domenica 26 febbraio 2012

Sotto la Croce di San Giorgio

L’increscioso episodio di pirateria nell’oceano Indiano, che ha visto coinvolti una nave e due militari italiani, ha attirato ancora una volta l’attenzione generale sui pirati e sulla pirateria, fenomeno vecchio quanto la navigazione stessa.
Plutarco ci narra di un giovane Giulio Cesare catturato dai pirati e liberato solo dopo il pagamento di un riscatto di cinquanta talenti (in verità i pirati ne avevano richiesti solo venti, offendendo in tal modo il futuro imperatore il quale riteneva il valore della propria vita ben più alto e che, quindi, impose ai suoi carcerieri di portare la richiesta a cinquanta talenti). Tornato libero Giulio Cesare organizzò una flotta per inseguire i suoi rapitori che furono tutti catturati e crocifissi.
La Croce di San Giorgio
antica bandiera della Repubblica di Genova
Anche in epoche successive la pirateria continuò a esser un’attività praticata e lucrosa. Tuttavia, i pirati erano - e sono – particolarmente attenti alla profittabilità della possibile preda e, soprattutto, a evitare assalti a potenze in grado di rispondere ai loro attacchi.

All’epoca delle crociate, nei primi secoli dello scorso millennio, il Mediterraneo era infestato di pirati, soprattutto di origine araba. Anche allora, tuttavia, erano evitati attacchi a potenze temute e rispettate. Ad esempio, le navi che battevano la bandiera con la Croce di San Giorgio (antico emblema della temuta e rispettata Repubblica di Genova) godevano di una sorta di immunità, derivante dal timore e dal rispetto attribuiti alla prestigiosa Repubblica.
La garanzia era tale che altri regni trattarono con Genova l'uso della sua Bandiera. Lo stesso Riccardo Cuor di Leone, in partenza per la terza crociata, avrebbe chiesto e ottenuto – contro il pagamento di un tributo annuale al Doge di Genova - l’utilizzo della bandiera di San Giorgio, proprio per proteggersi dagli attacchi di pirateria.
Sebbene altre fonti facciano risalire tale accordo ad alcuni decenni successivi, sta di fatto che la bandiera con la Croce di San Giorgio (croce rossa in campo bianco) è divenuta sin dal tredicesimo secolo la bandiera inglese ed anche della città di Londra (pur senza la spada e, soprattutto, il motto latino “Domine dirige nos”, guidaci, oh Signore!).  
Elisabetta I nomina Baronetto Francis Drake
Curiosamente, per l’alternarsi dei cicli storici, proprio gli inglesi, nel sedicesimo e diciassettesimo secolo, si distinsero per un’attiva pratica della pirateria, sebbene, usufruendo la stessa della legittimazione dell’Autorità sovrana, si debba più correttamente parlare di imprese corsare. Infatti, attraverso una “lettera di corsa” emessa dal governo, si autorizzava un gruppo privato ad assalire e catturare bastimenti mercantili ‘nemici’, rendendo di fatto legale la pirateria anzi, perfino nobilitandola, visto che le azioni erano svolte per conto e a favore del proprio governo che, in definitiva diveniva il principale beneficiario del bottino. In cambio l’autorità’, mediante la “lettera di corsa”, attribuiva lo status di combattente e autorizzava l’uso della Bandiera nazionale, permettendo al corsaro di rapinare le navi nemiche e di uccidere in combattimento. Famosissimi Francis Drake, addirittura insignito del titolo di Baronetto, e Henry Morgan per i loro assalti ai galeoni spagnoli e portoghesi carichi di ori, argenti e spezie, che contribuirono in maniera rilevante alla costruzione della ricchezza e della potenza marinara inglese.
Non sappiamo quanto renda la pirateria di oggi – che, come sempre, colpisce principalmente chi non reagisce e si piega più facilmente al ricatto – e, soprattutto, non sappiamo quali nobili potenze di domani nasceranno da tali deprecabili azioni dei nostri giorni.


martedì 21 febbraio 2012

Le Note Oblique

Mi fa piacere condividere questa bella e interessante videoclip di una giovane e promettente band di Lucera (la mia citta' natale).
Ai giovani musicisti de "Le Note Oblique" molti cari auguri di grande successo ! ! !


domenica 12 febbraio 2012

San Valentino Vs San Faustino

«Je suis déjà d'amour tanné, ma très douce Valentine» scriveva, dalla cattività di Londra, Carlo d’Orléans alla propria moglie. Si tratta, forse, della prima “valentine” giunta fino a noi – siamo intorno al 1420 – e ci introduce al molto più consumistico San Valentino dei nostri giorni.
A san Valentino si scambiano oltre
un miliardo di messaggio d'amore

Anche i Romani festeggiavano San Valentino: il 15 febbraio avevano luogo i “Lupercalia”, celebrazioni di purificazione in onore del dio Fauno, protettore del bestiame dall’attacco dei lupi, sebbene tali riti enfatizzassero piuttosto la fertilità e non l’amore romantico com’è per noi san Valentino.


Nel 496 Papa Gelasio I volle cristianizzare la celebrazione pagana e dedicò il 14 febbraio a san Valentino da Terni, vescovo e martire, grande predicatore dell’amore. Tuttavia, l’associazione specifica con l'amore romantico è certamente posteriore, risalendo con ogni probabilità al circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell'amor cortese.
Da circa 12 anni anche i Single hanno
la loro festa: san Faustino
Oggi la festa degli innamorati – particolarmente sentita nei paesi di cultura anglosassone - è celebrata con lo scambio di  valentine”, bigliettini d'amore a forma di cuore oppure secondo altre differenti  rappresentazioni popolari dell'amore romantico: una colomba, l'immagine di Eros che scocca le frecce, etc.). Naturalmente non poteva non svilupparsi un fiorente business su tale ‘sentimento popolare’. Infatti, supererebbe il miliardo il numero di bigliettini scambiati tra gli innamorati in occasione del san Valentino, rendendo tale ricorrenza seconda solo al Natale per numero di messaggi inviati.
E non poteva, naturalmente, mancare il succedaneo del san Valentino. Il giorno successivo, il 15 febbraio, ricorre la festa di San Faustino, cavaliere romano che trovò il martirio, assieme al suo amico Giovita, sotto l’imperatore Adriano e, in seguito, divenuto patrono di Brescia.
In tempi recenti la festa di San Faustino è stata associata alla celebrazione dei “single”, proprio in contrapposizione a San Valentino. Non sono pochi gli eventi celebrativi organizzati nel giorno di san Faustino, pur se molti li considerano dei surrogati un po’ tristi. Per lo meno, comunque, ciascuno ha la sua festa!
Dunque, a tutti gli innamorati, auguri per un caldo san Valentino! E ai single, arrivederci al 15 febbraio, festa di san Faustino...


 

domenica 29 gennaio 2012

L’Affaire Costa

Il naufragio della Costa Concordia è senza dubbio un disastro grave che deve, innanzitutto, suscitare rispetto e silenzio per le vittime – passeggeri e membri dell’equipaggio - e stimolare riflessioni sulle procedure di navigazione, l’organizzazione di bordo, perfino il rispetto dei litorali e dei parchi marini.
Troppo è stato detto e scritto, in verità non sempre con equilibrio, sulla sciagura, sul comportamento dell’equipaggio – eroico fino al sacrificio supremo in molti casi, approssimativo per altri – fino all’eccesso della copertina del germanico Der Spiegel.
La copertina di Der Spiegel
Sono stati rispolverati molti luoghi comuni ingenerosi sull’Italia e sugli italiani, quasi come se una simile disgrazia sia connaturale al nostro spirito e al nostro comportamento abituale.
Invece, ribadito il cordoglio ed il rispetto per le vittime e la condanna per quei comportamenti superficiali che sono alla base dell’incidente, occorre mettere in luce i molti aspetti positivi – questi sì connaturali agli italiani – che innanzitutto hanno fatto in modo che il naufragio non assumesse proporzioni catastrofiche e, comunque, hanno immediatamente portato conforto e assistenza ai superstiti.
Appena dopo l’incidente, la nave ha effettuato una difficile manovra di emergenza che l’ha avvicinata alla costa e lasciata adagiare su uno ‘scalino’, facilitando così l’evacuazione ed evitando l’affondamento. Per ciò va riconosciuta la perizia di chi ha guidato una nave delle dimensioni della “Concordia” e di quanti, poi, si sono adoperati per portare a terra tutti i naufraghi.
Certamente ciascuna vita merita considerazione e massimo deve essere il rispetto per il dolore dei familiari e degli amici delle vittime. Tuttavia, se si considera che a bordo della ‘Concordia’ si trovavano circa 3.200 passeggeri e mille membri dell’equipaggio, esser riusciti a “limitare” le vittime a 34 (su 4.200) può esser considerato come un ulteriore elemento da valutare positivamente.
Al varo della Costa Concordia la bottiglia
di champagne (nell'immagine tra la "A" e la "C") non si ruppe
Non sembrano, inoltre, esser stati sufficientemente enfatizzati i gesti di generosa umanità che volontariamente la popolazione del Giglio ha portato ai naufraghi: il bar che riapre per offrire bevande calde e ristoro, il sacerdote che offre la sua chiesa come bivacco per i superstiti che hanno così potuto trascorrere la notte in un ambiente chiuso e in maniera meno drammatica. Tali comportamenti, che per noi suonano ‘naturali’ non sono comuni a tutti i popoli, molti dei quali, noti per rigidità, sviluppano invece una spiccata tendenza al giudizio negativo per tutti gli altri, italiani in primis!
La stessa Costa Crociere, in poche ore, ha organizzato il ritorno ai propri luoghi di origine di tutti i superstiti mettendo in campo la professionalità dei propri dipendenti nota e apprezzata in tutto il mondo.
Certamente sarà necessario appurare ogni responsabilità e, comunque, adottare tutte le misure e le procedure atte a evitare nuove sciagure determinate da incuria e superficialità. Tuttavia, una maggiore consapevolezza dei molti aspetti positivi (spesso apprezzati all’estero ben più che in Italia!) che ci contraddistinguono può aiutarci non solo nella difesa dell’orgoglio nazionale, ma perfino nel percorso virtuoso che deve portarci fuori dalle secche odierne e restituirci il rango che ci compete.

sabato 21 gennaio 2012

Il bisnonno dell’I-pad

La piacevole ed interessante passeggiata lungo il ‘Singapore River’ – in realtà un braccio di mare che si insinua nell’isola di Singapore e non un fiume, come il nome farebbe pensare – è impreziosita dalla vista dei pregevoli grattacieli del distretto finanziario che sorge al di là del corso d’acqua.
Scultura lungo il Singapore River
Un Mercante utilizza l'Abaco per i suoi calcoli  
La passeggiata è anche abbellita da sculture che rievocano momenti e personaggi importanti della storia di questa Venezia dei nostri tempi: al fianco della statua di Raffles, il fondatore della Città-Stato, vi si trovano sculture che rappresentano i commerci che sin dall’origine hanno caratterizzato Singapore. Una di queste sculture rappresenta un mercante che, intento a verificare talune mercanzie, con perizia maneggia un abaco, esattamente come, fosse una rappresentazione odierna, egli avrebbe tra le mani un I-pad.

Abaco viene dal semitico abq, che significa "polvere", "sabbia" e forse sono stati proprio i popoli della Mesopotamia ad aver inventato questa potente macchina calcolatrice comune ai Maya e agli Egizi, ai Cinesi e ai Romani. Alcuni storici sostengono che l’Abaco abbia già compiuto cinquemila anni!
L’abaco in realtà ha costituito un’importante innovazione rispetto ai sistemi di calcolo antecedenti basati sull’utilizzo di bastoncini, pietruzze, aste con tacche, cordicelle con nodi. I Sumeri (popolo al quale dobbiamo tanto della nostra “moderna” organizzazione) introdussero il principio che attribuiva un diverso valore della cifra secondo la sua posizione, principio ancora utilizzato negli orologi. E l’influenza dei Sumeri è rimasta anche nella suddivisione dell’ora in 60 minuti e dei minuti in 60 secondi, dovendo ancora esser concepito il nostro sistema decimale.
Un Abaco
Il termine viene dal semitico abq che significa polvere, sabbia 
La “romana computatio”, abilità peraltro a noi totalmente sconosciuta, utilizzava le dita delle due mani appoggiate a varie parti del corpo, con la possibilità di indicare i numeri sino a un milione. Di certo, invece, sappiamo che i romani utilizzavano l’abaco per i loro calcoli (termine, peraltro proveniente proprio dal latino "calculi" che sono i "sassolini" che si ponevano in una tavoletta con apposite scanalature) ove le palline superiori valevano cinque unità ciascuna, mentre quelle inferiori una unità. Ogni fila verticale rappresentava valori numerici crescenti partendo dall'ultima, quindi unità, decine, centinaia etc. Muovendo le palline con riporti di tipo semidecimale si potevano eseguire tutte le operazioni di aritmetica, calcolando fino ai milioni, ma anche molte operazioni di algebra, con velocità non eccessivamente diverse da quelle di una moderna calcolatrice tascabile.

Forse l’eleganza e perfino l’immagine garantite dal moderno I-pad non erano assicurate dall’Abaco, tuttavia tale “elementare” strumento ha certamente aiutato lo sviluppo ed il successo di Popoli e Civiltà assolutamente Grandi.

 

sabato 31 dicembre 2011

Addio al 2011

L'anno si apre con una Luna incerta !


Ma la saggezza orientale aiuta ...


... con grazia ...


... anche offrendo un momento di relax ...



L'emozione dell'incontro con il giovane genio Zhang Haochen


e con il Maestro Tsung Yeh



La maestosita' della Porta di Brandeburgo


e la suggestione del lago di Zurigo



A colazione con Fabio Cannavaro



L'anno si chiude con un incontro Reale, con Carlo di Borbone



Il futuro si preannuncia migliore...


A U G U R I   P E R  U N  G R A N D E  2 0 1 2 ! ! !

venerdì 23 dicembre 2011

A U G U R I

Gli Auguri migliori di
 Natale Sereno  
e di un 2012
ricco di realizzazioni importanti