domenica 31 gennaio 2010

L’inarrestabile

Nel 1995 i “pionieri” nell’uso del web erano circa sedici milioni, oggi gli utenti di internet sono un miliardo e seicento milioni, mentre hanno superato i quattro miliardi e settecento milioni i telefoni cellulari.
Ma ancor più importante è il cambiamento di stile e qualità della vita che tale innovazione comporta. Manuel Castellis, tra i maggiori teorici-guru del web, sebbene rilevi la tendenza della Rete a “personalizzarsi”, sottolinea come la nostra vita sia ormai divenuta un “palinsesto”. Grazie alla sempre crescente interattività e addirittura alla possibilità di programmazione, l’utente diviene attore protagonista.
È facile ricordare il ruolo che ha giocato la Rete nell’elezione di Obama: un outsider completamente estraneo ai palazzi del potere ufficiale ha ricevuto un contributo decisivo dall’utilizzo ottimale di Internet che gli ha consentito, tra l’altro, di coinvolgere nella sua campagna soggetti tradizionalmente esclusi e, allo stesso tempo, di attivare canali assolutamente innovativi nella fondamentale raccolta dei fondi.
L’affermarsi, tuttavia, di questa sorta di “contropotere orizzontale” non soggetto ad alcuna possibile governance (Manul Castellis), se comporta una notevole conquista individuale e sociale, sembra condurci verso una diffusa degenerazione fatta di una perenne caccia allo scandalo, peraltro favorita da una latente corruzione e dal mediocre livello della classe dirigente (non solo politica).
Il diffuso rigetto provocato da tale deriva avrebbe bisogno di molti altri Obama, ma la loro individuazione non sembra agevole...

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