tag:blogger.com,1999:blog-88113471311705871132024-02-19T23:02:14.263+08:00Massimiliano P. SponzilliMassimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.comBlogger156125tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-2177400451787868692013-04-24T07:07:00.000+08:002013-04-24T07:07:01.974+08:00Questione di Abito<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Sembra che ci siamo quasi. Ancora qualche giorno e il Governo che aspettiamo da due mesi - dalle elezioni di fine febbraio e dopo il passaggio, per molti versi drammatico, dell’elezione del “nuovo” Presidente della Repubblica – dovrebbe finalmente veder la luce a breve.</div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
Non sappiamo ancora quanto nuovo esso sarà e neppure se per la sua composizione si farà ricorso, e in quale misura, al cosiddetto ”usato sicuro”, oppure si perverrà a un equilibrio tra le diverse componenti di esperienza e innovazione, di politici e di tecnici. Ma lo sapremo presto.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBU6MTatCp721Te4F8fJ6I7nNbE2-ueiUwKhLx1Tc2IN1QQ6pKVizeEmZZhextecgmBCOovdRx7VNmNaPyBIHd49_65dD2ojlawnjAqH16FistZAtC8qQJhI2re_2hUCYddYqShUAljhEk/s1600/Chuerchill+&+Roosevelt.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" dua="true" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhBU6MTatCp721Te4F8fJ6I7nNbE2-ueiUwKhLx1Tc2IN1QQ6pKVizeEmZZhextecgmBCOovdRx7VNmNaPyBIHd49_65dD2ojlawnjAqH16FistZAtC8qQJhI2re_2hUCYddYqShUAljhEk/s320/Chuerchill+&+Roosevelt.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Winston Churchil con Franklin D. Roosevelt</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Il punto, tuttavia, non è rappresentato dall’abito che il nuovo governo vestirà, quanto piuttosto dalle decisioni che sarà in grado di assumere e dalle scelte e dagli indirizzi che sarà in grado di adottare e perseguire. </div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Per meglio chiarire tale concetto, ricordiamo una vecchia, ma sempre attuale, storiella, peraltro fondata su verità certe, tanto amata dagli anglosassoni e non solo.</div>
<div style="text-align: justify;">
In tempo di elezioni si presentano tre candidati dei quali si conoscono alcune caratteristiche salienti. In particolare, del candidato A si sa che ha un sodalizio felice con politici disonesti, che si consulta regolarmente con un astrologo, che ha avuto almeno due amanti, che è un fumatore accanito e che beve otto o anche dieci cocktail Martini al giorno.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRniTXhx_ioY4e4VyAxZxGVVqf-mXkX5AbFqZUGluMjUBggksw_LNDOzFY_XPA2Y0Jfl54xp1ywWIkBZVJ94oOyiyHLBh5lEzmGabj6gwC9ZJSxHO-kUySVmRongRme_lUbQ7EEjxKkJgk/s1600/Adolf+Hitler.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" dua="true" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhRniTXhx_ioY4e4VyAxZxGVVqf-mXkX5AbFqZUGluMjUBggksw_LNDOzFY_XPA2Y0Jfl54xp1ywWIkBZVJ94oOyiyHLBh5lEzmGabj6gwC9ZJSxHO-kUySVmRongRme_lUbQ7EEjxKkJgk/s200/Adolf+Hitler.jpg" width="150" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Adolph Hitler</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Del Candidato B si sa che in gioventù ha consumato molto oppio, che è stato sollevato ben due volte da incarichi di responsabilità (politica), che usa dormire fino a mezzogiorno e che ogni sera beve fino ad un litro di whisky.</div>
Infine, del Candidato C si sa che è un rigido vegetariano, non fuma, raramente beve una birra e non ha mai tradito la moglie.
<br />
Sarà impossibile che tali candidati faranno parte del nascendo governo italiano, tuttavia, per pura informazione, si sappia che il candidato A è Franklin D. Roosevelt, il candidato B è Winston Churchill, il candidato C è Adolph Hitler.<br />
Insomma, una volta di più, non è questione di abito...<br />
<br />
</div>
Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-89192318271210273012013-04-13T23:45:00.001+08:002013-04-13T23:59:00.811+08:00Cent'anni, ma sembra oggi<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: justify;">
Ricorre proprio in questi mesi il centesimo anniversario – un secolo – dell’alleanza tra i liberali di Giovanni Giolitti e i cattolici dell’Unione Elettorale Cattolica di Vincenzo Gentiloni. </div>
<div style="text-align: justify;">
Agli inizi del ‘900, nonostante fossero passati diversi decenni dalla “presa di Roma”, vigeva ancora il “non expedit” (non è conveniente, non è opportuno) di Pio IX che impediva ai cattolici di partecipare attivamente alla vita politica italiana. Anche quegli anni, tuttavia, erano intensi e complessi tanto che i cattolici vicini a Gentiloni vedevano di buon occhio un’alleanza con i liberali di Giolitti, al fine di contrastare l’avanzata socialista, marxista e anarchica. Lo stesso Pio X sembrava favorevole a tale orientamento che, peraltro, ben si inseriva nel solco da lui stesso tracciato solo pochi anni prima e culminato nella scomunica del “modernismo” attraverso l’enciclica <em>Pascendi dominici gregis</em>. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYaS8kSxSufYrTXtx5bItjLfx_VUJKVTm_1G3RFsVacImh9g0cRu-BhtOeIN57TxKlOheKVvn4c_uwZiHsLa8lgT7Gxspz4_TaJo-lzdr62DQdsCs03aVUz7svSzfYxSKQba6hwP3WG6uF/s1600/Giovanni+Giolitti.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" bua="true" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYaS8kSxSufYrTXtx5bItjLfx_VUJKVTm_1G3RFsVacImh9g0cRu-BhtOeIN57TxKlOheKVvn4c_uwZiHsLa8lgT7Gxspz4_TaJo-lzdr62DQdsCs03aVUz7svSzfYxSKQba6hwP3WG6uF/s320/Giovanni+Giolitti.jpg" width="234" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Giovanni Giolitti <br />
ha dominato la scena politica italiana per quasi trent'anni </td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Da parte sua, Giolitti doveva ricambiare ai socialisti l’appoggio ricevuto in occasione della guerra contro la Turchia per la conquista della Libia e, infatti, fece approvare la concessione del suffragio universale maschile, introdotto con una apposita riforma del sistema elettorale: sembrava che ci fossero tutte le premesse perché nelle imminenti elezioni i socialisti di Leonida Bissolati potessero vincere e conquistare il governo del paese.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
In tale contesto maturò l’alleanza tra Giolitti e Gentiloni – tra liberali e cattolici – per conservare il governo del paese e bloccare sul nascere ogni ambizione governativa dei socialisti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Il partito liberale mise a disposizione dei cattolici un numero significativo di collegi “sicuri”. Nel contempo, a Vincenzo Gentiloni fu consentito di verificare che i candidati liberali promettessero di fare propri i valori "irrinunciabili" e, parallelamente, di negare il proprio sostegno a leggi ritenute antitetiche. L’alleanza, peraltro, era facilitata dal sistema elettorale che, basato sull’uninominale maggioritario, affievoliva il vincolo di appartenenza a un partito, consentendo ai candidati di sottoscrivere l’«Eptalogo» - i sette punti irrinunciabili - che permetteva anche ai candidati liberali di assicurarsi il voto cattolico.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEZ2enIbkddoc_ETF_KOOvMkjsja-HIflzUFJzolmUVb8Mgqtnh5ShCx9HinjXjZ5jFQRUxHJmwWlwQS6bayACGV0c3r3xAixFjNsg2UYbMenYeE2HIGDp9I9evnxSDQY0WpEhFDkhAe_u/s1600/Pio+X.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" bua="true" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhEZ2enIbkddoc_ETF_KOOvMkjsja-HIflzUFJzolmUVb8Mgqtnh5ShCx9HinjXjZ5jFQRUxHJmwWlwQS6bayACGV0c3r3xAixFjNsg2UYbMenYeE2HIGDp9I9evnxSDQY0WpEhFDkhAe_u/s320/Pio+X.jpg" width="258" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Papa Pio X<br />
favori' l'ingresso dei cattolici nella politica italiana</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Ma quali erano tali sette punti da sottoscrivere? La difesa delle garanzie in tema di libertà di coscienza e di associazione; la salvaguardia dell’istruzione privata (cattolica), anche in presenza del pur necessario incremento dell’istruzione pubblica; garanzia dell’insegnamento religioso anche nelle scuole pubbliche; assoluta opposizione al divorzio; uguaglianza delle organizzazioni economiche e sociali, indipendentemente dai principi sociali o religiosi che le ispiravano; graduale riforma degli ordinamenti tributari e di giustizia nei rapporti sociali; politiche di sostegno alle forze economiche atte a incrementare l’influenza italiana sulla scena internazionale.</div>
<br />
<div style="text-align: justify;">
Il “Patto”, va sottolineato, fu concluso in maniera informale, tanto che, di fronte ad accuse di aver "ceduto" ai cattolici, Giolitti arrivò a negare l’esistenza del patto stesso che, comunque, risultò non accetto tanto alle correnti più liberali dei giolittiani quanto a taluni cattolici, come ad esempio don Sturzo, che ritenevano i tempi ormai maturi per una partecipazione piena dei cattolici alla vita politica attraverso un proprio partito cattolico.</div>
<div style="text-align: justify;">
I risultati delle elezioni del 1913 diedero ragione al Patto: i liberali raccolsero il 51 % dei suffragi, vedendo eletti 260 parlamentari, di cui ben 228 avevano sottoscritto l’Eptalogo”. I socialisti videro aumentare la propria rappresentanza parlamentare ottenendo 58 seggi meno, quindi, dei 78 radicali ma più dei 34 cattolici, dei 21 riformisti e dei 5 nazionalisti. </div>
<div style="text-align: justify;">
Era nata la “convergenza” tra il movimento risorgimentale e la corrente cattolica: fatti di cento anni fa, ma sembra di leggere i giornali di oggi.</div>
<br /></div>
Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-35378811110937573562013-02-24T09:06:00.000+08:002013-02-24T09:17:13.067+08:00Viaggio Elettorale<span style="font-size: 14.0pt; mso-bidi-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Lo si può dire in serenità: non e' stata una bella campagna elettorale, nonostante l'importante dispiegamento di guru della comunicazione (perfino da Oltreoceano), di scienziati delle rilevazioni demoscopiche, di maghi dei nuovi media sociali. Ma in quanto a uomini, idee e programmi per far fronte alle preoccupazioni di oggi e delineare le soluzioni per il domani, francamente...</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Questa campagna elettorale invernale per certi versi ricorda quel difficile ballottaggio del gennaio 1875 che vide protagonista, nel collegio di Lacedonia, Francesco De Sanctis, l’autore della pregevole prima “Storia della Letteratura Italiana”. <o:p></o:p></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSaFC41575NbDLJdG9MdEBt_B4r_bBbS57nbvFyj3_ReItkhRjz5orzADFwsIU-yfahbFLfihfTBgwsZ53ARCUuVtOeHhW30qf1VbQYwmHQ0M-xcOu6BEDlvToWDi5Bj5G7eivmU0LlHqu/s1600/Francesco+De+Sanctis.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhSaFC41575NbDLJdG9MdEBt_B4r_bBbS57nbvFyj3_ReItkhRjz5orzADFwsIU-yfahbFLfihfTBgwsZ53ARCUuVtOeHhW30qf1VbQYwmHQ0M-xcOu6BEDlvToWDi5Bj5G7eivmU0LlHqu/s320/Francesco+De+Sanctis.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Francesco De Sanctis, autore di "Un Viaggio Elettorale"</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Già Ministro (Pubblica Istruzione con Cavour e Ricasoli), proprio a seguito del suo impegnativo “viaggio elettorale” del 1875, Francesco De Sanctis ci ha lasciato una sensibilissima testimonianza sull’esperienza e sugli affanni del candidato, sugli intrighi e i dubbi della campagna elettorale: un quadro privilegiato della coscienza umana e politica. <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: "Calibri","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Il candidato De Sanctis si inerpica lungo sentieri di fango, alla ricerca di paesi nascosti dalla nebbia e sommersi dalla pioggia, ove si scontra con una realtà sociale ancorata a convinzioni passate e restia a qualunque innovazione, dove politici di dubbia serietà si spartiscono la “cosa pubblica”. Nei diversi comuni del collegio (Rocchetta ”la poetica”, Bisaccia “la gentile”, Calitri “la nebbiosa”, Andretta “la cavillosa”) egli spiega quanto sia necessario superare le esasperazioni localistiche, causa di ‘guerricciole’ e gelosie che facilmente degenerano nel pettegolezzo. Intuisce perfino l’esigenza di superare i partiti personali - vere e proprie malattie sociali - e spinge le comunità e la <i>gente onesta</i> ad abbandonare il fatalismo e procedere verso una più elevata educazione politica. Siamo nel 1875! <o:p></o:p></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;">Straordinaria la descrizione dei personaggi. Fabio Rollo è un telegrafista di Bisaccia, reduce della battaglia di Custoza del giugno 1866. “Mi parve uno degli uomini più serii che avessi conosciuto. – dice De Sanctis - Notai una tranquilla moderazione di giudizi e di parole, che è il segno dell’umiltà. Avevo innanzi, un carattere...”. E ancora: «Fabio era lì in piedi dietro una siepe di uditori, non esitò, non ebbe il menomo imbarazzo. Venne dritto a me e mi strinse la mano, e sentii che acquistavo un amico, di quelli che non si dimenticano mai».<o:p></o:p></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5BEJsiRxEPOq01BuujfrO1dKETI0TAg-23_gopB1VCUKPfK0ndGlNTp2MeE_NNmlYZooQ4x49R-SmAvNiVqaOlN8ei2fqhmKouwcc8htxyfqIm-SRfzJvAoh7z_tbOSptpTkvViOVZZzD/s1600/Un+Viaggio+Elettorale.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg5BEJsiRxEPOq01BuujfrO1dKETI0TAg-23_gopB1VCUKPfK0ndGlNTp2MeE_NNmlYZooQ4x49R-SmAvNiVqaOlN8ei2fqhmKouwcc8htxyfqIm-SRfzJvAoh7z_tbOSptpTkvViOVZZzD/s400/Un+Viaggio+Elettorale.jpg" width="242" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Copertina del "Viaggio Elettorale" di De Sanctis</td></tr>
</tbody></table>
<div style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;"> </span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;">A Calitri, invece, De Sanctis incontra il Tozzoli, giovine di sinistra, “cioè quella sinistra del ‘65, composta il più di ricchi proprietari, e di notabili locali, che gittarono già la così detta consorteria e vennero al parlamento a protestare contro la cattiva amministrazione”. Ma evidentemente De Sanctis a tali personaggio preferisce l’atteggiamento di serietà di alcuni popolani che “stavano lì ritti sulla piazza con una gravità di senatori romani”.</span></div>
<div style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"> </span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt; text-align: justify;">Il viaggio poi continua ad Andretta “la cavillosa”, cosi’ qualificata da alcuni, scrive De Sanctis, “a cagione delle proteste fatte nel ballottaggio, che rivelavano a gran distanza un sottile spirito avvocatesco”. </span><span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt; text-align: justify;"> </span></div>
<div style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;">Altri personaggi affollano il quadro senza tempo che è il “viaggio elettorale”. Il “signor cognato giunto da Avellino, alla vigilia del voto, quel bonomo che ha votato e voterà per l’avversario malgrado nel salotto di casa Mauro avesse lasciato pensare nel contrario”. Oppure, per mediocrità morale, il vescovo Fanelli, così come il prete Pasquale Berrilli, ‘uno dei più caldi avversarii’ che non volle andare ad incontrare De Sanctis in quanto sostenitore del candidato Soldi. E, ancora, lo scaltro avvocato Camillo Miele di Andretta, rappresentante mirabile del sofista che tuttora popola la provincia italiana.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;">Francesco, nella sua analisi sociale, non nasconde neppure i suoi ricordi personali: l’incontro con i familiari (la zia Teresa, il nipote Aniello, il fratello Vito) e l’emozione di ripercorrere le strade di Morra Irpino, così ricche di ricordi della giovinezza (“quante volte avevo fatta quella via nella prima età, andando e tornando, il capo pieno di grammatica e di retorica”). Ma davvero speciale è quanto accade a Rocchetta (“la poetica”) in cui trovò “vedova quella Luisa Bizzarri di Lacedonia, amata a sedici anni, e ora madre di Giuseppe Castelli, giovanissimo sindaco del paese e sua fervente seguace”.<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 18pt; text-align: justify;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt;">Non sembra che l’Italia sia cambiata in maniera profonda rispetto al “Viaggio Elettorale” di De Sanctis. Sarebbe, tuttavia, interessante cogliere le differenze intervenute attraverso il diario di un candidato alle elezioni di oggi. Per lo meno avremmo il nuovo De Sanctis!<o:p></o:p></span></div>
<div style="line-height: 18pt;">
<span style="font-family: Calibri, sans-serif; font-size: 14pt; line-height: 18pt;"><br /></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: justify;"><br /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br /></td></tr>
</tbody></table>
<br />
<br />
<br />Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-16666190201670184552012-10-20T09:15:00.001+08:002012-10-20T09:20:29.063+08:00Europa<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Sebbene scoperta da Galileo, non si tratta di Europa, il
satellite di Giove. E neppure di Europa, mamma di Minosse (il re di Creta),
quella rapita dal dio Giove (un toro, per l’occasione) che generò per l’appunto
Minosse, Radamanto e Sarpedonte.</span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">L’Europa cui è stato attribuito il
Premio Nobel 2012 per la Pace siamo noi: l’Europa dei nostri giorni, la
creazione che ci ha donato pace (il più lungo periodo senza guerre dalla caduta
dell’impero romano),</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;"> </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">benessere, cultura
e civiltà. </span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYFg7WGxMZeEIHPkD6lWbcrulVvG3EYSFAy_ul5oj4DjFPxIgOktKelDVG7TFglAMFcAzFOXXD5bZsD3vPIx3JjFLD1NxJvM1tAAkajtsp8DGfwhawFdcIgYxRBQX2dZTpVdXdiIUeVHqZ/s1600/Unione+Europea.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="257" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYFg7WGxMZeEIHPkD6lWbcrulVvG3EYSFAy_ul5oj4DjFPxIgOktKelDVG7TFglAMFcAzFOXXD5bZsD3vPIx3JjFLD1NxJvM1tAAkajtsp8DGfwhawFdcIgYxRBQX2dZTpVdXdiIUeVHqZ/s400/Unione+Europea.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Unione Europea</td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: justify;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr55JcFkZCtW4dJGTT3a54RQ4W4U45qmC4P39XQvRO1cEEgYLQ8RwVOy4lleDVPMOGzGoNFWbKOokywCpMnpFV_H5HGdKEQwtv4ANzrWgJeIK7n9FLGFLI6eZNcmxtIBK96C8omSE5PIaD/s1600/Robert+Shuman.bmp" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr55JcFkZCtW4dJGTT3a54RQ4W4U45qmC4P39XQvRO1cEEgYLQ8RwVOy4lleDVPMOGzGoNFWbKOokywCpMnpFV_H5HGdKEQwtv4ANzrWgJeIK7n9FLGFLI6eZNcmxtIBK96C8omSE5PIaD/s320/Robert+Shuman.bmp" width="234" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Robert Shuman<br />
La sua dichiarazione del 9 maggio 1949 <br />
diede origine alla Costruzione Europea</td></tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">L’Europa dei nostri giorni nasce il 9
maggio 1949 quando Robert Schuman invita
(appena quattro anni dopo gli orrori della seconda guerra mondiale) a porre le
basi per la creazione di una graduale integrazione tra i vari Stati europei (i
nemici di ieri), indispensabile per il mantenimento della pace in Europa e per
il superamento degli attriti secolari che tanta distruzione avevano causato a
tutta l’Europa.</span></span></div>
<br />
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Nell’antichità, per Europa si
intendeva la Grecia, vale a dire l’occidente rispetto ai grandi imperi del
tempo, che già Erodoto, nel V secolo a.C., identifica con l’insieme dei paesi
minacciati dall’espansionismo persiano che, nel primo “scontro di civiltà”,
sarà fermato a Maratona (490 a.C.) e dieci anni più tardi alle Termopili e a Salamina.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Forse è da lì che nasce la
meravigliosa avventura dell’Europa che, forte della Cultura di Atene,
successivamente si fonderà nella Grandezza di Roma (che la forgerà con il Diritto e con l’Organizzazione),
arricchendosi, da ultimo, del cristianesimo ove le virtù dei ‘cives romani’ si
integrano con i valori trascendenti ed universalistici propri di questa
religione.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il divinire dell’Europa, non sempre
agevole, attraversò anche periodi involutivi. Ma poi tornò potente (a volte
prepotente) e riprese le sue straordinarie capacità creative, irradiando il
mondo intero della sua luce di Cultura, di Arte, di Scienza, di Pensiero, di
Umanità. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12.0pt; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-top: 12pt;">
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il processo non si è rivelato
semplice né agevole, ma il risultato odierno è una Realtà che ha garantito la
pace a due intere generazioni che non hanno conosciuto la guerra, una Unione di
500 milioni di persone, con un Pil di quasi 13mila miliardi di euro</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"> </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">(che ne fanno la prima economia al mondo),
con una struttura industriale di prim’ordine e una produzione di servizi
sofisticati e moderni che riescono a coprire un terzo del commercio mondiale di
beni e servizi.</span></div>
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Certo molto resta da fare, ad esempio
nel campo della solidarietà nei confronti delle aree meno avvantaggiate o in
difficoltà e perfino nei confronti di regioni contigue e popolazioni vicine. Ma
è indubbia la grandezza della nostra Europa, della sua Cultura e delle sue
realizzazioni. Talmente Grande da meritare il Premio Nobel! </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-21123909993611036042012-09-26T00:12:00.002+08:002012-09-26T00:13:55.500+08:00Il Governo dei Banchieri<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Sovente il Governo Monti viene definito “governo dei
banchieri”, certamente a causa di qualche misura adottata dall’Esecutivo,
ritenuta piuttosto “sensibile” nei</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">
</span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">riguardi di taluni interessi propri del mondo delle banche, ma
soprattutto per le esperienze importanti maturate nel sistema bancario italiano
ed internazionale da parte di diversi membri del Gabinetto. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;"><br /></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX23ApcBZxC_BKRPF6EltIMgeQ9_MAdtcm0-_VUCaa3jTOeXh1o1I3IABzXnQEBgGaIctQJa3n0NZ2W0uNejPVwP4osUypsOzZO-G3YUsajO_UuGBYulpmwR88ULRC2mztB5cFwmHPEWiy/s1600/Gabinetto+Monti.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="171" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhX23ApcBZxC_BKRPF6EltIMgeQ9_MAdtcm0-_VUCaa3jTOeXh1o1I3IABzXnQEBgGaIctQJa3n0NZ2W0uNejPVwP4osUypsOzZO-G3YUsajO_UuGBYulpmwR88ULRC2mztB5cFwmHPEWiy/s400/Gabinetto+Monti.jpg" width="400" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Gabinetto Monti</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Lo stesso presidente Mario Monti ha collaborato con la
Goldman Sachs, il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera ha
dedicato energie importanti alla Banca Intesa San Paolo, la medesima banca ove,
fino al giorno della nomina a Ministro del Lavoro, ha seduto quale vice
presidente del Consiglio di Sorveglianza anche Elsa Fornero. Inoltre, anche il Ministro
dell’Economia Vittorio Grilli ha avuto un passaggio al Credit Suisse, mentre
vanta un’esperienza in Unicredit il Ministro per gli Affari Regionali Piero
Gnudi, per concludere con i numerosi incarichi ricoperti in diverse istituzioni
bancarie italiane dal Ministro per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Al di là di un forse non secondario aspetto lessicale, non sembra esser questo il punto. L’Italia ha
eccelso per secoli nel mondo bancario, anzi è condivisa l’idea che la banca
moderna sia un’invenzione italiana (toscana o veneziana?) e straordinarie sono
state alcune famiglie di banchieri: quella dei Medici di Firenze sopra tutte. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">I Medici governarono buona parte della Toscana per ben oltre
due secoli. A volte eccedettero in dispotismo (secondo i modelli del tempo) ma
certamente con un effetto “illuminato” per Firenze. Godettero di un forte
sostegno popolare (per due volte, a causa di
guerre intestine, furono espulsi da Firenze e per due volte vi
rientrarono da vincitori), donarono alla
Città benessere e sviluppo, furono
mecenati di arte e cultura. </span></div>
<div class="MsoNormal">
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYV5PQKHWFyEDsTC52Vy0A8xJwhxl6M-oa1sM1sozHMzvnc7d5LISyKK2X1I2uXugB8Z5ETymlmZIowbMZCH4PxytOUsCfjAplj3uwqB4x1nQALEUZj-8bzA2YWd7jqj4MgoTf365_Lzj3/s1600/Lorenzo+il+Magnifico.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiYV5PQKHWFyEDsTC52Vy0A8xJwhxl6M-oa1sM1sozHMzvnc7d5LISyKK2X1I2uXugB8Z5ETymlmZIowbMZCH4PxytOUsCfjAplj3uwqB4x1nQALEUZj-8bzA2YWd7jqj4MgoTf365_Lzj3/s320/Lorenzo+il+Magnifico.jpg" width="229" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="font-size: 13px; text-align: center;">Lorenzo il Magnifico</td></tr>
</tbody></table>
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">I Medici seppero coniugare un saggio esercizio del potere ed
uno straordinario sviluppo economico con un ancora ineguagliato primato
nell’arte e nella cultura, facendo della Firenze del loro tempo la culla del
Rinascimento, riuscendo ad apportare prestigio economico e culturale alla città
che, infatti, divenne meta assai ambita di artisti di ogni campo, sempre di
valore assoluto.</span></div>
<div class="MsoNormal">
</div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Benozzo Gozzoli ritrae gli esponenti della famiglia Medici
nel “Viaggio dei Magi”, sontuoso ciclo di affreschi nella cappella del Palazzo nuovo
di via Larga: travestiti da Magi, cavalcano fieri e lenti attraverso
l’originario Mugello, rappresentando e
indicando il loro stretto legame con il territorio e l’impegno per il buon
governo. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Lorenzo il Magnifico - le cui doti di equilibrio e saggezza
ne fecero il punto di riferimento dell’equilibrio italiano di quegli anni
turbolenti - è forse il rappresentante del Medici più noto, ma la famiglia ha espresso
ben due Papi (Leone X, figlio proprio di Lorenzo il Magnifico, e Clemente VII,
pronipote dello stesso Lorenzo), donne quali Caterina (“la donna più colta
dell’Europa del suo tempo”, quella che fece celebrare un Te Deum di ringraziamento
dopo l’eccidio della “notte di San Bartolomeo”) che fu moglie di un re di
Francia e madre di ben tre re di Francia e, poi, innumerevoli cardinali, uomini
d’arme (Giovanni dalle Bande Nere), e tanti banchieri, mercanti ed imprenditori
che hanno fatto grande l’Italia e segnato per davvero la loro epoca.<o:p></o:p></span></div>
<table border="0" cellpadding="0" cellspacing="0" class="MsoNormalTable" style="mso-cellspacing: 0in; mso-padding-alt: 0in 0in 0in 0in; mso-yfti-tbllook: 1184; width: 100%px;">
<tbody>
<tr>
<td style="padding: 2.25pt 2.25pt 2.25pt 2.25pt;"><div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Appare, dunque, impropria l’equiparazione del governo dei
nostri grigi giorni ad esempi ancora ineguagliati di primati in ciascun
campo. Non si capisce chi possa esser il Lorenzo il Magnifico, e nemmeno la
Caterina o il Giovanni dei nostri giorni. E, forse, non solo per la mancanza
di un ciclo di affreschi alla Benozzo Gozzoli… </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></div>
</td>
<td style="padding: 2.25pt 2.25pt 2.25pt 2.25pt;"></td>
<td style="padding: 2.25pt 2.25pt 2.25pt 2.25pt;"></td>
<td style="padding: 2.25pt 2.25pt 2.25pt 2.25pt;"></td>
</tr>
</tbody></table>
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><o:p></o:p></span><br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<br />Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-52063344166230840702012-06-24T20:52:00.000+08:002012-06-24T20:52:12.870+08:00Libero Pensatore<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Si racconta che Albert Einstein, alla richiesta di
specificare la razza di appartenenza necessaria per la compilazione di un
modulo per l’ingresso in un certo paese, abbia semplicemente risposto: “umana”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">La vicenda mi torna regolarmente alla mente quando sono
chiamato a rinnovare il visto di permanenza in un paese che ammiro molto sotto
numerosi punti di vista. La modulistica da riempire, semplice ma non
essenziale, infatti, chiede di precisare la razza di appartenenza (da piccolo,
molto piccolo emulo di Einstein anche io scrivo “umana”). La domanda successiva
dello stesso modulo chiede di specificare la religione professata, fornendo ben
undici alternative di religioni comunemente conosciute e praticate. Non è
prevista la voce “altra” ma a fianco a cristiano, buddista, induista, musulmano,
etc. offre la casella “free thinker”, libero pensatore, proprio come se il
libero pensiero fosse una religione.<o:p></o:p></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiulR617Lp1pgDY2RPddENQGslU2eHUBfjREduLLVTvqTGgodug66moX_II0CG-5Gm2MBX5lMlVzJPnvcNrxiMFx6Ke3OLCgRO3BdMjQoQ6G3snfKmWMDtIYL2g9vk_HBoGgoOqgI_AP5Sc/s1600/Creazione+di+Adamo+di+Michelangelo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiulR617Lp1pgDY2RPddENQGslU2eHUBfjREduLLVTvqTGgodug66moX_II0CG-5Gm2MBX5lMlVzJPnvcNrxiMFx6Ke3OLCgRO3BdMjQoQ6G3snfKmWMDtIYL2g9vk_HBoGgoOqgI_AP5Sc/s320/Creazione+di+Adamo+di+Michelangelo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Michelangelo: Particolare della creazione di Adamo</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;">Certo non è semplice definire una religione e ancor meno lo
deve esser stato per il funzionario che ha predisposto il modulo. Forse può
essere agevole pervenire a una definizione dell’orientamento del pensiero e
perfino a una accettabile spiegazione sulle origini del mondo e dell’uomo per
un “libero pensatore”. Ma quando si giunge ai simboli, ai riti o anche alla
forma artistica che la “religione” del libero pensatore assume, diviene
difficile, forse impossibile, catalogare appunto come religione il pensiero
libero che, per sua natura, dovrebbe esser scevro da dogmi e schemi.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1i-hOpJr2S8Flt9cTR-axJ46_RSGOtVWanhzYtAZHJxnCWGcQ2qchA4DwD0vJFC84djoXLb_02ExTg6yLxGdOeGwnSgVeRbalieha-9IL_swsOxoTndkJO3HVG1KUOhN2BQMcOfGDFiQe/s1600/Kant%2527s+tombstone+Kaliningrad.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1i-hOpJr2S8Flt9cTR-axJ46_RSGOtVWanhzYtAZHJxnCWGcQ2qchA4DwD0vJFC84djoXLb_02ExTg6yLxGdOeGwnSgVeRbalieha-9IL_swsOxoTndkJO3HVG1KUOhN2BQMcOfGDFiQe/s320/Kant%2527s+tombstone+Kaliningrad.jpg" width="212" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro me<br />Epitaffio della tomba di Immanuel Kant</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;">Mi ha aiutato nella riflessione John, una persona “semplice”,
un conducente di taxi, al quale domandavo cosa rappresentasse la statuina
dorata ben attaccata sul cruscotto della sua autovettura. “Questo taxi non è
mio” - mi ha detto - ma deve trattarsi di una divinità induista”.</span><span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;"> </span><span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;">“Io non ho una vera religione - ha proseguito
- e non sono un free thinker”.</span><span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;"> </span><span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;">“E il
free thinker non esiste! Vorrei chiedere a chi si proclama tale se ha mai
paura, se il buio non lo spaventa, se il dolore non lo angoscia, se l’idea
della morte lo lascia sereno. No, è tremendamente difficile essere un vero free
thinker”.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;">John si presenta come una persona semplice, certamente non
l’espressione tipica della opulenta città che ha catalogato il “free thinker”
tra le religioni. Ma John è un saggio vero, grande, nella sua comprensione della
piccolezza dell’essere umano. </span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; font-size: 14pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-3151153168958187272012-06-18T14:37:00.000+08:002012-06-18T14:37:33.963+08:00Azzurri o Bianchi ?<br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">Tempo di Europei, di campionato Europeo di
calcio. Quindi, speriamo il più a lungo possibile, tempo di Azzurri. Già,
Azzurri. E perché mai?</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">In verità il colore della maglia della nostra
nazionale di calcio è divenuto azzurro
solo in un secondo momento, mentre precedentemente la casacca ufficiale era
bianca, con lo scudetto dei Savoia , ora sostituito dallo scudetto tricolore.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAUR6F9ZFB4UYL9j5xV1YaOxlW5mmLtehQ9DdssS0LoHcqJUDzfgvbkT8ggfYJurNRWTuJUtZ6xrVMhm5BQfw-6imhO6VGNTyO0ylLUmk34vhqO202X0PP-37WvWB9DOzQnQyTPPpIlwXM/s1600/Azzurri+campioni+del+Mondo.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="212" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhAUR6F9ZFB4UYL9j5xV1YaOxlW5mmLtehQ9DdssS0LoHcqJUDzfgvbkT8ggfYJurNRWTuJUtZ6xrVMhm5BQfw-6imhO6VGNTyO0ylLUmk34vhqO202X0PP-37WvWB9DOzQnQyTPPpIlwXM/s320/Azzurri+campioni+del+Mondo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Gli Azzurri Campioni del Mondo a Berlino nel 2006</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;">Il giorno della Befana del 1911, era previsto
un importante incontro contro l’Ungheria (all’epoca con la squadra austriaca,
faro del calcio internazionale) la cui divisa prevedeva la maglietta bianca,
proprio come quella dell’Italia. Nel calcio, quando le magliette sono uguali o
almeno simili, </span><span style="background-color: white;"> </span><span style="background-color: white;">per una forma di cortesia
nei confronti degli ospiti, la squadra padrone di casa cambia la propria
maglietta, lasciando indossare alla squadra ospite la propria casacca
tradizionale.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Quel pomeriggio di venerdì 6 gennaio di oltre un secolo fa si pose
quindi la questione su quale maglietta indossare, su quali potessero esser i nuovi
colori da adottare. La scelta non fu semplice, ma cadde sull’azzurro dello
stendardo di casa Savoia, la casa reale dell’Italia di quei giorni.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT">Avvenne all’arena di Milano, perdemmo 0-1, gol
di Schlosser al 22 del primo tempo.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT"><br /></span></div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-51107458865457096592012-05-27T23:04:00.000+08:002012-05-27T23:04:38.674+08:00L’Ultima Religione<br />
<div class="MsoNormal">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Lo ammetto: non è stato agevole, per me romanista, assistere
alla (bella) partita tra la nazionale Indonesiana e l’Inter, la mitica F.C.
Internazionale.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdZyoFnTxV1SinklXZx-SA7qBMA0bnUKKTveOs65dCR1Dalzctqgl8b3qchlbNHJyXFZICzf4YAVuD12PtPlL-5hx3X63W5hpzIed3I4_a5HGqxdZCXJiiesgLIA9AleO_5n1FMXdKe7Ka/s1600/Oronzo+Pugliese.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="296" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgdZyoFnTxV1SinklXZx-SA7qBMA0bnUKKTveOs65dCR1Dalzctqgl8b3qchlbNHJyXFZICzf4YAVuD12PtPlL-5hx3X63W5hpzIed3I4_a5HGqxdZCXJiiesgLIA9AleO_5n1FMXdKe7Ka/s320/Oronzo+Pugliese.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Oronzo Pugliese, iconico allenatore degli anni '60</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Sono diventato romanista a meno di dieci anni, quando mio
padre mi presentò, in casa di amici, un signore che subito si era dimostrato
affettuoso nei miei confronti: Oronzo Pugliese, iconico allenatore di calcio
degli anni ’60, quello che con un “piccolo” Foggia, il 31 gennaio 1965,
inflisse una “storica” sconfitta all’Inter campione del Mondo del “Mago”
Helenio Herrera (io c’ero: 3 a 2, gol di Lazzotti e doppietta di Cosimo Nocera
per annullare i gol di Peirò e Suarez!). Peraltro, non molti sanno che tale vittoria,
in mattinata, era stata preannunciata a Helenio Herrera da Padre Pio: “oggi a
Foggia perderete , ma poi vincerete il campionato”. <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Oronzo Pugliese, profeta ante litteram del calcio moderno,
poco dopo l’incontro che mi folgorò, lasciò il Foggia delle meraviglie per
approdare alla Roma - non ancora “magggica” - determinando l’avvio della mia
condizione di tifoso della Roma.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 19px; line-height: 21px;">E come può esser dura la condizione del tifoso, pronto ad esaltarsi per una vittoria, magari striminzita ma di alto valore simbolico, poi afflitto da depressione nel caso di sconfitta, soprattutto se cocente non per il risultato ma per l’autore del ‘maltolto’.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3UKmvbhjC296e5srAi9ehFDkgBOhHR2_aGMjtPgiwhITxEUK6d3b8ej6UmpE9sUcqjogNx4fvyKkY9BVtJgntu4nGswUJgszSJnQ7L5MVlQhc-gkbxQTWuJzj8TyqJCT0P_7Hp4facFYN/s1600/Con+il+tifoso+Yanto.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi3UKmvbhjC296e5srAi9ehFDkgBOhHR2_aGMjtPgiwhITxEUK6d3b8ej6UmpE9sUcqjogNx4fvyKkY9BVtJgntu4nGswUJgszSJnQ7L5MVlQhc-gkbxQTWuJzj8TyqJCT0P_7Hp4facFYN/s320/Con+il+tifoso+Yanto.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Yanto, giovane professionista indonesiano<br />tifoso interista da quattordici anni<br /><br /></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">E poi i riti, le beffe, le gioie, le amarezze, le
consolazioni, le vittorie! Chi non vive la condizione del tifoso non riesce a
comprendere i turbamenti profondi o i momenti di elevata esaltazione che la
propria Squadra riesce a donare o infliggere. “Cambia squadra!” mi suggeriva
una persona a me cara quando mi vedeva triste dopo una sconfitta, dimostrando
in tale affettuosa consolazione tutta la propria lontananza dall’essere del
tifoso. E ho rivisto l’essenza del tifoso in Yanto, proprio nello stadio Bung
Karno di Jakarta durante la partita Indonesia Inter. Yanto, un giovane
professionista indonesiano, fervente tifoso nerazzurro (chissà poi perché, lui
di Jakarta, tifoso dell’Inter da oltre 14 anni). Era allo stadio con il
perfetto armamentario del supporter: maglietta (di Zanetti), sciarpa, cappello nerazzurro
a bombetta, perfetta conoscenza di cori e gesti e, soprattutto, di ogni
giocatore (nome e cognome, numero di maglia, esperienze più recenti, etc.). </span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwmnNwwKd_2HfJg1PaYS2QYM29ZbeoAlM32CS05TmvmfRsc2CUq2VeYkc5bZVLkMSYw_rtQSCKUxJ7TJ79e15VjMUloRVqs5Uei-zFmli5_BNSzeAIoqRa3EwYKuX43I3P4VtvvOB20QYe/s1600/Curva+Interista.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwmnNwwKd_2HfJg1PaYS2QYM29ZbeoAlM32CS05TmvmfRsc2CUq2VeYkc5bZVLkMSYw_rtQSCKUxJ7TJ79e15VjMUloRVqs5Uei-zFmli5_BNSzeAIoqRa3EwYKuX43I3P4VtvvOB20QYe/s320/Curva+Interista.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La "Curva" interista allo stadio Bung Karno di Jakarta</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">Aveva il sogno di incontrare di persona alcuni calciatori, ma sopratutto Milito,
ed era andato al mattino nell’albergo ove la squadra era scesa. Aveva preso la
colazione proprio lì nella speranza di incontrare i suoi beniamini che, invece,
conducevano vita “appartata”, relegati in due piani dell’albergo stesso. Ma un
addetto alla sicurezza gli aveva suggerito di provare alla pasticceria ove
Milito avrebbe poco dopo acquistato dei dolci. E, infatti, l’incontro è
avvenuto, ma senza ottenere l’agognato autografo. Yanto soffriva allo stadio,
si sgolava con i cori in perfetto italiano, non sopportava che l’Inter
soffrisse l’Indonesia, la nazionale, dopo tutto, del suo Paese (e, a differenza
della gran parte degli spettatori, me compreso, non ha esulato ai due gol
dell’Indonesia!). Ma poi ecco finalmente le doppiette</span><span style="color: #222222; font-family: 'Lucida Sans Unicode', sans-serif; font-size: 10pt; line-height: 115%; text-align: justify;"> </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; text-align: justify;">di
Coutinho e di Pazzini, ma non il gol del “suo” Milito. Comunque l’Inter trionfa
4 a 2! Yanto mi esprime tutta la sua felicità: Yes, I am happy!!!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: medium;"><span style="line-height: 115%;"><o:p></o:p></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Certo la nostra epoca presenta a volte aspetti di vera schizofrenia:
ci vantiamo della flessibilità massima, siamo orgogliosi del nostro esser
ghibellini e alieni dai credi, riusciamo a cambiare lavoro, moglie o marito e
perfino sesso, paese di residenza, lingua e religione, seguiamo le mode più disparate,
i costumi più inusuali, l’abbigliamento più inverosimile, etc. etc. etc. Ma poi
restiamo intrinsecamente attaccati alla nostra squadra di calcio, il nostro
totem, l’essenza della nostra intima certezza!</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;">Nel nostro mondo laico, davvero l’ultima religione.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%;"><br /></span></div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-82262371154981413192012-05-13T18:10:00.000+08:002012-05-13T18:10:19.656+08:00Un Tesoriere Illustre ma Misterioso<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15.0pt; mso-outline-level: 2; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 18.0pt; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">È difficile credere che
Umberto Eco, nello scrivere “Il Cimitero di Praga”, abbia pensato a Belsito
oppure a Lusi, moderni tesorieri di partito. Eppure, nel suo romanzo, Eco si
occupa anche di un tesoriere illustre: Ippolito Nievo, il cassiere della
Spedizione dei Mille.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjox_Iqnqj_OkZc8CZ00fxdlQljOK7XnwfCN-O_QRAfCNr3LF6qFPuU5yKPhRX98zGCmlunY4nsvP__-C98cYT2hrCRgSTTkKrzND8hhGgrhy5ur6ZmVE2Am312MO_ZXj5lFETAiVwq3F6c/s1600/Ippolito+Nievo.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="241" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjox_Iqnqj_OkZc8CZ00fxdlQljOK7XnwfCN-O_QRAfCNr3LF6qFPuU5yKPhRX98zGCmlunY4nsvP__-C98cYT2hrCRgSTTkKrzND8hhGgrhy5ur6ZmVE2Am312MO_ZXj5lFETAiVwq3F6c/s320/Ippolito+Nievo.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Ippolito Nievo<br />Tesoriere della Spedizione dei Mille</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Sulla missione
garibaldina è stato detto di tutto. Taluni ritengono che il regno del Piemonte,
di là dalle posizioni ufficiali, fosse in realtà assai coinvolto nella vicenda,
anche dal punto di vista finanziario. Altri sostengono che il principale
appoggio sia venuto dagli inglesi, con un finanziamento importante in Piastre
Turche (anche allora si voleva evitare la “tracciabilità”), stante l’obiettivo di
evitare </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">che la penisola
italiana divenisse mera espressione degli interessi francesi. Il Ministro
Disraeli aveva tuonato alla </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Camera
dei Comuni: </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">"Se le acque
dell'Adriatico venissero turbate, l'agitazione si estenderà sul Reno, e
l'Inghilterra sarebbe forzata a sguainare la spada, non solo per motivi di
civiltà, ma anche d'interesse".</span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
<span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 18.0pt; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Sta di fatto che al
culmine delle pressioni su Garibaldi per indurlo a dimostrare la limpidezza
dell’organizzazione della sua Spedizione, il Generale chiese al tesoriere
Ippolito Nievo (quello de “Le confessioni di un Italiano”) di raccogliere tutta
la documentazione in due casse che, con lo stesso Nievo, furono imbarcate sul piroscafo
“Ercole” a Palermo con destinazione Napoli.<o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Alle ore 12.55 del </span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 18.0pt; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">4 marzo 1861, </span><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">al comando del capitano Michele Mancino,</span><span style="font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-font-kerning: 18.0pt; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"> la “Ercole” </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">salpò con </span><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">12 uomini di equipaggio, 60 passeggeri, 232 tonnellate
di merce. </span><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Il mare era calmo, ma alle 5 del mattino successivo la
“Ercole” si trovò in piena burrasca. Una nave inglese che seguiva intravide il
piroscafo sul punto di inabissarsi e riportò sul libro di bordo:
"Avvistato relitto vapore alla deriva a 150 miglia da Palermo su rotta
Palermo-Napoli". <o:p></o:p></span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtmww8ZeH_1IWx2hEfSuFyKgRQ0irmkA9mFbdeNd5Z2sAlsh2eg_NuHRcjaqTsvrHT78DQbBWMdeUlJ_hUH68T6J3a0RkiU0HfUZv1GopqVpHuAeuwp3ZSn0uZT_Jfbf_U98Vg_7y9CWVG/s1600/Moneta+500+Piatre+Turchia+Abdul+Aziz+1861-1876.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="304" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtmww8ZeH_1IWx2hEfSuFyKgRQ0irmkA9mFbdeNd5Z2sAlsh2eg_NuHRcjaqTsvrHT78DQbBWMdeUlJ_hUH68T6J3a0RkiU0HfUZv1GopqVpHuAeuwp3ZSn0uZT_Jfbf_U98Vg_7y9CWVG/s320/Moneta+500+Piatre+Turchia+Abdul+Aziz+1861-1876.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Moneta da 500 Piastre Turche del XIX Secolo<br />Alcuni storici sostengono che gli inglesi abbiano finanziato<br />la Spedizione dei Mille con tre milioni di Franchi elergiti in Piastre turche</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
<span style="font-size: 14pt; line-height: 115%;">Vi furono indagini, ricerche, polemiche, perfino un'inchiesta
ministeriale: non si riuscì a far luce sul mistero. Fu solo possibile stabilire
che l'"Ercole" affondò, presumibilmente tra Punta Campanella e le
piccole Bocche di Capri, per lo scoppio delle caldaie. Tuttavia, non un
naufrago né un resto dell’imbarcazione furono mai rinvenuti, alimentando il
mistero attorno a questo primo enigma dell’Italia riunificata.<o:p></o:p></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Tale mistero, tuttavia, era
destinato a suscitare molti interessi. Nel 1868, Giulio Di Vita, uno studioso
massone, presenta un rapporto al Collegio Maestri Venerabili del Piemonte dal
titolo ‘Finanziamento della spedizione dei Mille’. Di Vita riferisce di
documenti rinvenuti in archivi londinesi che attestavano finanziamenti dei britannici
a Garibaldi per 3 milioni di franchi francesi, versati in ‘piastre’ oro turche:
una cifra enorme, utile per “convertire alla democrazia liberale” molti
dignitari borbonici. Si dice, infatti, che la capitolazione di Palermo sia avvenuta
grazie all’oro versato al generale Lanza. Innegabile che un manipolo di uomini
sbarcati a Marsala mise in fuga 100mila uomini al prezzo di soli 78 caduti. E
neppure sfuggiva la forte influenza inglese su Marsala, ove avvenne lo sbarco
garibaldino sotto la vigile presenza di navi militari britanniche, oppure la “coincidenza”
della firma della resa della Sicilia siglata, nel porto di Palermo, a bordo di una
nave battente bandiera inglese.</span></div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi30zUi-trxehxVmf4Ov-QscMDh4AijgKOzyp52G3g-V26vlLOd0SHYkqi_ZIe518lJK1PZLaoWodmezZlc_MXc4aTw_Kta4XCFbVTr0i0qxpGMdJBp6wwzkcTX9HsRHQ9LNeIzXKjD33UI/s1600/Capri+vista+da+Punta+Campanella.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="185" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi30zUi-trxehxVmf4Ov-QscMDh4AijgKOzyp52G3g-V26vlLOd0SHYkqi_ZIe518lJK1PZLaoWodmezZlc_MXc4aTw_Kta4XCFbVTr0i0qxpGMdJBp6wwzkcTX9HsRHQ9LNeIzXKjD33UI/s320/Capri+vista+da+Punta+Campanella.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Capri vista da Punta Campanella<br />In queste acque sarebbe avvenuto il naufragio della "Ercole"</td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; line-height: 15.6pt; margin-bottom: 7.5pt;">
<span style="font-size: 14pt;">Cento
anni più tardi, quando le poste italiane emisero un francobollo commemorativo
di Ippolito Nievo, il nipote Stanislao decise di riprendere le ricerche per chiarire
il mistero che lo assillava da anni. Dell'"Ercole" non è stato
trovato mai nulla: né un naufrago, né un albero, né un pezzo di legno, né altro
relitto. Stanislao frugò per otto lunghi anni negli archivi delle emeroteche,
nei musei, si affidò alla parapsicologia per esplorare il buio del passato, spinse
illustri esperti di profondità marine nell'oscurità degli abissi in cui si
presumeva riposasse la carcassa dell'"Ercole". Il risultato di tanta
appassionata fatica fu un naufragio non meno avventuroso di quello
dell'"Ercole". </span><span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">All’Archivio di Stato Stanislao rinvenne
500 fascicoli che riguardano la Spedizione dei Mille, ma non quello che cercava.
La cartella intestata al ‘colonnello Nievo’ è semplicemente vuota! <o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background-attachment: initial; background-clip: initial; background-color: white; background-image: initial; background-origin: initial; background-position: initial initial; background-repeat: initial initial; line-height: 15.6pt; margin-bottom: 7.5pt;">
<span style="color: #333333; font-size: 14.0pt; mso-ascii-font-family: Calibri; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT; mso-hansi-font-family: Calibri; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Il risultato massimo degli sforzi di Stanislao fu “Il
prato in fondo al mare”, un romanzo sul tema, pubblicato nel 1974 da Mondadori.
Il primo segreto dell’Italia riunita rimane tuttora un mistero.<o:p></o:p></span></div>
<br />
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15.0pt; mso-outline-level: 2; text-align: justify;">
</div>
<div class="MsoNormal" style="margin-bottom: 15pt;">
</div>
<div style="text-align: right;">
</div>
<br />
<br />Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-34678646436852031332012-04-07T13:06:00.000+08:002012-04-07T13:06:53.068+08:00MONIKA E ANTONIO<div style="text-align: justify;">È trascorso da poco - lo scorso 17 marzo - il ventesimo anniversario della scomparsa di Monika Mann, quarta dei sei figli del premio Nobel Thomas. Tutti conoscono i capolavori del grande scrittore tedesco e molti apprezzano anche le opere di Monika. Non tanti, invece, sono a conoscenza dell’Amore che Monika nutriva per Capri e, soprattutto, per Antonio.</div><div style="text-align: justify;">Monika, nata a Monaco di Baviera nel giugno 1910, aveva un rapporto piuttosto conflittuale col padre, il cui diario contiene varie espressioni non lusinghiere per Monika. Ella, tuttavia, sosteneva di non averlo mai letto, perché “mi parrebbe troppo indiscreto” conoscere i suoi segreti.</div><br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI4yVbVWvBzvTRY9ylKXEm68GM-9gxPDGD7vJ_IaWapM2t1bNNTbJQLlLM8eAtxymikwbjSl2a1SgZWQMWRpeVLc6yPb9q5hSIcaUqy4IZ_7tIkUR9LB6oF9YsH464wiISTPSyWcpb0bHw/s1600/Monika+Mann.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320px" nda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiI4yVbVWvBzvTRY9ylKXEm68GM-9gxPDGD7vJ_IaWapM2t1bNNTbJQLlLM8eAtxymikwbjSl2a1SgZWQMWRpeVLc6yPb9q5hSIcaUqy4IZ_7tIkUR9LB6oF9YsH464wiISTPSyWcpb0bHw/s320/Monika+Mann.jpg" width="266px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Monika Mann<br />
trascorse una parte importante della sua vita a Capri</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Amò molto l’Italia e, nel 1934, si trasferì a Firenze per coltivare la sua inclinazione verso la musica. Qui incontrò Jenö Lányi, uno storico dell’arte ebreo ungherese che, a seguito delle leggi razziali del ‘38, si trasferì in Inghilterra, ove Monika lo seguì e lo sposò nel ’39. Ma quando la coppia decise di trasferirsi in Canada e si imbarcò sulla “City of Benares”, questa nave fu affondata dagli U-Boot tedeschi. Jenö annegò (Monika ricordava di averlo sentito chiamarla per tre volte prima di esser inghiottito per sempre dalle onde) mentre la giovane moglie passò venti ore su una minuscola scialuppa, prima di esser soccorsa da una nave militare inglese che riportò i naufraghi in Scozia.</div><br />
<div style="text-align: justify;">In seguito Monika raggiunse i genitori negli Stati Uniti e cominciò a scrivere, ma riemersero gli antichi dissapori. Così, quando alla fine della guerra la famiglia rientrò in Europa, alla severità di Zurigo, scelta dai propri familiari, Monika preferì l’Italia: Firenze prima (da dove sarebbe stata “cacciata” da due topi che entrarono nella sua stanza) poi, esclusa la “troppo rumorosa” Roma, accettò un invito di certi amici a Capri. Doveva esser una vacanza…</div><div style="text-align: justify;">L’incontro fatale avvenne il 2 dicembre 1953: Monika era “mortalmente stanca degli intellettuali” (vedova di uno storico dell’arte, aveva avuto l’opportunità di conoscere e frequentare gli artisti e gli scrittori più brillanti) e stanca anche della vita cosmopolita (aveva quarantatre anni e aveva vissuto in Germania, in Francia, in Italia, in Inghilterra, in America e in Svizzera). Cercava pace, diceva lei stessa, s’innamorò di Antonio Spadaro, pescatore e muratore caprese, ”sensibile, saggio, profondo. Che capiva". </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0OmFVydLJsb71ncj9oUhZWwH2vnmT98LBxv36LQ_lbZIj9MikuxSL_KTcYbVRFW7ctfRxXP0FtZis_nkfdnzc3wZ8-QrpDK1JvGAc_yEK04rn1qrdJVLhyphenhyphenplnJfgnU-5fihgfQKM03va3/s1600/Casa+del+Monacone,+Capri.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="234px" nda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh0OmFVydLJsb71ncj9oUhZWwH2vnmT98LBxv36LQ_lbZIj9MikuxSL_KTcYbVRFW7ctfRxXP0FtZis_nkfdnzc3wZ8-QrpDK1JvGAc_yEK04rn1qrdJVLhyphenhyphenplnJfgnU-5fihgfQKM03va3/s320/Casa+del+Monacone,+Capri.jpg" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Villa Monacone, guarda sui Faraglioni<br />
Per oltre trenta anni fu il nido d'amore di Monika e Antonio</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Vissero oltre trent’anni nella casa del Monacone, una villa affacciata sui Faraglioni, costruita da Ciro, padre di Antonio. Monika divenne una perfetta moglie caprese, attenta alla casa e affettuosa cuoca per il suo Antonio. Nel pomeriggio lo aiutava a servire i clienti del loro bar o a vendere i piccoli oggetti in terracotta che Antonio stesso realizzava o i velieri in miniatura, nella cui costruzione egli eccelleva. La sera, mentre lei ascoltava musica classica, Antonio si appisolava in poltrona, poi Monika leggeva o scriveva e Antonio dormiva.</div><br />
<div style="text-align: justify;">Sebbene dedicata a lui ("Fur Toni"), Antonio non lesse mai Vergangenes und Gegenwärtiges, "Passato e presente", la più importante opera di Monika Mann, essendo scritta in tedesco e mai tradotta in italiano. Anzi, per leggere “Guerra e Pace”, ricordava Monika, ci son voluti quasi trent’anni.</div><div style="text-align: justify;">Raccontano che lui la chiamasse "Signora", forse nella convinzione di una qualche ‘superiorità’ di lei. Chissà, forse è questa la ragione per la quale non si sposarono mai, sebbene Monika sosteneva che "ci si sposa una sola volta nella vita".</div><div style="text-align: justify;">Antonio morì nel 1985 e Monika non volle più restare a Capri. Si trasferì nella vecchia casa dei genitori a Kilchberg, non lontano da Zurigo, ove morì 17 marzo 1992. </div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-90199310181612383112012-03-24T13:05:00.001+08:002012-03-28T04:56:56.216+08:00Una Previdenza Antica<div style="text-align: justify;">L’epoca che ci è dato in sorte di vivere, a volte, si rivela un po’ arrogante e perfino presuntuosa. Certamente l’Uomo ha messo i piedi sulla Luna; grazie allo sviluppo tecnologico, ha vinto lo spazio e un giorno - chissà? - sarà vinto anche il tempo. Ora, intanto, attendiamo l’intelligenza che metterà ordine nei nostri sistemi e ci governerà, senza più il bisogno di ricorrere al “ce lo chiede l’Europa!” E, forse con una grande risata, seppellirà tutto il nostro piccolo mondo, del quale siamo tanto orgogliosi. </div>Ciononostante, la nostra epoca ne ha di primati importanti da vantare e tra di loro vanno sicuramente ascritti la liberalità nei costumi e la protezione sociale. Ma neppure in questo siamo i primi! <br />
<div style="text-align: justify;">Uno degli effetti più malvagi della liberalità dei costumi sono i bambini miserevolmente abbandonati alla nascita. Il fenomeno - purtroppo non nuovo - aveva preoccupato già papa Innocenzo III che, nel 1198, si diceva scandalizzato per i frequenti ritrovamenti di corpicini di neonati impigliati nelle reti dei pescatori del Tevere e, anche per tale ragione, creò l’Ospedale di Santo Spirito. </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGtPCNBi4PEJ808DiEyHnVD1O-7Cd43M94okGMnLosKHLshm8LkPXSvY4zaMA3lZuY-5rQ4giFcSHh1krIAu4nHSnc_7_Zebe7reyeW8njfiZQ1cpc3pUQq4RiiC129G6lBzGAlT8fQ6Fe/s1600/Ruota+Ospedale+S.+Spirito.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img aea="true" border="0" height="320px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGtPCNBi4PEJ808DiEyHnVD1O-7Cd43M94okGMnLosKHLshm8LkPXSvY4zaMA3lZuY-5rQ4giFcSHh1krIAu4nHSnc_7_Zebe7reyeW8njfiZQ1cpc3pUQq4RiiC129G6lBzGAlT8fQ6Fe/s320/Ruota+Ospedale+S.+Spirito.jpg" width="239px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La Ruota dell'Ospedale S. Spirito di Roma<br />
come appare oggi</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">L’Ordine ospedaliero di S. Spirito si diffuse celermente in Italia e in Europa, arrivando a contare oltre 500 filiali e divenendo il punto di riferimento dell’evoluzione della pratica medica dell’epoca. L’Ospedale di S. Spirito di Roma, tuttora attivo, già allora era strutturato su reparti differenti di medicina generale, la cura degli anziani, un lebbrosario, un nido per l’infanzia che comprendeva il “servizio” di numerose balie, un reparto per accogliere bambini figli di donne indigenti oppure di meretrici. Tali bambini a volte erano partoriti nell’ospedale stesso, altre volte fuori dall’ospedale e abbandonati nella “ruota”. In tal caso, essi venivano registrati come ‘filius m. [matris] ignotae’, da cui il romanesco ‘figlio di mignotta’.</div><br />
<div style="text-align: justify;">La prima Ruota cominciò a funzionare nell’ospedale di Marsiglia nel 1118, seguita poco dopo da quella di Aix en Provence e di Tolone. Le ruote si diffusero molto rapidamente in Francia, in Italia, in Spagna e in Grecia ma non nei paesi di cultura germanica. </div><div style="text-align: justify;">Presso tali popoli, anzi, le ragazze madri non erano socialmente condannate e gli infanticidi erano rari: le ragazze madri dovevano prendersi cura del loro bambino. A Berlino, l’autore dell’abbandono, se identificato, veniva condannato all’ergastolo e i suoi beni andavano al trovatello. A Berna l’esposizione di neonati era punita con i lavori forzati. <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDdXgd28xEJEenItmFGnTgifdPGCI1035WTfq1sv0-3xMa72gyn2Ip0AftHeTINmi-VleT597w3lAKE_2pbXAtBkKgPGN2aT6WhnQW1Dq37LS4OHVJceTPlXrwLF4Bm8JEjQ-O5z9nrINA/s1600/Spedale_degli_innocenti,_tondo_andrea_della_robbia_12-13.JPG" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img aea="true" border="0" height="240px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiDdXgd28xEJEenItmFGnTgifdPGCI1035WTfq1sv0-3xMa72gyn2Ip0AftHeTINmi-VleT597w3lAKE_2pbXAtBkKgPGN2aT6WhnQW1Dq37LS4OHVJceTPlXrwLF4Bm8JEjQ-O5z9nrINA/s320/Spedale_degli_innocenti,_tondo_andrea_della_robbia_12-13.JPG" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"> Tondi di Della Robbia raffiguranti Putti in Fasce <br />
che impreziosiscono l'Ospedale degli Innocenti di Firenze </td></tr>
</tbody></table></div><div style="text-align: justify;">Il congegno della Ruota non era altro che un tamburo di legno munito di un piccolo sportello che ruotava su di un’asse verticale. Il neonato era deposto nella Ruota in maniera generalmente anonima. A volte, tuttavia, col bimbo era lasciato un segno (una mezza carta da gioco, un piccolo gioiello) necessario per un futuro riconoscimento, nel caso in cui il genitore avesse voluto nel tempo riavere il figlio o almeno riconoscerlo. Deposto il neonato nella Ruota, si suonava una campanella: la “rotara” di turno accorreva per prestare le prime cure e accudire il bimbo.</div><br />
<div style="text-align: justify;">A Firenze i ”gettatelli”, come erano detti i bimbi abbandonati, sin dalla fine del XII secolo erano affidati al brefotrofio di S. Maria a S. Gallo, alle dipendenze dell’Arte della Seta. Quando la Repubblica di Firenze crebbe per ricchezza e per popolazione tale struttura diventò insufficiente e fu necessario costruire un nuovo grande ospedale, detto “degli Innocenti”, che in piena sintonia con la Firenze dell’epoca, fu commissionato a Filippo Brunelleschi e decorato dai Della Robbia con medaglioni raffiguranti, ovviamente, putti in fasce.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT7sX60fhnpd8W1pBrj1oNDQfYbyjo08YxFRgiJujcu6gDoP7SG6eXP5MItdzIXvoIxpSPFLpkfqOnZuWXQxhNFAWpMuvlSVvE1894IhZi7hMOlRKJaKYgPnEOMqNHHs2rHUeD0EKkvSfw/s1600/Napoleone+di+J+L+David.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img aea="true" border="0" height="320px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjT7sX60fhnpd8W1pBrj1oNDQfYbyjo08YxFRgiJujcu6gDoP7SG6eXP5MItdzIXvoIxpSPFLpkfqOnZuWXQxhNFAWpMuvlSVvE1894IhZi7hMOlRKJaKYgPnEOMqNHHs2rHUeD0EKkvSfw/s320/Napoleone+di+J+L+David.jpg" width="256px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Napoleone di Jacques-Louis David<br />
Nelle Armate Napoleoniche erano molti i "figli della Patria"</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Milano, per la cura dei trovatelli, si giovò dell’ospedale del Brolo che, però, successivamente fu specializzato nella cura della sifilide, dilagata dopo la scoperta dell’America. Verso la fine del XVII secolo i bambini esposti furono trasferiti all’Ospedale Maggiore la cui insegna aveva allora come simbolo una colomba, da cui il nome di “colombini”, dato genericamente a quei trovatelli e il cognome Colombo assegnato loro allo stato civile.</div><br />
<div style="text-align: justify;">Con la rivoluzione Francese e la Dichiarazione dei diritti dell’Uomo e del Cittadino fu proclamata “l’uguaglianza di tutti i bambini che nascono”. Furono, quindi, aboliti gli istituti caritatevoli, laici e religiosi, mettendoli a carico dello Stato e definendo i trovatelli “figli della patria” i quali, con Napoleone, divennero una componente importante delle sue Grandi Armate.</div><div style="text-align: justify;">L’avanzare del progresso ha comportato, tra l’altro, l’abolizione della Ruota. L’ultima a chiudere, in Italia, fu quella di Ancona nel 1922. Ciò, tuttavia, non ha evitato che nella nostra civilissima epoca si continuino a ritrovare neonati abbandonati nello squallore dei parcheggi di periferia o addirittura nei cassonetti della spazzatura.</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-35340947127395874682012-03-04T08:01:00.000+08:002012-03-04T08:01:24.970+08:00@: Un’Icona Duplice<div style="text-align: justify;">Francesco Lapi, commerciante fiorentino del sedicesimo secolo, non poteva immaginare se stesso come un antesignano di internet e della email. Eppure, è proprio in una sua lettera da Siviglia, datata 24 maggio 1536, che compare il simbolo della ‘chiocciolina’, l’oggi onnipresente @.</div><div style="text-align: justify;">Francesco descrive l’arrivo in Spagna di tre navi che trasportavano oro e argento dal Nuovo Mondo e aggiunge che c’era anche “una @ di vino, che è un trentesimo di un barile, vale la pena di 70 o 80 ducati”. </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitwI3r3M-tjIiL72UVoD_gKBxjGNx6yVeVo3P3RTO4E60-GwmZ6c85Hlc4nPYu_iqUbYLx8BurUlcPJsn5gQMcN13FLiTHdIeVUN9X4MecnZnTnQImrpMEq5rQuIGUjyuprk3mnT7hfag3/s1600/Particolare+della+lettera+di+Francesco+Lapi+del+24+maggio+1536+che+utilizza+@.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="46px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEitwI3r3M-tjIiL72UVoD_gKBxjGNx6yVeVo3P3RTO4E60-GwmZ6c85Hlc4nPYu_iqUbYLx8BurUlcPJsn5gQMcN13FLiTHdIeVUN9X4MecnZnTnQImrpMEq5rQuIGUjyuprk3mnT7hfag3/s320/Particolare+della+lettera+di+Francesco+Lapi+del+24+maggio+1536+che+utilizza+@.jpg" uda="true" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Particolare della lettera di Francesco Lapi,<br />
datata 24 maggio 1536, in cui compare il simbolo @</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">In uno studio realizzato per la Treccani (“L'icon@ dei Mercanti”), Giorgio Stabile, professore di storia della scienza all’Università la Sapienza di Roma, rileva che la lettera di Francesco Lapi dimostra che “il simbolo @ è l’abbreviazione di anfora, una misura di capacità basata sui vasi di terracotta utilizzati per il trasporto nel mondo mediterraneo antico".</div><br />
<div style="text-align: justify;">D’altra parte, nota ancora Stabile, il termine spagnolo arroba, che oggi indica @ in Spagna e in America Latina (derivato dall’arabo rub'a "un quarto" usato come unità di misura), designava nel passato sia un’unità di peso (25 libbre) che una di misura (principalmente per vino ed olio) e era tradotto proprio con anfora, già nel “Vocabulario español-latino” dell’umanista e grammatico Antonio de Nebrija, edito a Salamanca nel 1492. </div><div style="text-align: justify;">È certamente successivo l’utilizzo della chiocciolina nel linguaggio contabile anglosassone nel significato di “at a price of” (al prezzo di) seguito dalla quantità di moneta, peraltro ancora oggi usato in certi mercati. </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_2SK4k-ROcGi5VUYiHWr1XufcAAYEhowH6Scdlytshu-uvNsR5Z8NdShZMgkstmc35676WTdVrREZjgEsfBRtVUl9K4HzLhCjGOlilMdGOE2CDTMBYJAtImwses1wZLKoMchmvPkCJkuo/s1600/@+Is+Now+At+Moma+!+The+Museum+Of+Modern+Art+Acquired+the+symbol+@+into+its+collection.+It+is+the+first+free+acquisition+by+MoMA,+since+@+belongs+to+public+domain.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="179px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_2SK4k-ROcGi5VUYiHWr1XufcAAYEhowH6Scdlytshu-uvNsR5Z8NdShZMgkstmc35676WTdVrREZjgEsfBRtVUl9K4HzLhCjGOlilMdGOE2CDTMBYJAtImwses1wZLKoMchmvPkCJkuo/s320/@+Is+Now+At+Moma+!+The+Museum+Of+Modern+Art+Acquired+the+symbol+@+into+its+collection.+It+is+the+first+free+acquisition+by+MoMA,+since+@+belongs+to+public+domain.jpg" uda="true" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Dal 2010 @ è al MoMA di New York.<br />
Si tratta della prima acquisizione gratuita operata dal MoMA <br />
essendo tale Simbolo patrimonio universale </td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Proprio come Francesco Lapi, anche Raymond Tomlinson non si rese conto della rivoluzione che stava innescando quando, esattamente quaranta anni fa, trasmise la prima email. Arrivò perfino a implorare il suo amico e collega Jerry Burchfiel di non parlarne a nessuno, essendo quel primo messaggio qualcosa di diverso rispetto alla ricerca loro assegnata.</div><div style="text-align: justify;">La ‘novità’ non irrilevante introdotta da Tomlinson consisteva nella possibilità di inviare messaggi a utenti di computer differenti. Ciò, tuttavia, poneva l’esigenza di identificare i diversi ‘host’ mediante un segno distintivo che fosse assente nel nome di qualunque possibile utente.</div><br />
<div style="text-align: justify;">La scelta cadde sul simbolo @ (che nel decennio successivo cominciò ad avere il suo posto sulle comuni tastiere di computer) sia perché tale simbolo non compare in alcun nome in nessuna lingua e sia perché, simboleggiando la preposizione locativa “a”, at in inglese, sembrava precisare che il messaggio era inviato a quello specifico utente @ quello specifico computer. </div><div style="text-align: justify;">Nel 2010 il simbolo della chiocciolina è entrato a far parte della collezione del prestigioso Museum of Modern Art (MoMA) di New York; ma vi è entrato come icona dei nostri tempi, quindi grazie a Ray Tomlinson. Nessuna menzione per Francesco Lapi, mercante fiorentino del sedicesimo secolo.</div><br />
Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-72818860643385110432012-02-26T17:45:00.000+08:002012-02-26T17:45:03.715+08:00Sotto la Croce di San Giorgio<div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: inherit;">L’increscioso episodio di pirateria nell’oceano Indiano, che ha visto coinvolti una nave e due militari italiani, ha attirato ancora una volta l’attenzione generale sui pirati e sulla pirateria, fenomeno vecchio quanto la navigazione stessa. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: inherit;">Plutarco ci narra di un giovane Giulio Cesare catturato dai pirati e liberato solo dopo il pagamento di un riscatto di cinquanta talenti (in verità i pirati ne avevano richiesti solo venti, offendendo in tal modo il futuro imperatore il quale riteneva il valore della propria vita ben più alto e che, quindi, impose ai suoi carcerieri di portare la richiesta a cinquanta talenti). Tornato libero Giulio Cesare organizzò una flotta per inseguire i suoi rapitori che furono tutti catturati e crocifissi. </span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzAA-45hNLOReiqOAw0WiJDk7X0hUm9nfh5SaJG0T7TqEnse_OmN3ptkRwsBKC8sOgsEWSwF-NK93mawI4j8_t6Y6TPXwsM3L_TMBGjDmDwkDjguCpcQjW3nmNQtLiVpWFlLNNs_jdsUtn/s1600/Bandiera+Genova.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="color: black; font-family: inherit;"><img border="0" height="281px" lda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjzAA-45hNLOReiqOAw0WiJDk7X0hUm9nfh5SaJG0T7TqEnse_OmN3ptkRwsBKC8sOgsEWSwF-NK93mawI4j8_t6Y6TPXwsM3L_TMBGjDmDwkDjguCpcQjW3nmNQtLiVpWFlLNNs_jdsUtn/s320/Bandiera+Genova.jpg" width="320px" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small;">La Croce di San Giorgio</span><br />
<span style="color: black; font-family: inherit; font-size: small;">antica bandiera della Repubblica di Genova</span><br />
</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: inherit;">Anche in epoche successive la pirateria continuò a esser un’attività praticata e lucrosa. Tuttavia, i pirati erano - e sono – particolarmente attenti alla profittabilità della possibile preda e, soprattutto, a evitare assalti a potenze in grado di rispondere ai loro attacchi.</span></div><span style="color: black; font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: inherit;">All’epoca delle crociate, nei primi secoli dello scorso millennio, il Mediterraneo era infestato di pirati, soprattutto di origine araba. Anche allora, tuttavia, erano evitati attacchi a potenze temute e rispettate. Ad esempio, le navi che battevano la bandiera con la Croce di San Giorgio (antico emblema della temuta e rispettata Repubblica di Genova) godevano di una sorta di immunità, derivante dal timore e dal rispetto attribuiti alla prestigiosa Repubblica.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black; font-family: inherit;">La garanzia era tale che altri regni trattarono con Genova l'uso della sua Bandiera. Lo stesso Riccardo Cuor di Leone, in partenza per la terza crociata, avrebbe chiesto e ottenuto – contro il pagamento di un tributo annuale al Doge di Genova - l’utilizzo della bandiera di San Giorgio, proprio per proteggersi dagli attacchi di pirateria.</span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;"><span style="line-height: 115%; mso-bidi-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: inherit;"><span style="color: black;">Sebbene altre fonti facciano risalire tale accordo ad alcuni decenni successivi, sta di fatto che la bandiera con la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) è divenuta sin dal tredicesimo secolo la bandiera inglese ed anche della città di Londra (pur senza la spada e, soprattutto, il motto latino “Domine dirige nos”, guidaci, oh Signore!). <span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;"><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz-CG2tf4vfX56LZccN1k9zrCW3aS3iIrGOx8c3txz19NCywUBDD8jMFnSMgvadfgIHqtIuqlZnh9GYoQjnZ2kLJJjoFddop3QLPVlhOPVQOm7d4cyJet6eAXF70lhzT9HOOoOBw5zR0OK/s1600/Elisabetta+I+nomica+Baronetto+Francis+Drake.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="249px" lda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjz-CG2tf4vfX56LZccN1k9zrCW3aS3iIrGOx8c3txz19NCywUBDD8jMFnSMgvadfgIHqtIuqlZnh9GYoQjnZ2kLJJjoFddop3QLPVlhOPVQOm7d4cyJet6eAXF70lhzT9HOOoOBw5zR0OK/s320/Elisabetta+I+nomica+Baronetto+Francis+Drake.jpg" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Elisabetta I nomina Baronetto Francis Drake</td></tr>
</tbody></table></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;">Curiosamente, per l’alternarsi dei cicli storici, proprio gli inglesi, nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, si distinsero per un’attiva pratica della pirateria, sebbene, usufruendo la stessa della legittimazione dell’Autorità sovrana, si debba più correttamente parlare di imprese corsare. Infatti, attraverso una “lettera di corsa” emessa dal governo, si autorizzava un gruppo privato ad assalire e catturare bastimenti mercantili ‘nemici’, rendendo di fatto legale la pirateria anzi, perfino nobilitandola, visto che le azioni erano svolte per conto e a favore del proprio governo che, in definitiva diveniva il principale beneficiario del bottino. In cambio l’autorità’, mediante la “lettera di corsa”, attribuiva lo status di combattente e autorizzava l’uso della Bandiera nazionale, permettendo al corsaro di rapinare le navi nemiche e di uccidere in combattimento. Famosissimi Francis Drake, addirittura insignito del titolo di Baronetto, e Henry Morgan per i loro assalti ai galeoni spagnoli e portoghesi carichi di ori, argenti e spezie, che contribuirono in maniera rilevante alla costruzione della ricchezza e della potenza marinara inglese. <br />
Non sappiamo quanto renda la pirateria di oggi – che, come sempre, colpisce principalmente chi non reagisce e si piega più facilmente al ricatto – e, soprattutto, non sappiamo quali nobili potenze di domani nasceranno da tali deprecabili azioni dei nostri giorni.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;"><br />
</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;"><br />
</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-89164447523789345732012-02-21T13:46:00.001+08:002012-02-21T13:50:07.744+08:00Le Note Oblique<div style="text-align: justify;">Mi fa piacere condividere questa bella e interessante videoclip di una giovane e promettente band di Lucera (la mia citta' natale).</div><div style="text-align: justify;">Ai giovani musicisti de "Le Note Oblique" molti cari auguri di grande successo ! ! ! </div><div align="center"></div><div style="text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/5jFUFbhUn48?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-61753302941896780992012-02-12T16:47:00.003+08:002012-02-13T16:59:07.571+08:00San Valentino Vs San Faustino<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">«Je suis déjà d'amour tanné, ma très douce Valentine» scriveva, dalla cattività di Londra, Carlo d’Orléans alla propria moglie. Si tratta, forse, della prima “valentine” giunta fino a noi – siamo intorno al 1420 – e ci introduce al molto più consumistico San Valentino dei nostri giorni. </span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVfI8R4FDFNaI7xbHwmusw2alSE0-uBlqziatdixPK21LDyo9zqYTV4TimXY3oLx-9o73eUeh9TlA09S33dXFyGB9Cu4lO7x1C7UUhm-GlQRgkkkCeY7gv9vX6SFvOckRBcf3r8ZAC4Amh/s1600/San-Valentino.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" height="320px" sda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgVfI8R4FDFNaI7xbHwmusw2alSE0-uBlqziatdixPK21LDyo9zqYTV4TimXY3oLx-9o73eUeh9TlA09S33dXFyGB9Cu4lO7x1C7UUhm-GlQRgkkkCeY7gv9vX6SFvOckRBcf3r8ZAC4Amh/s320/San-Valentino.jpg" width="320px" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">A san Valentino si scambiano oltre </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">un miliardo di messaggio d'amore</span></td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Anche i Romani festeggiavano San Valentino: il 15 febbraio avevano luogo i “Lupercalia”, celebrazioni di purificazione in onore del dio Fauno, protettore del bestiame dall’attacco dei lupi, sebbene tali riti enfatizzassero piuttosto la fertilità e non l’amore romantico com’è per noi san Valentino. </span></div><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Nel 496 Papa Gelasio I volle cristianizzare la celebrazione pagana e dedicò il 14 febbraio a san Valentino da Terni, vescovo e martire, grande predicatore dell’amore. Tuttavia, l’associazione specifica con l'amore romantico è certamente posteriore, risalendo con ogni probabilità al circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell'amor cortese. </span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyPpnv41bZ7cFlJjlLEtEf_ozSQdhr-3DsRfm-Jfy5A3KVUR11XCKqdTlgwRSQnROBM-QbXxtF2NlCEynhMRfwddNXJDgTaGW-DiGZLz2peMqEi9my7hyphenhyphen2797J_X1Fj38gudDxAFtFlwMW/s1600/san-faustino.gif" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="225px" sda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhyPpnv41bZ7cFlJjlLEtEf_ozSQdhr-3DsRfm-Jfy5A3KVUR11XCKqdTlgwRSQnROBM-QbXxtF2NlCEynhMRfwddNXJDgTaGW-DiGZLz2peMqEi9my7hyphenhyphen2797J_X1Fj38gudDxAFtFlwMW/s320/san-faustino.gif" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Da circa 12 anni anche i Single hanno<br />
la loro festa: san Faustino</td></tr>
</tbody></table><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0in 0in 10pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-language: IT;">Oggi la festa degli innamorati – particolarmente sentita nei paesi di cultura anglosassone - è celebrata con lo scambio di <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>“<i>valentine”</i>, bigliettini d'amore a forma di cuore oppure secondo altre differenti <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rappresentazioni popolari dell'amore romantico: una colomba, </span><span style="mso-bidi-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-language: IT;">l'immagine di Eros che scocca le frecce, etc.). Naturalmente non poteva non svilupparsi un fiorente business su tale ‘sentimento popolare’. Infatti, supererebbe il miliardo il numero di bigliettini scambiati tra gli innamorati in occasione del san Valentino, rendendo tale ricorrenza seconda solo al Natale per numero di messaggi inviati. </span></span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0in 0in 10pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="mso-bidi-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-font-family: 'Times New Roman'; mso-fareast-language: IT;"></span></span><span style="font-family: inherit;">E non poteva, naturalmente, mancare il succedaneo del san Valentino. Il giorno successivo, il 15 febbraio, ricorre la festa di San Faustino, cavaliere romano che trovò il martirio, assieme al suo amico Giovita, sotto l’imperatore Adriano e, in seguito, divenuto patrono di Brescia. </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin: 0in 0in 10pt; mso-margin-bottom-alt: auto; mso-margin-top-alt: auto; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">In tempi recenti la festa di San Faustino è stata associata alla celebrazione dei “single”, proprio in contrapposizione a San Valentino. Non sono pochi gli eventi celebrativi organizzati nel giorno di san Faustino, pur se molti li considerano dei surrogati un po’ tristi. Per lo meno, comunque, ciascuno ha la sua festa!</span></div><span style="font-family: inherit;">Dunque, a tutti gli innamorati, auguri per un caldo san Valentino! E ai single, arrivederci al 15 febbraio, festa di san Faustino...</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: inherit;"></span> <br />
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-46748129646584927742012-01-29T16:40:00.003+08:002012-01-29T21:37:28.142+08:00L’Affaire Costa<div style="text-align: justify;">Il naufragio della Costa Concordia è senza dubbio un disastro grave che deve, innanzitutto, suscitare rispetto e silenzio per le vittime – passeggeri e membri dell’equipaggio - e stimolare riflessioni sulle procedure di navigazione, l’organizzazione di bordo, perfino il rispetto dei litorali e dei parchi marini.</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;">Troppo è stato detto e scritto, in verità non sempre con equilibrio, sulla sciagura, sul comportamento dell’equipaggio – eroico fino al sacrificio supremo in molti casi, approssimativo per altri – fino all’eccesso della copertina del germanico Der Spiegel.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1QlRLDBAw7bDFw3FRODLFa1qTkEfBf-6t6C0PQQPXRwrHqZSvk1Hdafhp3mwzrrZzfn0n6HGzTV6Tdn48yFXl-vO6EsZmEaiE8Wnz8IDhErT-LORs8OPx_aZK_LHNwgbQa23PZXxUovO-/s1600/Der+Spiegel+Costa+Crociere.bmp" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" gda="true" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh1QlRLDBAw7bDFw3FRODLFa1qTkEfBf-6t6C0PQQPXRwrHqZSvk1Hdafhp3mwzrrZzfn0n6HGzTV6Tdn48yFXl-vO6EsZmEaiE8Wnz8IDhErT-LORs8OPx_aZK_LHNwgbQa23PZXxUovO-/s320/Der+Spiegel+Costa+Crociere.bmp" width="241" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copertina di Der Spiegel</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Sono stati rispolverati molti luoghi comuni ingenerosi sull’Italia e sugli italiani, quasi come se una simile disgrazia sia connaturale al nostro spirito e al nostro comportamento abituale.</div><div style="text-align: justify;">Invece, ribadito il cordoglio ed il rispetto per le vittime e la condanna per quei comportamenti superficiali che sono alla base dell’incidente, occorre mettere in luce i molti aspetti positivi – questi sì connaturali agli italiani – che innanzitutto hanno fatto in modo che il naufragio non assumesse proporzioni catastrofiche e, comunque, hanno immediatamente portato conforto e assistenza ai superstiti.</div><div style="text-align: justify;">Appena dopo l’incidente, la nave ha effettuato una difficile manovra di emergenza che l’ha avvicinata alla costa e lasciata adagiare su uno ‘scalino’, facilitando così l’evacuazione ed evitando l’affondamento. Per ciò va riconosciuta la perizia di chi ha guidato una nave delle dimensioni della “Concordia” e di quanti, poi, si sono adoperati per portare a terra tutti i naufraghi.</div><div style="text-align: justify;">Certamente ciascuna vita merita considerazione e massimo deve essere il rispetto per il dolore dei familiari e degli amici delle vittime. Tuttavia, se si considera che a bordo della ‘Concordia’ si trovavano circa 3.200 passeggeri e mille membri dell’equipaggio, esser riusciti a “limitare” le vittime a 34 (su 4.200) può esser considerato come un ulteriore elemento da valutare positivamente.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi25hI2WYMfa958-lmZtEQilwfXwBvmrf_JGsjdLAZuYJBaQYsuQbMVTfqzLXt78gCVwr8Lt01i-G_1W5F0OEIVMT_wxIcPklVdpEJZn-UEkiPxQb27wZ21Rizsh1CuFqEP-AtcZrnn8vmJ/s1600/Al+varo+della+Costa+Concordia+la+bottiglia+di+champagne+non+si+ruppe.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" gda="true" height="211" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi25hI2WYMfa958-lmZtEQilwfXwBvmrf_JGsjdLAZuYJBaQYsuQbMVTfqzLXt78gCVwr8Lt01i-G_1W5F0OEIVMT_wxIcPklVdpEJZn-UEkiPxQb27wZ21Rizsh1CuFqEP-AtcZrnn8vmJ/s320/Al+varo+della+Costa+Concordia+la+bottiglia+di+champagne+non+si+ruppe.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Al varo della Costa Concordia la bottiglia <br />
di champagne (nell'immagine tra la "A" e la "C") non si ruppe</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Non sembrano, inoltre, esser stati sufficientemente enfatizzati i gesti di generosa umanità che volontariamente la popolazione del Giglio ha portato ai naufraghi: il bar che riapre per offrire bevande calde e ristoro, il sacerdote che offre la sua chiesa come bivacco per i superstiti che hanno così potuto trascorrere la notte in un ambiente chiuso e in maniera meno drammatica. Tali comportamenti, che per noi suonano ‘naturali’ non sono comuni a tutti i popoli, molti dei quali, noti per rigidità, sviluppano invece una spiccata tendenza al giudizio negativo per tutti gli altri, italiani in primis!</div><div style="text-align: justify;">La stessa Costa Crociere, in poche ore, ha organizzato il ritorno ai propri luoghi di origine di tutti i superstiti mettendo in campo la professionalità dei propri dipendenti nota e apprezzata in tutto il mondo.</div><div style="text-align: justify;">Certamente sarà necessario appurare ogni responsabilità e, comunque, adottare tutte le misure e le procedure atte a evitare nuove sciagure determinate da incuria e superficialità. Tuttavia, una maggiore consapevolezza dei molti aspetti positivi (spesso apprezzati all’estero ben più che in Italia!) che ci contraddistinguono può aiutarci non solo nella difesa dell’orgoglio nazionale, ma perfino nel percorso virtuoso che deve portarci fuori dalle secche odierne e restituirci il rango che ci compete.</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-3083634540716393602012-01-21T19:57:00.000+08:002012-01-21T19:57:01.031+08:00Il bisnonno dell’I-pad<div style="text-align: justify;">La piacevole ed interessante passeggiata lungo il ‘Singapore River’ – in realtà un braccio di mare che si insinua nell’isola di Singapore e non un fiume, come il nome farebbe pensare – è impreziosita dalla vista dei pregevoli grattacieli del distretto finanziario che sorge al di là del corso d’acqua. </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJWBV8d0uGuhlUkHU3zxjKTgFw0JVQtvzC27t_rLawJ-ZmAMd3HmuKp51Y-MwsCAnLZHyJu9CjhG80htovHYrXnRHvDSFtyssiRkLgX-OUdhkAWxc50rV0JUwwBddSZbh4MWHjtPsIXlkq/s1600/Abaco+Singapore+River.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" nfa="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgJWBV8d0uGuhlUkHU3zxjKTgFw0JVQtvzC27t_rLawJ-ZmAMd3HmuKp51Y-MwsCAnLZHyJu9CjhG80htovHYrXnRHvDSFtyssiRkLgX-OUdhkAWxc50rV0JUwwBddSZbh4MWHjtPsIXlkq/s320/Abaco+Singapore+River.jpg" width="240" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Scultura lungo il Singapore River<br />
Un Mercante utilizza l'Abaco per i suoi calcoli </td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">La passeggiata è anche abbellita da sculture che rievocano momenti e personaggi importanti della storia di questa Venezia dei nostri tempi: al fianco della statua di Raffles, il fondatore della Città-Stato, vi si trovano sculture che rappresentano i commerci che sin dall’origine hanno caratterizzato Singapore. Una di queste sculture rappresenta un mercante che, intento a verificare talune mercanzie, con perizia maneggia un abaco, esattamente come, fosse una rappresentazione odierna, egli avrebbe tra le mani un I-pad. </div><br />
<div style="text-align: justify;">Abaco viene dal semitico abq, che significa "polvere", "sabbia" e forse sono stati proprio i popoli della Mesopotamia ad aver inventato questa potente macchina calcolatrice comune ai Maya e agli Egizi, ai Cinesi e ai Romani. Alcuni storici sostengono che l’Abaco abbia già compiuto cinquemila anni!</div><div style="text-align: justify;">L’abaco in realtà ha costituito un’importante innovazione rispetto ai sistemi di calcolo antecedenti basati sull’utilizzo di bastoncini, pietruzze, aste con tacche, cordicelle con nodi. I Sumeri (popolo al quale dobbiamo tanto della nostra “moderna” organizzazione) introdussero il principio che attribuiva un diverso valore della cifra secondo la sua posizione, principio ancora utilizzato negli orologi. E l’influenza dei Sumeri è rimasta anche nella suddivisione dell’ora in 60 minuti e dei minuti in 60 secondi, dovendo ancora esser concepito il nostro sistema decimale. </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtBhyO1cW_ulbaXxtbhbJeYOpYqccCz-ZsiBZDqPANAggJapBvyHrtIB2xnVNmbpxEU9xhLLyTyIqYyjpg1x2Uip-I4MIL_0KLdE3koUYj10P6Pe0-8JdJ53RMcrLmmmX8XND1rXon1AwV/s1600/Abaco.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="190" nfa="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtBhyO1cW_ulbaXxtbhbJeYOpYqccCz-ZsiBZDqPANAggJapBvyHrtIB2xnVNmbpxEU9xhLLyTyIqYyjpg1x2Uip-I4MIL_0KLdE3koUYj10P6Pe0-8JdJ53RMcrLmmmX8XND1rXon1AwV/s320/Abaco.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un Abaco<br />
Il termine viene dal semitico abq che significa polvere, sabbia </td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">La “romana computatio”, abilità peraltro a noi totalmente sconosciuta, utilizzava le dita delle due mani appoggiate a varie parti del corpo, con la possibilità di indicare i numeri sino a un milione. Di certo, invece, sappiamo che i romani utilizzavano l’abaco per i loro calcoli (termine, peraltro proveniente proprio dal latino "calculi" che sono i "sassolini" che si ponevano in una tavoletta con apposite scanalature) ove le palline superiori valevano cinque unità ciascuna, mentre quelle inferiori una unità. Ogni fila verticale rappresentava valori numerici crescenti partendo dall'ultima, quindi unità, decine, centinaia etc. Muovendo le palline con riporti di tipo semidecimale si potevano eseguire tutte le operazioni di aritmetica, calcolando fino ai milioni, ma anche molte operazioni di algebra, con velocità non eccessivamente diverse da quelle di una moderna calcolatrice tascabile.</div><br />
<div style="text-align: justify;">Forse l’eleganza e perfino l’immagine garantite dal moderno I-pad non erano assicurate dall’Abaco, tuttavia tale “elementare” strumento ha certamente aiutato lo sviluppo ed il successo di Popoli e Civiltà assolutamente Grandi.</div><br />
Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-61933058958395936482011-12-31T00:36:00.001+08:002011-12-31T00:58:54.102+08:00Addio al 2011<div style="text-align: center;">L'anno si apre con una Luna incerta !</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfjNdLERjaNsYRKLvcuu8I1T4obHWtNetd3md6d3lUIJO5MNdlu5Cin4L8ihJo7A8d0jB14xHLJmjkJCPQhiz6WQxHumyzlGG7VfQufP5TVNqsuG62isbruaxg9JvUwLJVXzvvG0WjdCNc/s1600/L%2527Anno+si+apre+sotto+una+Luna+incerta.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfjNdLERjaNsYRKLvcuu8I1T4obHWtNetd3md6d3lUIJO5MNdlu5Cin4L8ihJo7A8d0jB14xHLJmjkJCPQhiz6WQxHumyzlGG7VfQufP5TVNqsuG62isbruaxg9JvUwLJVXzvvG0WjdCNc/s320/L%2527Anno+si+apre+sotto+una+Luna+incerta.JPG" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Ma la saggezza orientale aiuta ...</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5zP3jlAd4aHR4dWZOlHNVu5mSAJHQDgEj6Lb4b9Vk53TDEGZGAIMJzs_ZN9sBZ9jbqvAD4BkU15EDMQiEVjZH-BsfwVCwTP6MoM_8amwlNzb-FWnT8VcvbJoabKnxWpTn_4weemRWxOaf/s1600/Gennaio+-+Marzo+2011+318.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5zP3jlAd4aHR4dWZOlHNVu5mSAJHQDgEj6Lb4b9Vk53TDEGZGAIMJzs_ZN9sBZ9jbqvAD4BkU15EDMQiEVjZH-BsfwVCwTP6MoM_8amwlNzb-FWnT8VcvbJoabKnxWpTn_4weemRWxOaf/s320/Gennaio+-+Marzo+2011+318.jpg" width="240" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">... con grazia ...</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE-E6hgc-TYd5Ti58zDwlm9IHEN1AcRYgHeLdn4esoOEdV_IGkYfdiDUU7ValbnK_ux-ZX_wNRQj7g6zBRw36NOiJSHCbpHBZJQG13bSKiFQgT1mDjeLKSHQY87OWE8AHyRKReuORIDxFP/s1600/Hanoi+Maggio+2011+019.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhE-E6hgc-TYd5Ti58zDwlm9IHEN1AcRYgHeLdn4esoOEdV_IGkYfdiDUU7ValbnK_ux-ZX_wNRQj7g6zBRw36NOiJSHCbpHBZJQG13bSKiFQgT1mDjeLKSHQY87OWE8AHyRKReuORIDxFP/s320/Hanoi+Maggio+2011+019.jpg" width="320" /></a></div><div align="center" style="text-align: center;"><br />
</div><div align="center" style="text-align: center;">... anche offrendo un momento di relax ...</div><div align="center" style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfvkpjKgzOwSosyTs8sD4xkAY8EWUhTtscxTi9BEZtRwdcsfDnJfi4qD2CO5Y_SFhwRbCuw5jvieXD1F-DvE9NdcnXIrAtHg1IXPxdSSzKy7WPk28GkdNNigkgruH4GMea-1dVQqkjaD5z/s1600/Gennaio+-+Marzo+2011+343.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjfvkpjKgzOwSosyTs8sD4xkAY8EWUhTtscxTi9BEZtRwdcsfDnJfi4qD2CO5Y_SFhwRbCuw5jvieXD1F-DvE9NdcnXIrAtHg1IXPxdSSzKy7WPk28GkdNNigkgruH4GMea-1dVQqkjaD5z/s320/Gennaio+-+Marzo+2011+343.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">L'emozione dell'incontro con il giovane genio Zhang Haochen</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb-wtQ8jm8Aqs9WE19GdcJdHDoGucP0atmGHBDKAIoCZ14031OxaDSC4Z5yS7fHM7-DOiR3vItVUwLULSHHlT8dsKhhTc4SKB0AAtdGTORB0sC5qwJIfh2VyOLTHgrUaJHmLiTj0mCEcJC/s1600/Con+Zhang+Haochen.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgb-wtQ8jm8Aqs9WE19GdcJdHDoGucP0atmGHBDKAIoCZ14031OxaDSC4Z5yS7fHM7-DOiR3vItVUwLULSHHlT8dsKhhTc4SKB0AAtdGTORB0sC5qwJIfh2VyOLTHgrUaJHmLiTj0mCEcJC/s320/Con+Zhang+Haochen.JPG" width="240" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">e con il Maestro Tsung Yeh</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpl0-psRSnwEg9hEqiAjCrC7wPEfsdpQIKN7FCJUR210ojMDMYCpo2CiRyGUN9neEjh5zPtRLmsNXgvU5yv8Il2ffEFnFwV-lMYCiAghqi_03GCqc33rfBYHLlnb8gPItFvZIyfw94PMQ/s1600/Con+Tsung+Yeh.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcpl0-psRSnwEg9hEqiAjCrC7wPEfsdpQIKN7FCJUR210ojMDMYCpo2CiRyGUN9neEjh5zPtRLmsNXgvU5yv8Il2ffEFnFwV-lMYCiAghqi_03GCqc33rfBYHLlnb8gPItFvZIyfw94PMQ/s320/Con+Tsung+Yeh.JPG" width="240" /></a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">La maestosita' della Porta di Brandeburgo</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjj3mSDyXXZvbo4XVyuO3d4fEF_su4q551GVb2GTDd5PUV1uaPr4VTi1SL1vB8OwXo5new2pMUsOrCe8guix5ejD18WQr0-mJDuoFu4Y-wIAjAffaf16ZHf79deZqMXcRMWLSNN7XZJyXr/s1600/La+suggestione+della+Porta+di+Brandeburgo.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjj3mSDyXXZvbo4XVyuO3d4fEF_su4q551GVb2GTDd5PUV1uaPr4VTi1SL1vB8OwXo5new2pMUsOrCe8guix5ejD18WQr0-mJDuoFu4Y-wIAjAffaf16ZHf79deZqMXcRMWLSNN7XZJyXr/s320/La+suggestione+della+Porta+di+Brandeburgo.JPG" width="240" /></a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">e la suggestione del lago di Zurigo</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6SEYn6fgzvTbPqEMAQ0j97bbz95n6-Fh_D3Qovap8-C0IqgLt-6JZhIK9JooetBnQfOvqDD02vloBqlb6vxIbYG8i9Tdmw8eKs4h3fQeQDZmEZQiMpaqVCeNG2O4jKSL41N8gwf99iR08/s1600/Novembre+2011+010.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6SEYn6fgzvTbPqEMAQ0j97bbz95n6-Fh_D3Qovap8-C0IqgLt-6JZhIK9JooetBnQfOvqDD02vloBqlb6vxIbYG8i9Tdmw8eKs4h3fQeQDZmEZQiMpaqVCeNG2O4jKSL41N8gwf99iR08/s320/Novembre+2011+010.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">A colazione con Fabio Cannavaro</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKldygXzpDFdtvqOmhMHsXVhN6TYfZvxUmQtGD7GMKjZWs8L_SPBhJ17NqYQcinwAG2xq-Ca8FyGxs3ApnZvjHVW3sVsDIaSbUIH52xcmYGcx5aGncJlx0ZeSITKr85CRJ0yqtp2PEX7Dj/s1600/Ginevra+2011+188.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKldygXzpDFdtvqOmhMHsXVhN6TYfZvxUmQtGD7GMKjZWs8L_SPBhJ17NqYQcinwAG2xq-Ca8FyGxs3ApnZvjHVW3sVsDIaSbUIH52xcmYGcx5aGncJlx0ZeSITKr85CRJ0yqtp2PEX7Dj/s320/Ginevra+2011+188.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">L'anno si chiude con un incontro Reale, con Carlo di Borbone</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ZYdVIBSk3oF0wzssXOoidGcPDt_a2uoN707NwZbVDJQFujnQwd5Ul62ONRORmZ18JxhyphenhyphenoASzCktKIEg0n30uUiXlDJvd9GwACF47la5LZkGfRiKPD5rRuBTz-51VUIjWI1okrFTnzUzz/s1600/Con+Carlo+di+Borbone.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg6ZYdVIBSk3oF0wzssXOoidGcPDt_a2uoN707NwZbVDJQFujnQwd5Ul62ONRORmZ18JxhyphenhyphenoASzCktKIEg0n30uUiXlDJvd9GwACF47la5LZkGfRiKPD5rRuBTz-51VUIjWI1okrFTnzUzz/s320/Con+Carlo+di+Borbone.jpg" width="240" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div style="text-align: center;">Il futuro si preannuncia migliore...</div><div style="text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTotiHdzXWp0_ygC267j32QWAFWn5vPJM7WShMzU81tI1Frgvfad-szUpfo9ar22luepYT2iMsulP1no0kcdsXSphlEESB-s1r4pjPeg10NngMrCidrCQJZH0itqntxbMzxZXl28p34c8T/s1600/Italia+2011+003.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="240" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgTotiHdzXWp0_ygC267j32QWAFWn5vPJM7WShMzU81tI1Frgvfad-szUpfo9ar22luepYT2iMsulP1no0kcdsXSphlEESB-s1r4pjPeg10NngMrCidrCQJZH0itqntxbMzxZXl28p34c8T/s320/Italia+2011+003.jpg" width="320" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="color: red; font-size: large;">A U G U R I P E R U N G R A N D E 2 0 1 2 ! ! !</span></div><div style="text-align: center;"><br />
</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-38217355162705968142011-12-23T17:30:00.000+08:002011-12-23T17:30:40.228+08:00A U G U R I<div align="center"><em><span style="color: red; font-family: "Trebuchet MS", sans-serif; font-size: large;">Gli Auguri migliori di</span></em></div><div align="center"><em><span style="color: red; font-family: "Trebuchet MS", sans-serif; font-size: large;"> Natale Sereno </span></em></div><div align="center"><em><span style="color: red; font-family: "Trebuchet MS", sans-serif; font-size: large;">e di un </span></em><em><span style="color: red; font-family: "Trebuchet MS", sans-serif; font-size: large;">2012 </span></em></div><div align="center"><em><span style="color: red; font-family: "Trebuchet MS", sans-serif; font-size: large;">ricco di realizzazioni importanti</span></em></div><div align="center"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil2xvMQUNz5ogJD67PwdQ5e7HNVi7dMMesrrMozuMHR3GG4utlSf_qsYoBz66OcjRBYwZN8kGIBczA4sA1k_v4VZWfE_pIca_YByITA1mJWLVKHzsz9K8R5Edg1I5aJyXWmGdcMgw205ZT/s1600/Buon+Natale.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="239" rea="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEil2xvMQUNz5ogJD67PwdQ5e7HNVi7dMMesrrMozuMHR3GG4utlSf_qsYoBz66OcjRBYwZN8kGIBczA4sA1k_v4VZWfE_pIca_YByITA1mJWLVKHzsz9K8R5Edg1I5aJyXWmGdcMgw205ZT/s320/Buon+Natale.JPG" width="320" /></a></div><div align="center"><br />
</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-30778619724274027692011-12-11T11:53:00.002+08:002011-12-11T16:37:22.456+08:00Il Piacere di un Flash Back<span style="font-family: inherit;">Mi hanno fatto un regalo! </span><br />
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Philip, della cui amicizia vado orgoglioso, mi ha donato un’eccezionale carta geografica del ‘600 dell’Africa nord-occidentale, in omaggio alla mia passione per la storia e alla mia permanenza, per oltre quattro anni, in quella regione. Philip è un vero gentiluomo, anzi un gentleman, essendo per metà inglese, di quella razza che sembra essere in via di estinzione e con gratitudine gli riconosco l’opportunità offertami di ritornare a quei luoghi, colmi di storie che si dipanano tra culture e avvenimenti solo apparentemente diversi.</span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmtGF2dT5bL8zHDEqSPKIh_DnOVSnm7bVYjy423JTnw-pa-o85oMVcZjPse5TD0tStQ8cxhgtVfh7_FD8ljvV8dSm5o46bRCKhHj_ocYwX5KsewhZKTQkuQmWSQozDC5rBXt-zgEb9e0wl/s1600/Marocco+Philip.JPG" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhmtGF2dT5bL8zHDEqSPKIh_DnOVSnm7bVYjy423JTnw-pa-o85oMVcZjPse5TD0tStQ8cxhgtVfh7_FD8ljvV8dSm5o46bRCKhHj_ocYwX5KsewhZKTQkuQmWSQozDC5rBXt-zgEb9e0wl/s320/Marocco+Philip.JPG" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Africa Nord Occidentale nel '600</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">L’Africa del nord-ovest – oggi regno del Marocco – è una regione ove talune pratiche si perpetuano da più di tremila anni con i medesimi tempi e le stesse cadenze, spesso ancora rispettose dei ritmi della natura. Certamente la regione vanta località belle e famose, capaci di attrarre visitatori esclusivi, proprio per lo charme che le pervade, come può essere la Marrakech di Yves de Saint Laurent o la Tangeri di Tahar Ben Jelloun. Eppure, a me piace ricordare soprattutto una piccola città marinara, importante per i commerci dei fenici, l’orgoglio del potere imperiale romano, l’intraprendenza dei navigatori portoghesi, la voglia di sensazioni piacevoli di Jimi Hendrix e di Bob Marley. </span></div><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Essaouira, l’antica Mogador, è da sempre famosa per la produzione della porpora, quella utilizzata per i paramenti degli imperatori romani (oro e porpora, ancora oggi i colori di Roma, impropriamente banalizzati in giallo e rosso), costituendo un habitat ideale per la vita dei crostacei murici che ci regalano, per l’appunto, la porpora. I fenici sono stati i primi tintori del Mediterraneo e, sfruttando la produzione e la commercializzazione di tale pregiatissima porpora, impiantarono forse la prima industria dell’intera civiltà del Mediterraneo, anche se saranno le tuniche per gli Imperatori romani a rendere eterna la fama di tale porpora!</span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiblM3AjFdKCZLnXmQyn48p3Sq0t0Sdc35eiD-Afulfugw877fE6ZHBHCg3HlTqsFkkcVZUXWktAiHKAq8wWpVwQXtXVhXTTYFUnP98JCBMUBXkCC3_WwKRrbujJ7FTyxRG9pAh_tL_fLe/s1600/Essaouira.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="158" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiblM3AjFdKCZLnXmQyn48p3Sq0t0Sdc35eiD-Afulfugw877fE6ZHBHCg3HlTqsFkkcVZUXWktAiHKAq8wWpVwQXtXVhXTTYFUnP98JCBMUBXkCC3_WwKRrbujJ7FTyxRG9pAh_tL_fLe/s320/Essaouira.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Essaouira vista dal mare</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span style="line-height: 115%;">Ma dinanzi alle coste di sabbia bianca di Essaouira, oggi paradiso di surfisti ed amanti del sole generoso che bacia quella terra, hanno incrociato navi<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span><span style="line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">fenicie, cartaginesi, romane, arabe, portoghesi, olandesi, inglesi, francesi per incontrare i mercanti provenienti dal centro dell’Africa e le carovane partite da </span><span style="line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial;">Timbuctù.</span><span style="line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Piume di struzzo, sale, spezie, alose, zucchero, cereali, porpora, cavalli, oro, stoffe... A Essaouira si trovava tutto ciò che potevano sognare un marinaio o un imperatore. Nella seconda metà del ‘700 si svolgeva ad Essaouira circa il 40% del commercio del Marocco (all’epoca ricco stato indipendentemente che sarà il primo a riconoscere gli Stati Uniti d’America, come testimonia la lettera di ringraziamento di George Washington, conservata a Rabat).<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsjZckA_KP05QmvzJIuP1WCk_R-ZFnl8-0lEQFpnRi9W8b3bn3s6vWrqzySlRmjNhva3afl4v5ykweNzD_J_B-86x1QS4MSGTreTeKiMNQ79HYpXYYymbfX40Tw2YSqlxvJ3oeRcJuaJ37/s1600/Jimi+Hendrix.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" height="239" mda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsjZckA_KP05QmvzJIuP1WCk_R-ZFnl8-0lEQFpnRi9W8b3bn3s6vWrqzySlRmjNhva3afl4v5ykweNzD_J_B-86x1QS4MSGTreTeKiMNQ79HYpXYYymbfX40Tw2YSqlxvJ3oeRcJuaJ37/s320/Jimi+Hendrix.jpg" width="320" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Jimi Hendrix. La sua visita ad Essaouira ha reso questo luogo </span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: small;"> tappa obbligata delle carovane hippie </span></td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Calibri;"><span style="font-size: 14pt; line-height: 115%; mso-bidi-font-family: Arial; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Ma Essaouira è anche la riserva ove da aprile a ottobre si danno convegno i Falchi di Eleonora per la stagione della loro riproduzione, prima di far ritorno nel Mediterraneo o a sud, fino al Madagascar.</span></span></span></div><span style="font-family: inherit; font-size: small;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Più recentemente, nell’estate del 1969, la magia di Essaouira ha attratto Jimi Hendrix (che qui avrebbe amato Colette Mimram) e Bob Marley, facendola così divenire una tappa obbligata delle carovane hippie alla ricerca del nirvana. Volentieri si percorrevano le stradine costeggiate da case bianche con le imposte blu e ci si incantava al sottile chiaroscuro della piazzetta di Bab el-Sebaa o nel seguire le esclamazioni dei pescatori intenti a distendere le reti o a scaricare le cassette di pesce argentato, ricche di aromi che stuzzicano le narici. Sulla Skala della Casbah sono ancora allineati i cannoni di Essaouira e proprio questo luogo, emerso dal passato, fu scelto da Orson Welles per girare le scene in esterno del suo Otello.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Magari la sfrenata ricerca estatica della verità propria dell’hippie degli anni andati non è più di moda, ma il piacere di questo flash-back è senza dubbio un gran regalo del mio amico Philip! </span></div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-13334528581742456592011-11-13T12:32:00.003+08:002011-11-13T23:26:20.511+08:00Il Commiato<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><img alt="" height="212" src="http://www.palazzochigi.it/backoffice/allegati/64931-img.gif" style="margin-left: auto; margin-right: auto;" width="320" /></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">La copia della Verità svelata dal Tempo di Tiepolo<br />
dopo l'intervento censorio</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La rievocazione delle gesta del Governo Berlusconi riempie i siti e le pagine dei giornali di mezzo mondo. Sebbene questo Blog tradizionalmente non si occupi di politica, oggi anche noi desideriamo ricordare il Governo che lascia con un episodio dell’estate 2008, certamente minore ma forse ricco di simboli. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Sullo sfondo della sala di Palazzo Chigi ove il Presidente del Consiglio incontra i giornalisti si trova una copia de “La Verità svelata dal Tempo” di Giovanbattista Tiepolo. L’opera raffigura allegoricamente una giovane donna che, mollemente posata su un soffice tappeto di nubi, rappresenta la Verità. Il corpo nudo, morbido e sensuale della giovane è stretto tra le braccia del Tempo, rappresentato, secondo tradizione, da un vecchio la cui pelle raggrinzita contrasta nettamente con le carni rosee e levigate della fanciulla. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Nell’estate del 2008, quindi proprio all’inizio dell’attività del nuovo Governo, un moto di pudicizia portò alla copertura del seno della giovane donna che, infatti, ora non appare più nuda.</span></div><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Tale episodio, esso stesso felice allegoria dei costumi di cui saremmo successivamente venuti a conoscenza, non costituisce una novità per Roma, città talmente abituata ai cambiamenti che ne resta totalmente estranea, attendendo, agnosticamente e con umorismo beffardo, il prossimo mutamento.</span> </div><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><img height="320" id="il_fi" src="http://www.scultura-italiana.com/Fotografie/Miniature/Della%20Porta%20-%20Tomba%20di%20Paolo%20III%20(Roma,%20San%20Pietro,%201575).gif" style="margin-left: auto; margin-right: auto; padding-bottom: 8px; padding-right: 8px; padding-top: 8px;" width="224" /></span></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il Monumento funebre a Paolo III Farnese</span><br />
<span style="font-family: inherit; font-size: small;">con le statue della Giustizia e della Prudenza</span></td></tr>
</tbody></table><span style="font-family: inherit;"></span><span style="font-family: inherit;">Prima che il Governo Berlusconi decidesse la copertura del seno della giovane donna, erano state ad esempio coperte le nudità michelangiolesche della cappella Sistina. Ma l’episodio certamente più gustoso riguarda la “Statua della Giustizia” che assieme alla “Prudenza” orna il monumento funebre di papa Paolo III Farnese in San Pietro. </span><br />
<span style="font-family: inherit;"></span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La ‘Giustizia’, in realtà, ritrae Giulia Farnese, famosa per la sua bellezza, sorella di Paolo III e giovane amante di Rodrigo Borgia (Alessandro VI), mentre la ‘Prudenza’ raffigura Giovannella Caetani, madre di Giulia. </span></div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 0pt; text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; mso-ansi-language: IT; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;">Il medesimo moto di pudicizia che ha portato all’intervento di Palazzo Chigi sulla copia dell’opera del Tiepolo, oltre quattro secoli prima aveva pervaso il Papa Clemente VIII che ordinò che “le statue della tomba di Paolo III di felice memoria siano levate oppure siano coperte in modo più decente”, anche in considerazione di “zinne, petto ed altre parti troppo lussuriose” e di “una coscia scoperta fino all’orlo del vaso naturale”.</span></div><span style="font-family: inherit;"></span> <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUCZ-rXNOjbFBvXumE2JANr1dSPB46UIDT8YQ6qZ2816Sqd1hYd-u5dLKMGbxkboeIRn4q4HhlRJsOy8EXJBr6AVMGMgHQxHiDZPjVv-rp-Hi4oPQTgZOMfJW_ckbwntNH3aSlQD94bVR7/s1600/Giuseppe+Gioacchino+Belli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><span style="font-family: inherit;"><img border="0" height="200" nda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiUCZ-rXNOjbFBvXumE2JANr1dSPB46UIDT8YQ6qZ2816Sqd1hYd-u5dLKMGbxkboeIRn4q4HhlRJsOy8EXJBr6AVMGMgHQxHiDZPjVv-rp-Hi4oPQTgZOMfJW_ckbwntNH3aSlQD94bVR7/s200/Giuseppe+Gioacchino+Belli.jpg" width="168" /></span></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-family: inherit; font-size: small;">Il francobollo commemorativo di Belli</span></td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"></span><span style="font-family: inherit;">Successivamente a Roma cominciò a circolare una voce su di un pellegrino sorpreso proprio in San Pietro a masturbarsi eccitato da quelle nude bellezze. La circostanza è perfino ripresa da Giuseppe Gioacchino Belli in un Sonetto del maggio 1833 che recita:</span></div><span style="font-family: inherit;"></span><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;">È tanto bella ch’un signore ingrese</span><br />
<span style="font-family: inherit;">‘Na vorta un sanpietrino ce lo prese</span><br />
<span style="font-family: inherit;">In atto sconcio e co l’uscello in mano</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Allora er Papa ch’era Papa allora</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Je fece fa cor bronzo la camicia</span><br />
<span style="font-family: inherit;">Che ce se vede ai tempi nostri ancora</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span><br />
<div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Non sono, invece, ancora del tutto noti gli sviluppi successivi all’intervento sulla copia dell’opera del Tiepolo in Palazzo Chigi.</span></div><br />
<br />
<span style="font-family: inherit;"><br />
</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><span style="font-family: inherit;"></span></span>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-55618434215453754582011-10-23T11:20:00.002+08:002011-10-23T11:26:59.212+08:00Da Caterina a Giulia<div style="text-align: justify;">È nata! Finalmente è nata la figlia del Presidente francese Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa e della modella e cantautrice italiana Carla Gilberta Bruni Tedeschi, ereditiera della fortuna creata del nonno, Virginio Bruni Tedeschi, con gli pneumatici Ceat, marchio venduto a Pirelli negli anni 1970 e che ora sopravvive (peraltro con eccellenti performance) in India, in virtù di un accordo che risale a oltre cinquanta anni fa. </div><div style="text-align: justify;">In realtà, non è la prima volta che la première dame di Francia proviene dall’Italia. Il precedente illustre risale a cinque secoli fa, quando la quattordicenne Caterina, figlia di Lorenzo II de' Medici duca d'Urbino e di Maddalena de-la-Tour d'Auvergne, andò in sposa a Enrico d’Orleans, il futuro re Enrico II.</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGxlkzLrlFeI9-Lrx5UQ59Qrk7RW5roS6loWD53gdci81V2wc6w7ldXof1YYUJmNMQGYABz346zVfak5JLjJkvzUM_6Fh2u9MJMJ-EQX4Gw6mzsCchNGNElxEfLujNSfU8wdbNexGrNGcf/s1600/Caterina+de+Medici+2.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" rda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGxlkzLrlFeI9-Lrx5UQ59Qrk7RW5roS6loWD53gdci81V2wc6w7ldXof1YYUJmNMQGYABz346zVfak5JLjJkvzUM_6Fh2u9MJMJ-EQX4Gw6mzsCchNGNElxEfLujNSfU8wdbNexGrNGcf/s320/Caterina+de+Medici+2.jpg" width="220" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">Caterina de' Medici (1519-1589)</span></td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Caterina era nata a Firenze nel 1519 e perse molto presto ambedue i genitori, divenendo perciò la sola ereditiera di un’immensa ricchezza. Della sua educazione si occupò uno zio paterno, il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, il quale fece di Caterina una delle donne meglio educate e più istruite del tempo. Quando Caterina aveva quattordici anni, Clemente acconsentì alla richiesta del potentissimo Francesco I di Francia che voleva darla in sposa a suo figlio Enrico d’Orleans. </div><div style="text-align: justify;">Il matrimonio fu celebrato a Marsiglia il 27 ottobre 1533. Per impressionare la potente Corte di Francia, Caterina che era piccola di statura (“piccola e snella, con capelli biondi e sottili, non bella in volto, ma con gli occhi caratteristici a tutti i Medici”) si rivolse a degli artigiani fiorentini che prepararono per lei le prime scarpe con tacchi alti. Caterina rese anche popolare l’uso della gorgiera, un rigido colletto pieghettato di dimensioni appariscenti, divenuto essenziale nel guardaroba, maschile e femminile, del <span style="font-family: inherit;">nobile del ‘500 e del ‘600.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Calibri", "sans-serif"; mso-ascii-theme-font: minor-latin; mso-hansi-theme-font: minor-latin;"><span style="font-family: inherit;">Educata nelle più ricche e sofisticate corti dell’epoca, Caterina si trovava a disagio per il cattivo odore che sembra emanasse</span> il suo sposo, poco incline alla cura del suo corpo. Perciò impose a corte l’uso di profumi che faceva arrivare principalmente dalla Germania: introdusse così ai francesi l’eau de Cologne.<span style="mso-spacerun: yes;"> </span></span></div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWCRocMApiYFv06PAvcCGj2UO3Q_LGKgT46DHn60N5b51XUzQj9KRjBRaLwdzcipjb3YqbkRswlqpSLgwQkGN-F05YiAdg584KTYg6HmZmqiJ9LM0-8kztkZHz_ZfndUyFktoxyxdp2f0l/s1600/Canard+a+l%2527orange.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" rda="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgWCRocMApiYFv06PAvcCGj2UO3Q_LGKgT46DHn60N5b51XUzQj9KRjBRaLwdzcipjb3YqbkRswlqpSLgwQkGN-F05YiAdg584KTYg6HmZmqiJ9LM0-8kztkZHz_ZfndUyFktoxyxdp2f0l/s320/Canard+a+l%2527orange.jpg" width="239" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Rilevante l'influenza della tradizione <br />
toscana sulla 'Cucina Francese'</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Oltre agli innumerevoli servitori (governante, tre cuoche del Mugello, alcuni pasticceri, un gelataio di Urbino, Ruggeri, in precedenza premiato a Firenze per la creazione del dolcetto gelato, che al banchetto nuziale di Marsiglia stupì tutti con il suo "ghiaccio all'acqua inzuccherata e profumata”), al seguito di Caterina giunsero in Francia tutti gli odori, gli ingredienti e le prelibatezze della Toscana, che oggi fanno grande la cucina francese: la salsa colla (la bèchamel, comunemente ritenuta creazione di Luis de Bèchamel, gran ciambellano di Luigi XIV), la zuppa di cipolle (soupe à l'Oignon), il papero con la melangola (evolutosi nel Canard à l'Orange), la rustica frittata (ingentilita nell’omelette), il fegato farcito (fois en peluche), e tutta una serie di verdure (cardi, scalogni, fave, zucchine, sedano, cipolle, carciofi). </div><div style="text-align: justify;">Durante il regno del marito, Caterina si occupò poco di politica. Ma alla morte di Enrico si rivelò madre ‘presente’ di ben tre re di Francia (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III) e governante abile e spregiudicata nei burrascosi anni delle guerre di religione (ordinò lei la strage degli ugonotti della notte di San Bartolomeo del 1572, dopo la quale fece celebrare un solenne Te Deum di ringraziamento) e delle estenuanti lotte con la Spagna di Filippo II e l'Inghilterra di Elisabetta I.</div><div style="text-align: justify;">Ora non sappiamo cosa il destino riserverà alla piccola Giulia, certo il paragone con il precedente è piuttosto impegnativo. Auguri!</div><br />
Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-5860141985403061882011-10-09T11:52:00.001+08:002011-10-09T11:56:31.856+08:00Il Buon Governo<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKnI08dD5_2JDoRXpAGcvhiveIoZ_uw2E610W0vli7WVoKUZ8c8z4LxID11xapsRM5M00mhU05L4Tcxe2xVCOnJ_SBLQ_BalFsbXkvwaFAIx5nXl6aZEZFzl_OiLATnQyZ03A5oU2MKd_b/s1600/John+Locke.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjKnI08dD5_2JDoRXpAGcvhiveIoZ_uw2E610W0vli7WVoKUZ8c8z4LxID11xapsRM5M00mhU05L4Tcxe2xVCOnJ_SBLQ_BalFsbXkvwaFAIx5nXl6aZEZFzl_OiLATnQyZ03A5oU2MKd_b/s320/John+Locke.jpg" width="239" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Nel 1689 John Locke pubblica i “Trattati sul Governo”</td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Lo Stato moderno, cosi come noi lo conosciamo in Occidente da Locke e Montesquieu in poi, si fonda sulla separazione dei poteri, nel presupposto che un equilibrio tra le diverse funzioni garantisca il buon andamento della Cosa-Pubblica. Chiunque abbia il potere tende ad abusarne fin che non trova un limite – era il pensiero di Montesquieu - e, pertanto, per evitare la possibile degenerazione è stata creata quell’architettura che è lo “stato di diritto” per cui la funzione legislativa, quindi la creazioni delle norme atte a regolare il convivere civile, viene esercitata dal Parlamento; la funzione amministrativa, vale a dire l’applicazione delle leggi, è affidata al governo nelle sue diverse espressioni; la funzione giurisdizionale, quindi il garantire il rispetto delle leggi, viene esercitato dal giudice.</div><div style="text-align: justify;">L’esperienza recente del Belgio, tuttavia, ha incrinato tali ‘saldi’ principi. Il paese, infatti, ha potuto vivere quasi 500 giorni senza un governo. La “Macchina Statale” ha lavorato senza problemi, paradossalmente sembra addirittura beneficiando dell’assenza di un governo nel pieno delle funzioni: ha ben gestito il semestre di presidenza della Unione Europea, ha garantito una coerente partecipazione all’intervento militare in Libia, ha perfino visto aumentare, seppur in maniera non eccessiva, il PIL. </div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHBvr8zzUIJRqzI-4Xj3Fd0n96yor9NU_s9cTdfl7L9APVEnqqUlC7OShN3SeqQ4RswuUsM5Tq-NP5V9N6ce_UspiPyI1PG7kSVo4k-wFej1jS9j-_6yjT1vNG8UWwjObOfXa68broTb91/s1600/Belgio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="269" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhHBvr8zzUIJRqzI-4Xj3Fd0n96yor9NU_s9cTdfl7L9APVEnqqUlC7OShN3SeqQ4RswuUsM5Tq-NP5V9N6ce_UspiPyI1PG7kSVo4k-wFej1jS9j-_6yjT1vNG8UWwjObOfXa68broTb91/s320/Belgio.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il Belgio, senza governo da quasi 500 giorni </td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;">Il Governo “provvisorio” poteva curare i soli ‘affari correnti’ e garantire la continuità dello Stato. Ciò ha tra l’altro comportato un rigore nella politica di bilancio, in quanto ciascun Ministro non poteva che spendere in ogni mese un dodicesimo di quanto stanziato nel bilancio dell’anno precedente, senza facoltà alcuna di assume nuove iniziative di spesa.</div><div style="text-align: justify;">Tale situazione ha perfino giovato all’immagine dei funzionari delle varie amministrazioni: abbandonando l’abituale lavoro ‘dietro le quinte’, finalmente hanno potuto prender su se stessi tutti i meriti del buon funzionamento statale ed assurgere a “guardiani del paese e della prosperità”. Hanno perfino sbloccato situazioni vecchie di anni con realizzazioni che lo stallo politico ha consentito di portare a compimento nell’interesse dei cittadini quali, ad esempio, l’archivio elettronico delle pensioni individuali che il Ministero del Welfare rimandava da anni.</div><div style="text-align: justify;">Da Bruxelles giunge ora la notizia che alcuni partiti (otto per la precisione) hanno raggiunto un accordo per la formazione di un governo nel pieno delle proprie funzioni e capacità. Pur senza evocare situazioni a noi più vicine, resta forte il quesito su come la popolazione accoglierà il ritorno a un Governo pieno, dopo l’esperienza di “buon governo” resa possibile proprio dall’assenza di un Governo. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-92226177850441567162011-09-30T14:27:00.003+08:002012-05-20T19:32:38.201+08:00Un Nobile<div style="text-align: justify;">
Andrew Jackson, il settimo presidente degli Stati Uniti, era un uomo particolarmente perseverante, testardo. Talmente testardo che i suoi avversari repubblicani, nel corso della campagna elettorale del 1828 che lo porterà alla Casa Bianca, lo sminuivano e, irridendolo, lo presentavano come un asinello. Risale proprio a questi episodi l’adozione dell’Asinello a mascotte, a simbolo (non ufficiale, in verità) del Partito Democratico degli Stati Uniti.</div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOn4HzvENKq4HzbjQRcntQ-zvSlBUHt78rdWSKtBr9kj5hh5XlKJ-Z4zY_HBtACyouS1I5AdQdmnNPlNjTM4MWekKmh422OJTjdEiH3bC2gV1ulV2ceQ0nu0QZ8MFVjWQDrOkHJPndwYRS/s1600/Democrat+Donkey.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="320" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgOn4HzvENKq4HzbjQRcntQ-zvSlBUHt78rdWSKtBr9kj5hh5XlKJ-Z4zY_HBtACyouS1I5AdQdmnNPlNjTM4MWekKmh422OJTjdEiH3bC2gV1ulV2ceQ0nu0QZ8MFVjWQDrOkHJPndwYRS/s320/Democrat+Donkey.jpg" width="257" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">L'Asinello è la mascotte del Partito Democratico </td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
Quantunque eclatante, questo non è che uno dei molteplici esempi in cui l’Asino viene usato per insultare. In molte lingue dare dell’asino è una offesa, anche seria, e ancor oggi le ‘orecchie d’asino’ sono irrisioni efficaci. Claudio Bisio ha perfino recitato in “Asini”, un film in cui ragazzi eccessivamente buoni non riescono a star al passo col tumultuoso divenire della società. </div>
<div style="text-align: justify;">
E, invece, pur così denigrato, l’Asino è un animale antico e nobile. Le prime notizie (positive!) risalgono a settemila anni fa, presso le civiltà della Mesopotamia. Dal suo nome semitico (Athon) derivano gli appellativi che ritroviamo in innumerevoli lingue mediterranee ed europee: dal greco ònos al latino asinus, dal tedesco asni all’inglese ass, allo slavo osilu, al francese âne, all’arabo hmar. . </div>
<div style="text-align: justify;">
Di natura forte e robusta, ma sobrio e frugale, l’Asino è innanzitutto paziente. Talmente paziente da aver consentito all’uomo, nel corso dei secoli, di trattarlo con una rudezza che non si riscontra in nessuna altra relazione dell’uomo verso animali addomesticati. E ciò nonostante l’Asino abbia collaborato allo sviluppo dell’Uomo. </div>
<div style="text-align: justify;">
L'asino domestico svolgeva le stesse mansioni del cavallo, pur rimanendo meno costoso accontentandosi di poco, e per tale ragione i contadini più poveri lo preferivano al cavallo, da cui la denominazione di “cavallo del povero”. Ma l’Asino è stato anche un importante mezzo di trasporto sulle strade di montagne e si rivelerà fondamentale in molte battaglie della Prima Guerra Mondiale. </div>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7ZBDxKeUq0RW8I7lmrgt60CtGYvj1TNMdBF1laQJiQXX86P3mmAdnQPfEMwQUvUPhZRJkl4APL8yJFwOWBH5UyFKupxiBjbElvUuoocx8ItGdVlZQ1F9hewjuBAh84OAA4fbEQVnPIYPB/s1600/Asino.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="296" kca="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi7ZBDxKeUq0RW8I7lmrgt60CtGYvj1TNMdBF1laQJiQXX86P3mmAdnQPfEMwQUvUPhZRJkl4APL8yJFwOWBH5UyFKupxiBjbElvUuoocx8ItGdVlZQ1F9hewjuBAh84OAA4fbEQVnPIYPB/s320/Asino.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Un esemplare di Asino Ragusano</td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
L’Asino ha perfino recitato un ruolo rilevante nel Vangelo di Gesù: presiede alla Sua nascita, assumendo addirittura l’onere di scaldarlo nella mangiatoia di Betlemme, e sarà proprio cavalcando un puledro d'asina che Gesù entrerà trionfante in Gerusalemme, mentre una grande folla lo osannava. La stessa folla che qualche giorno dopo lo condannerà alla crocifissione, preferendogli Barabba.</div>
<div style="text-align: justify;">
E, ancora, l’Asino ci offre il suo latte. Certamente a fini cosmetici (come non ricordare i bagni in latte d’asina di Cleopatra!) ma soprattutto per l’alimentazione, essendo il suo latte il più simile a quello della femmina dell’uomo. Ippocrate lo raccomandava per ogni tipo di problema (avvelenamenti, intossicazioni, dolori articolari, cicatrizzazione delle piaghe) mentre Georges-Louis Leclerc, il conte de Buffon, naturalista e biologo della Francia del ‘700, lo segnala nella sua Storia Naturale. Ai suoi tempi vennero impiantate a Parigi numerose “stalle asinine”, dove le signore eleganti si recavano per ottenere la preziosa bevanda. </div>
<div style="text-align: justify;">
Senza scomodare l’Asino d’oro di Lucio Apuleio o la Bibbia con l’Asinella parlante del mago Balaam, si può ricordare l’Asino Lucignolo, il compagno d’avventure di Pinocchio nel paese dei balocchi. </div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma, proprio un genuino e Nobile Amico dell’Uomo ora ritiratosi in disparte, in questa nostra epoca eccessivamente rude e sbrigativa, perfino per un essere forte e robusto, ma pur sempre sobrio e frugale!</div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-8811347131170587113.post-50638092801448694172011-08-06T10:38:00.002+08:002011-08-06T14:07:34.361+08:00Altolà: un antico Charlie Check-Point<div style="text-align: justify;">Nella Berlino di oggi è certamente tra i luoghi cult più visitati e fotografati. Finti soldati americani e sovietici, per qualche euro, acconsentono a farsi riprendere in compagnia di turisti per testimoniare – seppure in maniera burlesca – il superamento delle tensioni degli anni della guerra fredda. Tale “punto di confine” fa volare la mente agli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo e ai mitici scambi di spie (almeno tre) tra i sovietici e gli occidentali, pur se, in verità, tali scambi avvenivano non a Charlie Check-Point ma al Ponte di Glienicker, nei pressi di Potsdam. Celeberrimo quello avvenuto il 10 febbraio 1962 tra Francis Gary Powers, il pilota dell’U-2 abbattuto nei cieli sovietici durante un ‘routinario’ volo di “raccolta di informazioni”, ed il colonnello del KGB Rudolf Ivanovich Abel, nota spia sovietica. <br />
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPcLoLh7pGMHlaQznEztCb26UAhs9GPZ-CV2BUdsrFq4GXFXntdAueKDzWKcG6oyBaL7_Z-NMDs_Mdo4i8L_MaYR6FEQcXtS70OVMnVirPJbemk-Bid1sS97t0qUJ7dNUJauQhgDnfBS7y/s1600/Europa+Maggio+2011+191.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; cssfloat: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="240px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPcLoLh7pGMHlaQznEztCb26UAhs9GPZ-CV2BUdsrFq4GXFXntdAueKDzWKcG6oyBaL7_Z-NMDs_Mdo4i8L_MaYR6FEQcXtS70OVMnVirPJbemk-Bid1sS97t0qUJ7dNUJauQhgDnfBS7y/s320/Europa+Maggio+2011+191.jpg" t$="true" width="320px" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="font-size: small;">Charlie Check-Point di Berlino: oggi un'attrazione turistica </span></td></tr>
</tbody></table>Tali ‘pratiche’ furono anche celebrate nel 1966 in “Funerale a Berlino”, un pregevole film inglese di spionaggio con Michael Caine.</div><div style="text-align: justify;">Nel passato, tuttavia, anche noi abbiamo avuto il nostro Charlie Check-Point: era sul fiume Panaro, in Emilia, ove per secoli è corso il confine tra lo stato pontificio e il ducato degli Estensi. Si chiama Altolà.</div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;"><span style="line-height: 115%;"><span style="font-family: Calibri;">Oggi Altolà è una piccola frazione del comune di San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, proprio a ridosso del ponte sull’affluente del Po. Poco distante sorge un caseggiato sul quale ancora oggi troneggia la scritta “Guardone”, che ci piace credere esser esclusivamente la sede del corpo di guardia. Dal lato dello stato pontificio, invece, il primo centro che si incontra è California, anzi la California, come si dice da quelle parti, in maniera evidentemente più rispettosa dell’etimologia latina “calida forma”, zona calda, <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>rinomata per la produzione di talune varietà di frutta di eccellente qualità.</span></span></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhytacVjW5VruYr3dKTXuMoJ3iqbxOdhMtu1-MBTtrMXnVjj3vxvj4SVq9D5mip6-CdnatmedP4a-5h_S5iz-t2apL2CBnWe6lZFvqwiicjeWRgNdkHCUv9JznFXl1_RYg-TesV3mIVjhhl/s1600/Altola.bmp" imageanchor="1" style="clear: left; cssfloat: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="212px" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhytacVjW5VruYr3dKTXuMoJ3iqbxOdhMtu1-MBTtrMXnVjj3vxvj4SVq9D5mip6-CdnatmedP4a-5h_S5iz-t2apL2CBnWe6lZFvqwiicjeWRgNdkHCUv9JznFXl1_RYg-TesV3mIVjhhl/s320/Altola.bmp" t$="true" width="320px" /></a>La storia non ci ha tramandato epici scambi di spie, e neppure di umili prigionieri, avvenuti ad Altolà. La letteratura, invece, ci racconta attraverso la penna di Alessandro Tassoni della “Secchia rapita”, il furto di una secchia da pozzo rapita dai modenesi durante un conflitto con i bolognesi. </div><div class="MsoNormal" style="margin: 0in 0in 10pt; text-align: justify;">Al contrario, resta tutt’oggi assai vivace la rivalità tra le donne di Altolà e quelle della California, quindi tra le discendenti del ducato degli Estensi e quelle dello stato pontificio. Non è chiaro se tale conflitto secolare risalga alla Secchia rapita di Tassoniana memoria, ovvero alla contesa per qualche milite in servizio nel caseggiato detto “Guardone”.</div>Massimilianohttp://www.blogger.com/profile/14162831623015585365noreply@blogger.com1