domenica 10 aprile 2011

Non Solo Un Giorno

Sebbene l’eco delle celebrazioni della Festa della Donna sia già sopita, due importanti anniversari

consentono di ricordare ancora tale ricorrenza. Quest’anno, infatti, si ricorda il centenario della tragedia che ha poi ispirato la Giornata Internazionale della Donna; inoltre, sono passati esattamente cento anni anche dall’attribuzione ad una Grande Donna di Scienza del suo secondo Premio Nobel.
Mancavano soli pochi minuti alla fine del turno di quel sabato 25 marzo 1911 quando, in pochi istanti, il fuoco attaccò le balle di tessuto accatastate, dilagando su tre piani della Triangle Waist Company in Washington Place, a New York. Una morte orrenda colse 146 donne e bambine (le vittime italiane furono 39, oltre a dieci “disperse”). Lavoravano sessanta ore alla settimana, assunte attraverso una rete di subappalto interno: ciascun caporale gestiva e pagava sette operaie. Oggi parleremmo di lavoro interinale.

Non è chiara la ragione per la quale la Festa della Donna sia stata poi portata al giorno 8 del mese, ma è certo quanto tale drammatico episodio sia adatto a segnare un punto di svolta nella storia della donna.

In quello stesso 1911, il premio Nobel per la Chimica fu attribuito a Marie Sklodowska Curie, polacca per nascita, francese per matrimonio. Solo cinque anni prima, assieme al marito Pierre, le era stato assegnato il premio Nobel per la Fisica, ma nel frattempo il marito era morto a Parigi per incidente stradale, investito da una carrozza trainata da cavalli imbizzarriti.

Marie era nata a Varsavia nel 1867 e dedicò la sua intera vita alla scienza. L’umanità le deve la teoria della radioattività (termine da lei stessa coniato), le moderne tecniche di isolamento degli isotopi, la scoperta di due nuovi elementi: il polonio ed il radio, ambedue da lei denominati in omaggio alla terra che le aveva dato i natali.

Cento anni, insomma, per due celebrazioni solo apparentemente distanti.




Nelle Immagini: l'incendio alla Triangle Waist Company e Marie e Pierre Curie
















domenica 3 aprile 2011

Una Nobile Eredità del Risorgimento

Le celebrazioni dei 150 anni della riunificazione dell’Italia consentono di ricordare una grande Organizzazione Internazionale che fu creata proprio a seguito della più cruenta battaglia del Risorgimento.
Jean Henri Dunant, un facoltoso uomo d’affari svizzero, intendeva incontrare Napoleone III – in Italia alla guida della campagna franco-piemontese contro l’Austria – per rappresentargli direttamente talune lamentele sulla burocrazia coloniale francese che ritardava un suo progetto di sviluppo nel Nord Africa francese.
Per tale ragione Dunant ebbe la ventura di recarsi a Solferino subito dopo la battaglia del 24 giugno 1859: lo scontro fra i 230 mila combattenti era stato feroce e le perdite complessive – circa quarantamila vittime, tra morti e feriti – furono superiori perfino alla battaglia di Waterloo, l’epilogo di Napoleone Bonaparte.
Nel suo “Un Souvenir de Solferino” Dunant rievocherà quelle emozioni. “Nella chiesa di Castiglione delle Stiviere sono stati depositati, a fianco a fianco, uomini di ogni nazione: francesi, austriaci, tedeschi, slavi. Regna l'odore del sangue e della cancrena. Giuramenti, bestemmie che nessuna espressione può rendere, risuonano sotto le volte del santuario. Mi diceva qualcuno di questi infelici: "Ci abbandonano, ci lasciano morire miseramente, eppure noi ci siamo battuti bene”.
Henri Dunant, messe da parte le sue preoccupazioni imprenditoriali, prese allora l'iniziativa di organizzare la popolazione civile, soprattutto le donne e le ragazze, per fornire assistenza ai soldati feriti e malati, senza riguardo alla loro parte nel conflitto, seguendo il motto "Tutti Fratelli". Per aiutare i feriti, egli arrivò a sollecitare al segretario personale di Napoleone III il rilascio dei medici austriaci fatti prigionieri. (In effetti, dieci giorni dopo la battaglia ciò avvenne, sebbene non solamente per la richiesta di Dunant). 

In omaggio al suo paese – la Svizzera, “neutrale” da sempre - Dunant pensò che la giusta bandiera del nascente nuovo Organismo potesse esser quella svizzera, ma a colori invertiti, quindi una croce rossa in campo bianco. Nasceva così la Croce Rossa: una Organizzazione “imparziale, neutrale e indipendente con la finalità esclusiva di proteggere la vita e la dignità delle vittime di conflitti armati o di altre situazioni di violenza, fornendo loro assistenza”.

Per tale creazione Henri Dunant fu anche insignito del Premio Nobel per la pace, alla prima edizione nel 1901.
Col tempo, in omaggio alla cosiddetta e dominante “correttezza politica”, la Croce Rossa ha adattato il proprio simbolo: è stata così aggiunta la “Luna Crescente Rossa”. Non è mai stato realizzato, invece, neppure un gemellaggio con la “Svastica Rossa” buddista. Comunque, sono rimasti immutati lo spirito e l’azione della Croce Rossa a favore dei deboli e dei soccombenti.