sabato 31 dicembre 2011

Addio al 2011

L'anno si apre con una Luna incerta !


Ma la saggezza orientale aiuta ...


... con grazia ...


... anche offrendo un momento di relax ...



L'emozione dell'incontro con il giovane genio Zhang Haochen


e con il Maestro Tsung Yeh



La maestosita' della Porta di Brandeburgo


e la suggestione del lago di Zurigo



A colazione con Fabio Cannavaro



L'anno si chiude con un incontro Reale, con Carlo di Borbone



Il futuro si preannuncia migliore...


A U G U R I   P E R  U N  G R A N D E  2 0 1 2 ! ! !

venerdì 23 dicembre 2011

A U G U R I

Gli Auguri migliori di
 Natale Sereno  
e di un 2012
ricco di realizzazioni importanti


domenica 11 dicembre 2011

Il Piacere di un Flash Back

Mi hanno fatto un regalo!

Philip, della cui amicizia vado orgoglioso, mi ha donato un’eccezionale carta geografica del ‘600 dell’Africa nord-occidentale, in omaggio alla mia passione per la storia e alla mia permanenza, per oltre quattro anni, in quella regione. Philip è un vero gentiluomo, anzi un gentleman, essendo per metà inglese, di quella razza che sembra essere in via di estinzione e con gratitudine gli riconosco l’opportunità offertami di ritornare a quei luoghi, colmi di storie che si dipanano tra culture e avvenimenti solo apparentemente diversi.
Africa Nord Occidentale nel '600
L’Africa del nord-ovest – oggi regno del Marocco – è una regione ove talune pratiche si perpetuano da più di tremila anni con i medesimi tempi e le stesse cadenze, spesso ancora rispettose dei ritmi della natura. Certamente la regione vanta località belle e famose, capaci di attrarre visitatori esclusivi, proprio per lo charme che le pervade, come può essere la Marrakech di Yves de Saint Laurent o la Tangeri di Tahar Ben Jelloun. Eppure, a me piace ricordare soprattutto una piccola città marinara, importante per i commerci dei fenici, l’orgoglio del potere imperiale romano, l’intraprendenza dei navigatori portoghesi, la voglia di sensazioni piacevoli di Jimi Hendrix e di Bob Marley.

Essaouira, l’antica Mogador, è da sempre famosa per la produzione della porpora, quella utilizzata per i paramenti degli imperatori romani (oro e porpora, ancora oggi i colori di Roma, impropriamente banalizzati in giallo e rosso), costituendo un habitat ideale per la vita dei crostacei murici che ci regalano, per l’appunto, la porpora. I fenici sono stati i primi tintori del Mediterraneo e, sfruttando la produzione e la commercializzazione di tale pregiatissima porpora, impiantarono forse la prima industria dell’intera civiltà del Mediterraneo, anche se saranno le tuniche per gli Imperatori romani a rendere eterna la fama di tale porpora!
Essaouira vista dal mare
Ma dinanzi alle coste di sabbia bianca di Essaouira, oggi paradiso di surfisti ed amanti del sole generoso che bacia quella terra, hanno incrociato navi  fenicie, cartaginesi, romane, arabe, portoghesi, olandesi, inglesi, francesi per incontrare i mercanti provenienti dal centro dell’Africa e le carovane partite da Timbuctù. Piume di struzzo, sale, spezie, alose, zucchero, cereali, porpora, cavalli, oro, stoffe... A Essaouira si trovava tutto ciò che potevano sognare un marinaio o un imperatore. Nella seconda metà del ‘700 si svolgeva ad Essaouira circa il 40% del commercio del Marocco (all’epoca ricco stato indipendentemente che sarà il primo a riconoscere gli Stati Uniti d’America, come testimonia la lettera di ringraziamento di George Washington, conservata a Rabat). 
Jimi Hendrix. La sua visita ad Essaouira ha reso questo luogo
 tappa obbligata  delle carovane hippie  
Ma Essaouira è anche la riserva ove da aprile a ottobre si danno convegno i Falchi di Eleonora per la stagione della loro riproduzione, prima di far ritorno nel Mediterraneo o a sud, fino al Madagascar.

Più recentemente, nell’estate del 1969, la magia di Essaouira ha attratto Jimi Hendrix (che qui avrebbe amato Colette Mimram) e Bob Marley, facendola così divenire una tappa obbligata delle carovane hippie alla ricerca del nirvana. Volentieri si percorrevano le stradine costeggiate da case bianche con le imposte blu e ci si incantava al sottile chiaroscuro della piazzetta di Bab el-Sebaa o nel seguire le esclamazioni dei pescatori intenti a distendere le reti o a scaricare le cassette di pesce argentato, ricche di aromi che stuzzicano le narici. Sulla Skala della Casbah sono ancora allineati i cannoni di Essaouira e proprio questo luogo, emerso dal passato, fu scelto da Orson Welles per girare le scene in esterno del suo Otello.
Magari la sfrenata ricerca estatica della verità propria dell’hippie degli anni andati non è più di moda, ma il piacere di questo flash-back è senza dubbio un gran regalo del mio amico Philip!

domenica 13 novembre 2011

Il Commiato

La copia della Verità svelata dal Tempo di Tiepolo
dopo l'intervento censorio
La rievocazione delle gesta del Governo Berlusconi riempie i siti e le pagine dei giornali di mezzo mondo. Sebbene questo Blog tradizionalmente non si occupi di politica, oggi anche noi desideriamo ricordare il Governo che lascia con un episodio dell’estate 2008, certamente minore ma forse ricco di simboli.
Sullo sfondo della sala di Palazzo Chigi ove il Presidente del Consiglio incontra i giornalisti si trova una copia de “La Verità svelata dal Tempo” di Giovanbattista Tiepolo. L’opera raffigura allegoricamente una giovane donna che, mollemente posata su un soffice tappeto di nubi, rappresenta la Verità. Il corpo nudo, morbido e sensuale della giovane è stretto tra le braccia del Tempo, rappresentato, secondo tradizione, da un vecchio la cui pelle raggrinzita contrasta nettamente con le carni rosee e levigate della fanciulla.
Nell’estate del 2008, quindi proprio all’inizio dell’attività del nuovo Governo, un moto di pudicizia portò alla copertura del seno della giovane donna che, infatti, ora non appare più nuda.

Tale episodio, esso stesso felice allegoria dei costumi di cui saremmo successivamente venuti a conoscenza, non costituisce una novità per Roma, città talmente abituata ai cambiamenti che ne resta totalmente estranea, attendendo, agnosticamente e con umorismo beffardo, il prossimo mutamento.
Il Monumento funebre a Paolo III Farnese
con le statue della Giustizia e della Prudenza
Prima che il Governo Berlusconi decidesse la copertura del seno della giovane donna, erano state ad esempio coperte le nudità michelangiolesche della cappella Sistina. Ma l’episodio certamente più gustoso riguarda la “Statua della Giustizia” che assieme alla “Prudenza” orna il monumento funebre di papa Paolo III Farnese in San Pietro.

La ‘Giustizia’, in realtà, ritrae Giulia Farnese, famosa per la sua bellezza, sorella di Paolo III e giovane amante di Rodrigo Borgia (Alessandro VI), mentre la ‘Prudenza’ raffigura Giovannella Caetani, madre di Giulia.
Il medesimo moto di pudicizia che ha portato all’intervento di Palazzo Chigi sulla copia dell’opera del Tiepolo, oltre quattro secoli prima aveva pervaso il Papa Clemente VIII che ordinò che “le statue della tomba di Paolo III di felice memoria siano levate oppure siano coperte in modo più decente”, anche in considerazione di “zinne, petto ed altre parti troppo lussuriose” e di “una coscia scoperta fino all’orlo del vaso naturale”.

Il francobollo commemorativo di Belli
Successivamente a Roma cominciò a circolare una voce su di un pellegrino sorpreso proprio in San Pietro a masturbarsi eccitato da quelle nude bellezze. La circostanza è perfino ripresa da Giuseppe Gioacchino Belli in un Sonetto del maggio 1833 che recita:


È tanto bella ch’un signore ingrese
‘Na vorta un sanpietrino ce lo prese
In atto sconcio e co l’uscello in mano
Allora er Papa ch’era Papa allora
Je fece fa cor bronzo la camicia
Che ce se vede ai tempi nostri ancora


Non sono, invece, ancora del tutto noti gli sviluppi successivi all’intervento sulla copia dell’opera del Tiepolo in Palazzo Chigi.




domenica 23 ottobre 2011

Da Caterina a Giulia

È nata! Finalmente è nata la figlia del Presidente francese Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa e della modella e cantautrice italiana Carla Gilberta Bruni Tedeschi, ereditiera della fortuna creata del nonno, Virginio Bruni Tedeschi, con gli pneumatici Ceat, marchio venduto a Pirelli negli anni 1970 e che ora sopravvive (peraltro con eccellenti performance) in India, in virtù di un accordo che risale a oltre cinquanta anni fa.
In realtà, non è la prima volta che la première dame di Francia proviene dall’Italia. Il precedente illustre risale a cinque secoli fa, quando la quattordicenne Caterina, figlia di Lorenzo II de' Medici duca d'Urbino e di Maddalena de-la-Tour d'Auvergne, andò in sposa a Enrico d’Orleans, il futuro re Enrico II.
Caterina de' Medici (1519-1589)
Caterina era nata a Firenze nel 1519 e perse molto presto ambedue i genitori, divenendo perciò la sola ereditiera di un’immensa ricchezza. Della sua educazione si occupò uno zio paterno, il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, il quale fece di Caterina una delle donne meglio educate e più istruite del tempo. Quando Caterina aveva quattordici anni, Clemente acconsentì alla richiesta del potentissimo Francesco I di Francia che voleva darla in sposa a suo figlio Enrico d’Orleans.
Il matrimonio fu celebrato a Marsiglia il 27 ottobre 1533. Per impressionare la potente Corte di Francia, Caterina che era piccola di statura (“piccola e snella, con capelli biondi e sottili, non bella in volto, ma con gli occhi caratteristici a tutti i Medici”) si rivolse a degli artigiani fiorentini che prepararono per lei le prime scarpe con tacchi alti. Caterina rese anche popolare l’uso della gorgiera, un rigido colletto pieghettato di dimensioni appariscenti, divenuto essenziale nel guardaroba, maschile e femminile, del nobile del ‘500 e del ‘600.
Educata nelle più ricche e sofisticate corti dell’epoca, Caterina si trovava a disagio per il cattivo odore che sembra emanasse il suo sposo, poco incline alla cura del suo corpo. Perciò impose a corte l’uso di profumi che faceva arrivare principalmente dalla Germania: introdusse così ai francesi l’eau de Cologne. 
Rilevante l'influenza della tradizione
toscana sulla 'Cucina Francese'
Oltre agli innumerevoli servitori (governante, tre cuoche del Mugello, alcuni pasticceri, un gelataio di Urbino, Ruggeri, in precedenza premiato a Firenze per la creazione del dolcetto gelato, che al banchetto nuziale di Marsiglia stupì tutti con il suo "ghiaccio all'acqua inzuccherata e profumata”), al seguito di Caterina giunsero in Francia tutti gli odori, gli ingredienti e le prelibatezze della Toscana, che oggi fanno grande la cucina francese: la salsa colla (la bèchamel, comunemente ritenuta creazione di Luis de Bèchamel, gran ciambellano di Luigi XIV), la zuppa di cipolle (soupe à l'Oignon), il papero con la melangola (evolutosi nel Canard à l'Orange), la rustica frittata (ingentilita nell’omelette), il fegato farcito (fois en peluche), e tutta una serie di verdure (cardi, scalogni, fave, zucchine, sedano, cipolle, carciofi).
Durante il regno del marito, Caterina si occupò poco di politica. Ma alla morte di Enrico si rivelò madre ‘presente’ di ben tre re di Francia (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III) e governante abile e spregiudicata nei burrascosi anni delle guerre di religione (ordinò lei la strage degli ugonotti della notte di San Bartolomeo del 1572, dopo la quale fece celebrare un solenne Te Deum di ringraziamento) e delle estenuanti lotte con la Spagna di Filippo II e l'Inghilterra di Elisabetta I.
Ora non sappiamo cosa il destino riserverà alla piccola Giulia, certo il paragone con il precedente è piuttosto impegnativo. Auguri!

 

domenica 9 ottobre 2011

Il Buon Governo

Nel 1689 John Locke pubblica i “Trattati sul Governo”
Lo Stato moderno, cosi come noi lo conosciamo in Occidente da Locke e Montesquieu in poi, si fonda sulla separazione dei poteri, nel presupposto che un equilibrio tra le diverse funzioni garantisca il buon andamento della Cosa-Pubblica. Chiunque abbia il potere tende ad abusarne fin che non trova un limite – era il pensiero di Montesquieu - e, pertanto, per evitare la possibile degenerazione è stata creata quell’architettura che è lo “stato di diritto” per cui la funzione legislativa, quindi la creazioni delle norme atte a regolare il convivere civile, viene esercitata dal Parlamento; la funzione amministrativa, vale a dire l’applicazione delle leggi, è affidata al governo nelle sue diverse espressioni; la funzione giurisdizionale, quindi il garantire il rispetto delle leggi, viene esercitato dal giudice.
L’esperienza recente del Belgio, tuttavia, ha incrinato tali ‘saldi’ principi. Il paese, infatti, ha potuto vivere quasi 500 giorni senza un governo. La “Macchina Statale” ha lavorato senza problemi, paradossalmente sembra addirittura beneficiando dell’assenza di un governo nel pieno delle funzioni: ha ben gestito il semestre di presidenza della Unione Europea, ha garantito una coerente partecipazione all’intervento militare in Libia, ha perfino visto aumentare, seppur in maniera non eccessiva, il PIL.
Il Belgio, senza governo da quasi 500 giorni 
Il Governo “provvisorio” poteva curare i soli ‘affari correnti’ e garantire la continuità dello Stato. Ciò ha tra l’altro comportato un rigore nella politica di bilancio, in quanto ciascun Ministro non poteva che spendere in ogni mese un dodicesimo di quanto stanziato nel bilancio dell’anno precedente, senza facoltà alcuna di assume nuove iniziative di spesa.
Tale situazione ha perfino giovato all’immagine dei funzionari delle varie amministrazioni: abbandonando l’abituale lavoro ‘dietro le quinte’, finalmente hanno potuto prender su se stessi tutti i meriti del buon funzionamento statale ed assurgere a “guardiani del paese e della prosperità”. Hanno perfino sbloccato situazioni vecchie di anni con realizzazioni che lo stallo politico ha consentito di portare a compimento nell’interesse dei cittadini quali, ad esempio, l’archivio elettronico delle pensioni individuali che il Ministero del Welfare rimandava da anni.
Da Bruxelles giunge ora la notizia che alcuni partiti (otto per la precisione) hanno raggiunto un accordo per la formazione di un governo nel pieno delle proprie funzioni e capacità. Pur senza evocare situazioni a noi più vicine, resta forte il quesito su come la popolazione accoglierà il ritorno a un Governo pieno, dopo l’esperienza di “buon governo” resa possibile proprio dall’assenza di un Governo.


venerdì 30 settembre 2011

Un Nobile

Andrew Jackson, il settimo presidente degli Stati Uniti, era un uomo particolarmente perseverante, testardo. Talmente testardo che i suoi avversari repubblicani, nel corso della campagna elettorale del 1828 che lo porterà alla Casa Bianca, lo sminuivano e, irridendolo, lo presentavano come un asinello. Risale proprio a questi episodi l’adozione dell’Asinello a mascotte, a simbolo (non ufficiale, in verità) del Partito Democratico degli Stati Uniti.
L'Asinello è la mascotte del Partito Democratico
Quantunque eclatante, questo non è che uno dei molteplici esempi in cui l’Asino viene usato per insultare. In molte lingue dare dell’asino è una offesa, anche seria, e ancor oggi le ‘orecchie d’asino’ sono irrisioni efficaci. Claudio Bisio ha perfino recitato in “Asini”, un film in cui ragazzi eccessivamente buoni non riescono a star al passo col tumultuoso divenire della società.
E, invece, pur così denigrato, l’Asino è un animale antico e nobile. Le prime notizie (positive!) risalgono a settemila anni fa, presso le civiltà della Mesopotamia. Dal suo nome semitico (Athon) derivano gli appellativi che ritroviamo in innumerevoli lingue mediterranee ed europee: dal greco ònos al latino asinus, dal tedesco asni all’inglese ass, allo slavo osilu, al francese âne, all’arabo hmar. .
Di natura forte e robusta, ma sobrio e frugale, l’Asino è innanzitutto paziente. Talmente paziente da aver consentito all’uomo, nel corso dei secoli, di trattarlo con una rudezza che non si riscontra in nessuna altra relazione dell’uomo verso animali addomesticati. E ciò nonostante l’Asino abbia collaborato allo sviluppo dell’Uomo.
L'asino domestico svolgeva le stesse mansioni del cavallo, pur rimanendo meno costoso accontentandosi di poco, e per tale ragione i contadini più poveri lo preferivano al cavallo, da cui la denominazione di “cavallo del povero”. Ma l’Asino è stato anche un importante mezzo di trasporto sulle strade di montagne e si rivelerà fondamentale in molte battaglie della Prima Guerra Mondiale.
Un esemplare di Asino Ragusano
L’Asino ha perfino recitato un ruolo rilevante nel Vangelo di Gesù: presiede alla Sua nascita, assumendo addirittura l’onere di scaldarlo nella mangiatoia di Betlemme, e sarà proprio cavalcando un puledro d'asina che Gesù entrerà trionfante in Gerusalemme, mentre una grande folla lo osannava. La stessa folla che qualche giorno dopo lo condannerà alla crocifissione, preferendogli Barabba.
E, ancora, l’Asino ci offre il suo latte. Certamente a fini cosmetici (come non ricordare i bagni in latte d’asina di Cleopatra!) ma soprattutto per l’alimentazione, essendo il suo latte il più simile a quello della femmina dell’uomo. Ippocrate lo raccomandava per ogni tipo di problema (avvelenamenti, intossicazioni, dolori articolari, cicatrizzazione delle piaghe) mentre Georges-Louis Leclerc, il conte de Buffon, naturalista e biologo della Francia del ‘700, lo segnala nella sua Storia Naturale. Ai suoi tempi vennero impiantate a Parigi numerose “stalle asinine”, dove le signore eleganti si recavano per ottenere la preziosa bevanda.
Senza scomodare l’Asino d’oro di Lucio Apuleio o la Bibbia con l’Asinella parlante del mago Balaam, si può ricordare l’Asino Lucignolo, il compagno d’avventure di Pinocchio nel paese dei balocchi.
Insomma, proprio un genuino e Nobile Amico dell’Uomo ora ritiratosi in disparte, in questa nostra epoca eccessivamente rude e sbrigativa, perfino per un essere forte e robusto, ma pur sempre sobrio e frugale!