domenica 23 ottobre 2011

Da Caterina a Giulia

È nata! Finalmente è nata la figlia del Presidente francese Nicolas Paul Stéphane Sarközy de Nagy-Bocsa e della modella e cantautrice italiana Carla Gilberta Bruni Tedeschi, ereditiera della fortuna creata del nonno, Virginio Bruni Tedeschi, con gli pneumatici Ceat, marchio venduto a Pirelli negli anni 1970 e che ora sopravvive (peraltro con eccellenti performance) in India, in virtù di un accordo che risale a oltre cinquanta anni fa.
In realtà, non è la prima volta che la première dame di Francia proviene dall’Italia. Il precedente illustre risale a cinque secoli fa, quando la quattordicenne Caterina, figlia di Lorenzo II de' Medici duca d'Urbino e di Maddalena de-la-Tour d'Auvergne, andò in sposa a Enrico d’Orleans, il futuro re Enrico II.
Caterina de' Medici (1519-1589)
Caterina era nata a Firenze nel 1519 e perse molto presto ambedue i genitori, divenendo perciò la sola ereditiera di un’immensa ricchezza. Della sua educazione si occupò uno zio paterno, il cardinale Giulio de’ Medici, futuro papa Clemente VII, il quale fece di Caterina una delle donne meglio educate e più istruite del tempo. Quando Caterina aveva quattordici anni, Clemente acconsentì alla richiesta del potentissimo Francesco I di Francia che voleva darla in sposa a suo figlio Enrico d’Orleans.
Il matrimonio fu celebrato a Marsiglia il 27 ottobre 1533. Per impressionare la potente Corte di Francia, Caterina che era piccola di statura (“piccola e snella, con capelli biondi e sottili, non bella in volto, ma con gli occhi caratteristici a tutti i Medici”) si rivolse a degli artigiani fiorentini che prepararono per lei le prime scarpe con tacchi alti. Caterina rese anche popolare l’uso della gorgiera, un rigido colletto pieghettato di dimensioni appariscenti, divenuto essenziale nel guardaroba, maschile e femminile, del nobile del ‘500 e del ‘600.
Educata nelle più ricche e sofisticate corti dell’epoca, Caterina si trovava a disagio per il cattivo odore che sembra emanasse il suo sposo, poco incline alla cura del suo corpo. Perciò impose a corte l’uso di profumi che faceva arrivare principalmente dalla Germania: introdusse così ai francesi l’eau de Cologne. 
Rilevante l'influenza della tradizione
toscana sulla 'Cucina Francese'
Oltre agli innumerevoli servitori (governante, tre cuoche del Mugello, alcuni pasticceri, un gelataio di Urbino, Ruggeri, in precedenza premiato a Firenze per la creazione del dolcetto gelato, che al banchetto nuziale di Marsiglia stupì tutti con il suo "ghiaccio all'acqua inzuccherata e profumata”), al seguito di Caterina giunsero in Francia tutti gli odori, gli ingredienti e le prelibatezze della Toscana, che oggi fanno grande la cucina francese: la salsa colla (la bèchamel, comunemente ritenuta creazione di Luis de Bèchamel, gran ciambellano di Luigi XIV), la zuppa di cipolle (soupe à l'Oignon), il papero con la melangola (evolutosi nel Canard à l'Orange), la rustica frittata (ingentilita nell’omelette), il fegato farcito (fois en peluche), e tutta una serie di verdure (cardi, scalogni, fave, zucchine, sedano, cipolle, carciofi).
Durante il regno del marito, Caterina si occupò poco di politica. Ma alla morte di Enrico si rivelò madre ‘presente’ di ben tre re di Francia (Francesco II, Carlo IX ed Enrico III) e governante abile e spregiudicata nei burrascosi anni delle guerre di religione (ordinò lei la strage degli ugonotti della notte di San Bartolomeo del 1572, dopo la quale fece celebrare un solenne Te Deum di ringraziamento) e delle estenuanti lotte con la Spagna di Filippo II e l'Inghilterra di Elisabetta I.
Ora non sappiamo cosa il destino riserverà alla piccola Giulia, certo il paragone con il precedente è piuttosto impegnativo. Auguri!

 

1 commento:

Oltremare ha detto...

Il matrimonio di Caterina De Medici e' stato anche la causa indiretta dello sviluppo dell'industria vinicola sudafricana: fuggiti gli ugonotti superstiti alla notte di San Bartolomeo nelle Province Unite con barbatelle delle loro preziose viti, furono consigliati dagli Olandesi di trasferirsi nella più salubre Provincia del Capo, dove ancor oggi esiste un villaggio chiamato "Franshoek" (l'angolo francese).