domenica 12 febbraio 2012

San Valentino Vs San Faustino

«Je suis déjà d'amour tanné, ma très douce Valentine» scriveva, dalla cattività di Londra, Carlo d’Orléans alla propria moglie. Si tratta, forse, della prima “valentine” giunta fino a noi – siamo intorno al 1420 – e ci introduce al molto più consumistico San Valentino dei nostri giorni.
A san Valentino si scambiano oltre
un miliardo di messaggio d'amore

Anche i Romani festeggiavano San Valentino: il 15 febbraio avevano luogo i “Lupercalia”, celebrazioni di purificazione in onore del dio Fauno, protettore del bestiame dall’attacco dei lupi, sebbene tali riti enfatizzassero piuttosto la fertilità e non l’amore romantico com’è per noi san Valentino.


Nel 496 Papa Gelasio I volle cristianizzare la celebrazione pagana e dedicò il 14 febbraio a san Valentino da Terni, vescovo e martire, grande predicatore dell’amore. Tuttavia, l’associazione specifica con l'amore romantico è certamente posteriore, risalendo con ogni probabilità al circolo di Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell'amor cortese.
Da circa 12 anni anche i Single hanno
la loro festa: san Faustino
Oggi la festa degli innamorati – particolarmente sentita nei paesi di cultura anglosassone - è celebrata con lo scambio di  valentine”, bigliettini d'amore a forma di cuore oppure secondo altre differenti  rappresentazioni popolari dell'amore romantico: una colomba, l'immagine di Eros che scocca le frecce, etc.). Naturalmente non poteva non svilupparsi un fiorente business su tale ‘sentimento popolare’. Infatti, supererebbe il miliardo il numero di bigliettini scambiati tra gli innamorati in occasione del san Valentino, rendendo tale ricorrenza seconda solo al Natale per numero di messaggi inviati.
E non poteva, naturalmente, mancare il succedaneo del san Valentino. Il giorno successivo, il 15 febbraio, ricorre la festa di San Faustino, cavaliere romano che trovò il martirio, assieme al suo amico Giovita, sotto l’imperatore Adriano e, in seguito, divenuto patrono di Brescia.
In tempi recenti la festa di San Faustino è stata associata alla celebrazione dei “single”, proprio in contrapposizione a San Valentino. Non sono pochi gli eventi celebrativi organizzati nel giorno di san Faustino, pur se molti li considerano dei surrogati un po’ tristi. Per lo meno, comunque, ciascuno ha la sua festa!
Dunque, a tutti gli innamorati, auguri per un caldo san Valentino! E ai single, arrivederci al 15 febbraio, festa di san Faustino...


 

domenica 29 gennaio 2012

L’Affaire Costa

Il naufragio della Costa Concordia è senza dubbio un disastro grave che deve, innanzitutto, suscitare rispetto e silenzio per le vittime – passeggeri e membri dell’equipaggio - e stimolare riflessioni sulle procedure di navigazione, l’organizzazione di bordo, perfino il rispetto dei litorali e dei parchi marini.
Troppo è stato detto e scritto, in verità non sempre con equilibrio, sulla sciagura, sul comportamento dell’equipaggio – eroico fino al sacrificio supremo in molti casi, approssimativo per altri – fino all’eccesso della copertina del germanico Der Spiegel.
La copertina di Der Spiegel
Sono stati rispolverati molti luoghi comuni ingenerosi sull’Italia e sugli italiani, quasi come se una simile disgrazia sia connaturale al nostro spirito e al nostro comportamento abituale.
Invece, ribadito il cordoglio ed il rispetto per le vittime e la condanna per quei comportamenti superficiali che sono alla base dell’incidente, occorre mettere in luce i molti aspetti positivi – questi sì connaturali agli italiani – che innanzitutto hanno fatto in modo che il naufragio non assumesse proporzioni catastrofiche e, comunque, hanno immediatamente portato conforto e assistenza ai superstiti.
Appena dopo l’incidente, la nave ha effettuato una difficile manovra di emergenza che l’ha avvicinata alla costa e lasciata adagiare su uno ‘scalino’, facilitando così l’evacuazione ed evitando l’affondamento. Per ciò va riconosciuta la perizia di chi ha guidato una nave delle dimensioni della “Concordia” e di quanti, poi, si sono adoperati per portare a terra tutti i naufraghi.
Certamente ciascuna vita merita considerazione e massimo deve essere il rispetto per il dolore dei familiari e degli amici delle vittime. Tuttavia, se si considera che a bordo della ‘Concordia’ si trovavano circa 3.200 passeggeri e mille membri dell’equipaggio, esser riusciti a “limitare” le vittime a 34 (su 4.200) può esser considerato come un ulteriore elemento da valutare positivamente.
Al varo della Costa Concordia la bottiglia
di champagne (nell'immagine tra la "A" e la "C") non si ruppe
Non sembrano, inoltre, esser stati sufficientemente enfatizzati i gesti di generosa umanità che volontariamente la popolazione del Giglio ha portato ai naufraghi: il bar che riapre per offrire bevande calde e ristoro, il sacerdote che offre la sua chiesa come bivacco per i superstiti che hanno così potuto trascorrere la notte in un ambiente chiuso e in maniera meno drammatica. Tali comportamenti, che per noi suonano ‘naturali’ non sono comuni a tutti i popoli, molti dei quali, noti per rigidità, sviluppano invece una spiccata tendenza al giudizio negativo per tutti gli altri, italiani in primis!
La stessa Costa Crociere, in poche ore, ha organizzato il ritorno ai propri luoghi di origine di tutti i superstiti mettendo in campo la professionalità dei propri dipendenti nota e apprezzata in tutto il mondo.
Certamente sarà necessario appurare ogni responsabilità e, comunque, adottare tutte le misure e le procedure atte a evitare nuove sciagure determinate da incuria e superficialità. Tuttavia, una maggiore consapevolezza dei molti aspetti positivi (spesso apprezzati all’estero ben più che in Italia!) che ci contraddistinguono può aiutarci non solo nella difesa dell’orgoglio nazionale, ma perfino nel percorso virtuoso che deve portarci fuori dalle secche odierne e restituirci il rango che ci compete.

sabato 21 gennaio 2012

Il bisnonno dell’I-pad

La piacevole ed interessante passeggiata lungo il ‘Singapore River’ – in realtà un braccio di mare che si insinua nell’isola di Singapore e non un fiume, come il nome farebbe pensare – è impreziosita dalla vista dei pregevoli grattacieli del distretto finanziario che sorge al di là del corso d’acqua.
Scultura lungo il Singapore River
Un Mercante utilizza l'Abaco per i suoi calcoli  
La passeggiata è anche abbellita da sculture che rievocano momenti e personaggi importanti della storia di questa Venezia dei nostri tempi: al fianco della statua di Raffles, il fondatore della Città-Stato, vi si trovano sculture che rappresentano i commerci che sin dall’origine hanno caratterizzato Singapore. Una di queste sculture rappresenta un mercante che, intento a verificare talune mercanzie, con perizia maneggia un abaco, esattamente come, fosse una rappresentazione odierna, egli avrebbe tra le mani un I-pad.

Abaco viene dal semitico abq, che significa "polvere", "sabbia" e forse sono stati proprio i popoli della Mesopotamia ad aver inventato questa potente macchina calcolatrice comune ai Maya e agli Egizi, ai Cinesi e ai Romani. Alcuni storici sostengono che l’Abaco abbia già compiuto cinquemila anni!
L’abaco in realtà ha costituito un’importante innovazione rispetto ai sistemi di calcolo antecedenti basati sull’utilizzo di bastoncini, pietruzze, aste con tacche, cordicelle con nodi. I Sumeri (popolo al quale dobbiamo tanto della nostra “moderna” organizzazione) introdussero il principio che attribuiva un diverso valore della cifra secondo la sua posizione, principio ancora utilizzato negli orologi. E l’influenza dei Sumeri è rimasta anche nella suddivisione dell’ora in 60 minuti e dei minuti in 60 secondi, dovendo ancora esser concepito il nostro sistema decimale.
Un Abaco
Il termine viene dal semitico abq che significa polvere, sabbia 
La “romana computatio”, abilità peraltro a noi totalmente sconosciuta, utilizzava le dita delle due mani appoggiate a varie parti del corpo, con la possibilità di indicare i numeri sino a un milione. Di certo, invece, sappiamo che i romani utilizzavano l’abaco per i loro calcoli (termine, peraltro proveniente proprio dal latino "calculi" che sono i "sassolini" che si ponevano in una tavoletta con apposite scanalature) ove le palline superiori valevano cinque unità ciascuna, mentre quelle inferiori una unità. Ogni fila verticale rappresentava valori numerici crescenti partendo dall'ultima, quindi unità, decine, centinaia etc. Muovendo le palline con riporti di tipo semidecimale si potevano eseguire tutte le operazioni di aritmetica, calcolando fino ai milioni, ma anche molte operazioni di algebra, con velocità non eccessivamente diverse da quelle di una moderna calcolatrice tascabile.

Forse l’eleganza e perfino l’immagine garantite dal moderno I-pad non erano assicurate dall’Abaco, tuttavia tale “elementare” strumento ha certamente aiutato lo sviluppo ed il successo di Popoli e Civiltà assolutamente Grandi.

 

sabato 31 dicembre 2011

Addio al 2011

L'anno si apre con una Luna incerta !


Ma la saggezza orientale aiuta ...


... con grazia ...


... anche offrendo un momento di relax ...



L'emozione dell'incontro con il giovane genio Zhang Haochen


e con il Maestro Tsung Yeh



La maestosita' della Porta di Brandeburgo


e la suggestione del lago di Zurigo



A colazione con Fabio Cannavaro



L'anno si chiude con un incontro Reale, con Carlo di Borbone



Il futuro si preannuncia migliore...


A U G U R I   P E R  U N  G R A N D E  2 0 1 2 ! ! !

venerdì 23 dicembre 2011

A U G U R I

Gli Auguri migliori di
 Natale Sereno  
e di un 2012
ricco di realizzazioni importanti


domenica 11 dicembre 2011

Il Piacere di un Flash Back

Mi hanno fatto un regalo!

Philip, della cui amicizia vado orgoglioso, mi ha donato un’eccezionale carta geografica del ‘600 dell’Africa nord-occidentale, in omaggio alla mia passione per la storia e alla mia permanenza, per oltre quattro anni, in quella regione. Philip è un vero gentiluomo, anzi un gentleman, essendo per metà inglese, di quella razza che sembra essere in via di estinzione e con gratitudine gli riconosco l’opportunità offertami di ritornare a quei luoghi, colmi di storie che si dipanano tra culture e avvenimenti solo apparentemente diversi.
Africa Nord Occidentale nel '600
L’Africa del nord-ovest – oggi regno del Marocco – è una regione ove talune pratiche si perpetuano da più di tremila anni con i medesimi tempi e le stesse cadenze, spesso ancora rispettose dei ritmi della natura. Certamente la regione vanta località belle e famose, capaci di attrarre visitatori esclusivi, proprio per lo charme che le pervade, come può essere la Marrakech di Yves de Saint Laurent o la Tangeri di Tahar Ben Jelloun. Eppure, a me piace ricordare soprattutto una piccola città marinara, importante per i commerci dei fenici, l’orgoglio del potere imperiale romano, l’intraprendenza dei navigatori portoghesi, la voglia di sensazioni piacevoli di Jimi Hendrix e di Bob Marley.

Essaouira, l’antica Mogador, è da sempre famosa per la produzione della porpora, quella utilizzata per i paramenti degli imperatori romani (oro e porpora, ancora oggi i colori di Roma, impropriamente banalizzati in giallo e rosso), costituendo un habitat ideale per la vita dei crostacei murici che ci regalano, per l’appunto, la porpora. I fenici sono stati i primi tintori del Mediterraneo e, sfruttando la produzione e la commercializzazione di tale pregiatissima porpora, impiantarono forse la prima industria dell’intera civiltà del Mediterraneo, anche se saranno le tuniche per gli Imperatori romani a rendere eterna la fama di tale porpora!
Essaouira vista dal mare
Ma dinanzi alle coste di sabbia bianca di Essaouira, oggi paradiso di surfisti ed amanti del sole generoso che bacia quella terra, hanno incrociato navi  fenicie, cartaginesi, romane, arabe, portoghesi, olandesi, inglesi, francesi per incontrare i mercanti provenienti dal centro dell’Africa e le carovane partite da Timbuctù. Piume di struzzo, sale, spezie, alose, zucchero, cereali, porpora, cavalli, oro, stoffe... A Essaouira si trovava tutto ciò che potevano sognare un marinaio o un imperatore. Nella seconda metà del ‘700 si svolgeva ad Essaouira circa il 40% del commercio del Marocco (all’epoca ricco stato indipendentemente che sarà il primo a riconoscere gli Stati Uniti d’America, come testimonia la lettera di ringraziamento di George Washington, conservata a Rabat). 
Jimi Hendrix. La sua visita ad Essaouira ha reso questo luogo
 tappa obbligata  delle carovane hippie  
Ma Essaouira è anche la riserva ove da aprile a ottobre si danno convegno i Falchi di Eleonora per la stagione della loro riproduzione, prima di far ritorno nel Mediterraneo o a sud, fino al Madagascar.

Più recentemente, nell’estate del 1969, la magia di Essaouira ha attratto Jimi Hendrix (che qui avrebbe amato Colette Mimram) e Bob Marley, facendola così divenire una tappa obbligata delle carovane hippie alla ricerca del nirvana. Volentieri si percorrevano le stradine costeggiate da case bianche con le imposte blu e ci si incantava al sottile chiaroscuro della piazzetta di Bab el-Sebaa o nel seguire le esclamazioni dei pescatori intenti a distendere le reti o a scaricare le cassette di pesce argentato, ricche di aromi che stuzzicano le narici. Sulla Skala della Casbah sono ancora allineati i cannoni di Essaouira e proprio questo luogo, emerso dal passato, fu scelto da Orson Welles per girare le scene in esterno del suo Otello.
Magari la sfrenata ricerca estatica della verità propria dell’hippie degli anni andati non è più di moda, ma il piacere di questo flash-back è senza dubbio un gran regalo del mio amico Philip!

domenica 13 novembre 2011

Il Commiato

La copia della Verità svelata dal Tempo di Tiepolo
dopo l'intervento censorio
La rievocazione delle gesta del Governo Berlusconi riempie i siti e le pagine dei giornali di mezzo mondo. Sebbene questo Blog tradizionalmente non si occupi di politica, oggi anche noi desideriamo ricordare il Governo che lascia con un episodio dell’estate 2008, certamente minore ma forse ricco di simboli.
Sullo sfondo della sala di Palazzo Chigi ove il Presidente del Consiglio incontra i giornalisti si trova una copia de “La Verità svelata dal Tempo” di Giovanbattista Tiepolo. L’opera raffigura allegoricamente una giovane donna che, mollemente posata su un soffice tappeto di nubi, rappresenta la Verità. Il corpo nudo, morbido e sensuale della giovane è stretto tra le braccia del Tempo, rappresentato, secondo tradizione, da un vecchio la cui pelle raggrinzita contrasta nettamente con le carni rosee e levigate della fanciulla.
Nell’estate del 2008, quindi proprio all’inizio dell’attività del nuovo Governo, un moto di pudicizia portò alla copertura del seno della giovane donna che, infatti, ora non appare più nuda.

Tale episodio, esso stesso felice allegoria dei costumi di cui saremmo successivamente venuti a conoscenza, non costituisce una novità per Roma, città talmente abituata ai cambiamenti che ne resta totalmente estranea, attendendo, agnosticamente e con umorismo beffardo, il prossimo mutamento.
Il Monumento funebre a Paolo III Farnese
con le statue della Giustizia e della Prudenza
Prima che il Governo Berlusconi decidesse la copertura del seno della giovane donna, erano state ad esempio coperte le nudità michelangiolesche della cappella Sistina. Ma l’episodio certamente più gustoso riguarda la “Statua della Giustizia” che assieme alla “Prudenza” orna il monumento funebre di papa Paolo III Farnese in San Pietro.

La ‘Giustizia’, in realtà, ritrae Giulia Farnese, famosa per la sua bellezza, sorella di Paolo III e giovane amante di Rodrigo Borgia (Alessandro VI), mentre la ‘Prudenza’ raffigura Giovannella Caetani, madre di Giulia.
Il medesimo moto di pudicizia che ha portato all’intervento di Palazzo Chigi sulla copia dell’opera del Tiepolo, oltre quattro secoli prima aveva pervaso il Papa Clemente VIII che ordinò che “le statue della tomba di Paolo III di felice memoria siano levate oppure siano coperte in modo più decente”, anche in considerazione di “zinne, petto ed altre parti troppo lussuriose” e di “una coscia scoperta fino all’orlo del vaso naturale”.

Il francobollo commemorativo di Belli
Successivamente a Roma cominciò a circolare una voce su di un pellegrino sorpreso proprio in San Pietro a masturbarsi eccitato da quelle nude bellezze. La circostanza è perfino ripresa da Giuseppe Gioacchino Belli in un Sonetto del maggio 1833 che recita:


È tanto bella ch’un signore ingrese
‘Na vorta un sanpietrino ce lo prese
In atto sconcio e co l’uscello in mano
Allora er Papa ch’era Papa allora
Je fece fa cor bronzo la camicia
Che ce se vede ai tempi nostri ancora


Non sono, invece, ancora del tutto noti gli sviluppi successivi all’intervento sulla copia dell’opera del Tiepolo in Palazzo Chigi.