sabato 22 novembre 2008

L'AUSPICIO

Tra i molteplici aspetti che caratterizzano l’elezione di Barak Obama, mi piace rilevare quel suo esser il primo presidente degli Stati Uniti “non europeo”. Non mi aspetto soluzioni miracolistiche, da parte del nuovo presidente, ai problemi che caratterizzano questi anni che ci è dato in sorte di vivere, preferisco piuttosto stilare un parallelo tra Obama e un altro “presidente”, (“princeps”, in verità) dalla stessa peculiare innovazione: Marco Ulpio Traiano, imperatore romano dal 98 al 117, primo dei “Princeps” nato fuori d’Italia.

Traiano nasce nel 53, nei pressi della odierna Siviglia. Italica, la città della Spagna Betica che gli diede i natali, venne poi distrutta dagli arabi nel 711. L’Impero cercava il migliore (“optimus”) per reggere lo Stato: lo trovò, per l’appunto in Traiano. Egli, rispettoso della dignità del Senato e sostenuto dal consenso dell’esercito e dalla devozione popolare, si preoccupò di assicurare una amministrazione onesta ed efficace e provvide al benessere ed al buon governo delle province.

Nell'ambito della giustizia sveltì le procedure dei processi, riducendo al massimo la detenzione preventiva, proibì le denunce anonime, introdusse numerose norme ispirate a criteri di umanità ed equità. All'ambizione di rinnovare la tradizione di conquista, si accompagnò l'impegno di procurare sicurezza all'impero.

Primo degli imperatori cosidetti adottivi, Traiano segnò con il suo principato uno dei periodi più floridi dell'impero e quello della sua massima estensione territoriale.
Nei secoli successivi l'acclazione che accompagnava l’imperatore eletto era che egli fosse “felicior Augusto, melior Traiano”, piu fortunato di Augusto, migliore di Traiano.

Non sembra, quindi, senza ragioni l’auspicio di vedere in Obama un novello Traiano.

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