grado di comprendere ed intercettare la società italiana, peraltro con la pretesa arrogante di ben rappresentare (e guidare) una realtà che loro sfugge sempre più.

Sono tante, invece, le intelligenze vivaci ed attente al meglio del nostro tempo che, in linea generale, dimostrano che l’Italia è migliore dei quadretti che ci vengono dipinti e proposti e che, in particolare, con coraggio ed impegno ottengono risultati lusinghieri e soddisfazioni importanti.

Sono sempre più numerosi e qualificati i giovani (non solo in termini anagrafici) che vivono pienamente le opportunità del nostro tempo e, per esempio, navigano regolarmente sui siti internazionali, anzichè inaridirsi sui dettagli morbosi dell’ultimo delitto, o addirittura scelgono di lavorare, operare, ricercare, studiare in ambienti e paesi differenti.

Sono convinto che essi rappresentano i semi di una nuova contaminazione che ci vedrà protagonisti importanti di un rinnovato umanesimo. Non si tratta, quindi, di declino, quanto piuttosto di rappresentazione distorta. Ci sono elementi per guardare al futuro in maniera meno negativa di quanto venga rappresentato.

1 commento:

Tiziana ha detto...

Grazie delle belle parole, e anche per gli spunti per non perdere mai la dimensione internazionale, che è l'unica che può salvarci, forse tra centinaia di anni.

E poi finalmente ti ho ritrovato. Tiziana