mercoledì 15 aprile 2009

Gli Accordi di Plombières e le Origini del Regno d’Italia

Caro Mass,
ho letto con interesse la tua simpatica (ed interessante!) ricostruzione della nascita del Punt e Mes. In verità, l’origine di questo glorioso aperitivo che io avevo raccolto a Torino è leggermente differente, ma ugualmente gustosa: il barman del Carpano aveva proposto il suo nuovo aperitivo ad un “famoso avventore” chiedendone il parere. Questi, proprio in omaggio alla crescita della borsa di un punto e mezzo a seguito degli Accordi di Plombières, aveva suggerito di chiamare il nuovo aperitivo Punt e Mes.
Sia valida l’una o l’altra delle ricostruzioni, sembra chiaro che l’aperitivo è legato agli Accordi di Plombières che, quindi, vale la pena qui ricordare.
Camillo Benso di Cavour, allora Primo Ministro del Regno di Sardegna, aveva da tempo sviluppato un paziente e lungo lavoro preparatorio, che gli consentì di ottenere un appuntamento con Napoleone III, Imperatore francese, che finalmente poteva aver luogo, il 20 luglio 1858, nella cittadina termale francese di Plombières.
Nei colloqui furono gettate le basi dell'alleanza tra il Regno di Sardegna e la Francia. L'imperatore dichiarò al Cavour che era pronto a sostenere il Piemonte in una guerra contro l'Austria, purché la causa non fosse rivoluzionaria e che fosse, quindi, giustificabile sia verso le grandi potenze europee che davanti all'opinione pubblica, specialmente francese.
A guerra vinta, ipotizzavano gli Accordi di Plombières, la penisola italiana sarebbe stata suddivisa in tre Stati: un regno dell'Alta Italia, comprendente oltre al Piemonte, il Lombardo-Veneto e l'Emilia-Romagna, sotto la casa sabauda, che in cambio avrebbe ceduto alla Francia i territori di Nizza e della Savoia; un regno dell'Italia centrale formato dalla Toscana e dalle province pontificie, sotto Napoleone III, eventualmente da affidare al cugino Gerolamo Bonaparte, a cui fu stabilito di dare in sposa Clotilde, figlia primogenita di Vittorio Emanuele II (in verità già richiesta in sposa dal quarantenne Gerolamo, nonostante la Principessa avesse all’epoca solo quindici anni); un regno meridionale affidato a Luciano Murat, figlio di Gioacchino Murat. Al Papa, che per riguardo ai cattolici francesi avrebbe conservato la sovranità su Roma e dintorni, sarebbe stata offerta la presidenza della futura confederazione italiana.
Sostanzialmente, quindi, l’obiettivo francese era la costituzione di tre piccoli stati satelliti sotto la propria influenza, sottraendo così l’Italia al “dominio” asburgico. Tale visione, tuttavia, si scontrava, tra l’altro, con gli interessi inglesi ("Se le acque dell'Adriatico venissero turbate, l'agitazione si estenderà sul Reno, e l'Inghilterra sarebbe forzata a sguainare la spada, non solo per motivi di civiltà, ma anche d'interesse" aveva tuonato il ministro Disraeli alla Camera dei Comuni).
Sappiamo come poi le cose sono andate e resta tuttora forte il quesito sul ruolo degli inglesi nella cosidetta “Spedizione dei Mille” che, nel favorire l’unificazione completa dell’Italia, ha nei fatti vanificato il piano francese di fare della penisola suddivisa una propria "zona di influenza”.

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