sabato 22 novembre 2008

A CENA CON LA SIGNORA A.

L’occasione era davvero speciale, la Residenza che ci accoglieva straordinaria, gli Ospiti di prestigio. Appena giunto ho saluto con deferente calore, ricambiato, la Padrona di casa ed il suo importante Marito. Poi mi sono presentato a quanti non conoscevo e salutato alcuni amici. Mi sono, quindi, accomodato su di un accogliente divano, collocato accanto ad una poltrona sulla quale sedeva la Signora A., che incontravo per la prima volta.

Ho iniziato con i soliti convenevoli: da quanto tempo è qui, come mai, di cosa si occupa. La Signora A., talmente alla mano da presentarsi col solo nome di battesimo, ha immediatamente sottolineato il suo ruolo di imprenditrice di successo, preferendo omettere di esser lì quale moglie di un importante Rappresentante. Inoltre, nel discorrere della signora A., veneta, mi è parso di poter cogliere una leggera vena quasi di noncuranza, enfatizzata, la vena, dal suo continuo ripassarsi la mano tra i capelli (fin’allora ben pettinati) che venivano riavviati con forza all’indietro. Il tutto, naturalmente, senza mai distogliere lo sguardo dal vuoto che le si delineava dinanzi.

Certo, per uno che nel suo studio ha una pregiovole riproduzione dello stemma dei Borbone, che ama la storia, che ha lavorato con onestà (e qualche successo) per molti anni, che comunque qualcosina (privata e pubblica) la ha realizzata in continenti diversi, è certamente difficile confrontarsi con una imprenditrice di successo. La Signora A. è costretta a trascorrere ben venti giorni per tre volte l’anno nella città ove io ho avuto il privilegio di incontrarla, con il gravoso compito di preordinare, impostare ed avviare la produzione di quanto poi sarà venduto, attraverso un marketing sofisticato, sulle migliori piazza italiane.

La signora A. in realtà ha sviluppato questa sua attività già da tempo, in occasione di un precedente mandato del suo marito. Trovandosi sul posto ha desiderato emanciparsi ed avviare una sua propria impresa, individuando un vantaggio comparativo nelle qualità dei lavoratori del posto che, notoriamente, sono dotati di pregevole manualità. Ecco allora la possibilità di ricorrere a sarte e ricamatrici di raffinatezza unica, che sono in grado di garantire l’eccellenza del prodotto che le sottili vision ed il sofisticato marketing della signora A. rendono poi fruibile per le migliori creature delle nostre città.

Per tener viva la conversazione mi è piaciuto, allora, metter in luce le capacità manuali delle genti del posto. Non so perchè ho trovato interessante portare come esempio le eccellenze riscontrabili presso gli imprenditori italiani del mobile a Cebu.

Avevo colto nel segno, ero riuscito a suscitare l‘interesse della Signora A. che si è allora appassionata al caso ed ha domandato come mai e donde venissero tali imprenditori.

Beh - mi son sentito di dire - in effetti dei cebuani parla già il Suo conterraneo Pigafetta, che per primo arrivò a Mactan, appunto accanto a Cebu…. “Ah, - mi ha detto allora la signora A. col piglio furbesco dell’imprenditrice di successo – anche loro sono là….”

Non mi son sentito di commentare. E la nostra piacevole conversazione è terminata.

A fine serata la Signora A. ha rimarcato il proprio rilievo andando via, col marito, immediatamente dopo l’ospite d’onore. Sono certo che è ancora alla ricerca dei segreti del successo del Suo conterraneo Pigafetta in terra d’oriente, così da poter applicare anche alla sua intrapresa quei rivoluzionari principi.

Purtroppo, non mi è stato data l’opportunità di suggerire alla signora A. di cercare non nei manuali di marketing, ma piuttosto nei libri di storia, magari alla voce Magellano…

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