sabato 24 aprile 2010

Il Modello Effimero

Circa due anni fa, con riferimento alle invocate riforme istituzionali circolava una battuta: mentre in Italia si discuteva del modello francese contrapposto al modello tedesco, in Francia, con maggior pragmatismo, il

neo-presidente Sarkozy impalmava la Modella italiana. Siamo ora in una situazione del tutto simile.
Discutiamo con animosità sulla opportunità che l’insegna dei negozi sia in dialetto locale e, eventualmente, anche in una lingua ufficiale comunitaria (compreso, quindi, l’italiano) e non riusciamo a soffermarci su elementi che, evidentemente, appaiono modesti ed insignificanti.
Giappone, Cina, India, Corea ed i Paesi del Sud Est Asiatico già oggi producono oltre il 30% della ricchezza mondiale e da loro proviene il 28% delle esportazioni globali. Noi stessi abbiamo fatto della Cina il nostro terzo paese fornitore. Intanto, i turisti cinesi non solo stanno diventando i più numerosi ma, per esempio in Francia, spendono il doppio dei turisti americani.
Ciò mentre noi preferiamo discettare sulla differenza tra il dialetto trevigiano e quello padovano senza, naturalmente, dimenticare le fondamentali differenze tra il bergamasco ed il bresciano.
È certamente sacrosanta la valorizzazione delle proprie origini e delle proprie radici (vere, non fasulle!), ma uno sguardo un po’ più in là del nostro naso potrebbe consentirci di meglio comprendere e decodificare i cambiamenti in atto ed intercettare alcuni importanti flussi di innovazione, veri creatori di benessere.


Nell’immagine Carla Bruni, première Dame de France

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