sabato 6 agosto 2011

Altolà: un antico Charlie Check-Point

Nella Berlino di oggi è certamente tra i luoghi cult più visitati e fotografati. Finti soldati americani e sovietici, per qualche euro, acconsentono a farsi riprendere in compagnia di turisti per testimoniare – seppure in maniera burlesca – il superamento delle tensioni degli anni della guerra fredda. Tale “punto di confine” fa volare la mente agli anni ’60 e ’70 dello scorso secolo e ai mitici scambi di spie (almeno tre) tra i sovietici e gli occidentali, pur se, in verità, tali scambi avvenivano non a Charlie Check-Point ma al Ponte di Glienicker, nei pressi di Potsdam. Celeberrimo quello avvenuto il 10 febbraio 1962 tra Francis Gary Powers, il pilota dell’U-2 abbattuto nei cieli sovietici durante un ‘routinario’ volo di “raccolta di informazioni”, ed il colonnello del KGB Rudolf Ivanovich Abel, nota spia sovietica.
Charlie Check-Point di Berlino: oggi un'attrazione turistica
Tali ‘pratiche’ furono anche celebrate nel 1966 in “Funerale a Berlino”, un pregevole film inglese di spionaggio con Michael Caine.
Nel passato, tuttavia, anche noi abbiamo avuto il nostro Charlie Check-Point: era sul fiume Panaro, in Emilia, ove per secoli è corso il confine tra lo stato pontificio e il ducato degli Estensi. Si chiama Altolà.
Oggi Altolà è una piccola frazione del comune di San Cesario sul Panaro, in provincia di Modena, proprio a ridosso del ponte sull’affluente del Po. Poco distante sorge un caseggiato sul quale ancora oggi troneggia la scritta “Guardone”, che ci piace credere esser esclusivamente la sede del corpo di guardia. Dal lato dello stato pontificio, invece, il primo centro che si incontra è California, anzi la California, come si dice da quelle parti, in maniera evidentemente più rispettosa dell’etimologia latina “calida forma”, zona calda,  rinomata per la produzione di talune varietà di frutta di eccellente qualità.
La storia non ci ha tramandato epici scambi di spie, e neppure di umili prigionieri, avvenuti ad Altolà. La letteratura, invece, ci racconta attraverso la penna di Alessandro Tassoni della “Secchia rapita”, il furto di una secchia da pozzo rapita dai modenesi durante un conflitto con i bolognesi.
Al contrario, resta tutt’oggi assai vivace la rivalità tra le donne di Altolà e quelle della California, quindi tra le discendenti del ducato degli Estensi e quelle dello stato pontificio. Non è chiaro se tale conflitto secolare risalga alla Secchia rapita di Tassoniana memoria, ovvero alla contesa per qualche milite in servizio nel caseggiato detto “Guardone”.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro Massimiliano,
non ho capito bene la questione del GUARDONE. Vorresti fornirmi chiarimenti in merito circa la funzione, l'attivita' svolta dallo stesso, lo "scopo" e le sue ragioni. Inoltre,era sempre lo stesso o vi erano turni ed avvicendamenti? Quanto durava un turno e a chi relazionavano in seguito?
Certo che vorrai togliermi tali dubbi ed in attesa, un abbraccio
Alberto