domenica 19 luglio 2009

Se Seicento Anni Vi Sembran Pochi

Alcune recenti inziative della Banca d’Italia nei confronti di Zopa hanno portato all’attenzione del grande pubblico l’emergere, anche in Italia, di un fenomeno – il prestito sociale – che ha già qualche anno di vita in diversi altri paesi, evidentemente più inclini a nuove pratiche mercantili ed anche sociali.
In sostanza il “social lending” utilizza la rete per mettere in contatto chi offre una somma di denaro con chi ha bisogno di contrarre un prestito. L’intemediario (in Italia fin’ora la britannica Zopa e l’olandese Boober) attribuisce un “rating” di solvibilità al richiedente e “spalma” in numerosissime operazioni il capitale offerto dal prestatore, in maniera da ridurre notevolmente il rischio per colui che offre il proprio denaro. I due attori stabiliscono direttamente le condizioni in termini di durata, tasso etc, che quindi mutano continuamente.
In realtà tale pratica non è per nulla nuova, se solo si risale alla funzione svolta nel passato da certe comunità ed etnie, in maniera da poter aggirare le proibizioni imposte agli appartenenti a determinate fedi religiose che proibisconono il prestito con interessi.
Sta di fatto che l’affermarsi di comunità virtuali anche per i prestiti suona anche come una bocciatura per il sistema bancario ed il ruolo non secondario svolto da certe banche nel pervenire alla situazione che ha determinato la crisi nella quale il mondo intero si dibatte.
C’è chi ha rilevato come la banca moderna – concepita in Toscana circa 600 anni fa – abbia impiegato sei secoli per offrire un servizio a cui ricorre meno di un terzo della popolazione mondiale. Il telefono cellulare, nato solo trentanni fa, è già utilizzato con soddisfazione dai due terzi della popolazione mondiale!

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