giovedì 13 novembre 2008

IL SENSO DEL PUDORE

Lo scorso agosto la cittadella della Politica fu pervasa da un fremito quando apprese che un moto di pudicizia aveva portato alla copertura di un seno della copia de “La Verità svelata dal Tempo” di Giovanbattista Tiepolo che appare sullo sfondo di ogni conferenza stampa da Palazzo Chigi.

In realtà Roma non è nuova a queste esperienze. È assai nota l’iniziativa che portò alla copertura dei nudi angelici della Cappella Sistina, mentre lo è meno la sorte toccata alla Statua della “Giustizia”, in realtà pregevole ritratto di Guglielmo della Porta di Giulia Farnese, famosa per la sua bellezza, più ancora che per esser sorella di Paolo III e giovane amante di Rodrigo Borgia (Alessandro VI).

Tale statua assieme a quella raffigurante la “Prudenza” (ritratto di Giovannella Caetani, madre di Alessando Farnese, il futuro Paolo III) orna il monumento funebre di Paolo III in San Pietro. In pieno spirito tridentino, Clemente VIII ordinò che “le statue della tomba di Paolo III di felice memoria siano levate oppure vengano coperte in modo più decente”.

Tale disposizione censoria – nota Corrado Augias – parla di “zinne, petto ed altre parti che dicevano fossero troppo lussuriose” ed accenna ad “una coscia scoperta fino all’orlo del vaso naturale”. Tuttavia, la questione si colora ulteriormente quando comincia a circolare voce che un pellegrino (o turista) era stato sorpreso a masturbarsi eccitato da quelle nude bellezze. La circostanza è successivamente ripresa, nel maggio 1833, in un Sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli che recita:

È tanto bella ch’un signore ingrese
‘Na vorta un sanpietrino ce lo prese
In atto sconcio e co l’uscello in mano

Allora er Papa ch’era Papa allora
Je fece fa cor bronzo la camicia
Che ce se vede ai tempi nostri ancora

Non risulta, per lo meno non a me, se l'iniziativa presa da Palazzo Chigi sia da mettere in relazione ad atti sconci compiuti da rappresentanti della stampa, magari della stampa estera, che frequentano il Palazzo Chigi.

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