sabato 2 ottobre 2010

Un Intreccio Magico

David Godwin, un australiano con la passione (da me orgogliosamente condivisa !) per la MG, ha realizzato un sogno: assieme ad altri sei equipaggi, di età compresa tra i 54 ed i 70 anni, ha percorso in MG l’antica ‘Via della Seta’, dalla Cina fino al Regno Unito, attraversando Kazakhstan, Kircyzstan, Uzbekistan, Turkmenistan, Iran, Turchia, Grecia, Albania, Montenegro, Croazia, Slovenia, finalmente l’Italia (accolti a Brescia dal Presidente dell’MG Club d’Italia), per poi proseguire, attraverso la Svizzera, la Germania e la Francia, verso Longbridge, nel Regno Unito, ove sono assemblate le moderne MG.

Alla magia della gloriosa auto sportiva, quindi, si è intrecciato il mito di quel percorso – la “Via della Seta” – che per secoli ha assicurato, il contatto, lo scambio, il passaggio, la contaminazione di culture, ancor più che di merci e mercati.
Fu il geografo tedesco Ferdinand von Richthofen, nel 1877, a definire “via della seta” il reticolo degli oltre ottomila chilometri che, con itinerari non sempre agevoli sia terrestri, che marittimi e fluviali, hanno consentito lo sviluppo del commercio e di ogni altro scambio tra l’impero cinese e l’Occidente.
Pur se già ai tempi di Erodoto (475 a.C. circa) i mercanti percorrevano agevolmente i tremila chilometri della ‘Via Reale Persiana’ compresi tra Ecbatana (oggi Hamedan), Susa (Shush) e fino al porto di Smirne (Izmir) sull’Egeo, occorre attendere Alessandro Magno (356 – 323 a.C.) e le sue conquiste in Asia centrale, fino alla valle dell’Indo ed oltre l’odierno Afganistan, perchè si arrivi a stabilire comunicazioni regolari tra Oriente ed Occidente.
Nearco, il magnifico ammiraglio di Alessandro, aprì una rotta dal delta dell’Indo al Golfo Persico, e successivamente furono i Tolemei, impadronitisi dell’Egitto, a promuovere attivamente le vie commerciali con la Mesopotamia e l’India, attraverso i loro porti sul Mar Rosso ed i percorsi terrestri dei loro carovanieri.
Talune fonti attribuiscono addirittura a Giulio Cesare, di ritorno dall’Anatolia (ma altri storici fanno risalire la ‘scoperta” alla disfatta di Crasso a Carre), l’aver portato a Roma alcune bandiere, catturate al nemico, di uno sfavillante tessuto ancora sconosciuto che suscitò uno straordinario interesse: era la seta!
Il Senato di Roma emanò, invano, diversi editti per proibire alle donne, ma anche agli uomini, di indossare la seta, stante la intrinseca decadenza ed immoralità di questo tessuto. Naturalmente, nulla poterono gli editti e la seta continuò ad arrivare a Roma con la intermediazione dei Parti e dei mercanti di Palmira e di Petra, grazie all’abilità dei marinai di Antiochia, di Tiro e di Sidone.

Ma sulla Via della seta hanno viaggiato anche molti influssi artistici, in particolare nella sua sezione dell’Asia Centrale, dove si sono potuti mescolare elementi ellenistici, iraniani, indiani e cinesi.
Perfino Borea, dio greco del vento, ha compiuto uno stupefacente viaggio sulla Via della Seta, attraverso l’Asia Centrale e la Cina, fino a diventare il dio giapponese shintoista del vento, denominato Fujin.
Ma Borea non viaggiava in MG. Non ancora!

 
 
Nelle Immagini: David Godwin e la sua meravigliosa MGA; la 'Via della Seta'; Il dio del vento: da Borea a Fūjin.
 
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