domenica 24 luglio 2011

Un’Emozione

Appartengo a una generazione per la quale la “Sinfonia dal Nuovo Mondo” è una mirabile composizione di Dvorak e l’orchestra sinfonica è la Filarmonica di Berlino diretta da von Karajan.
Dovevo ancora imbattermi in Tsung Yeh e, soprattutto, in Zhang Haochen!
Mi era stato insegnato che il primo violino accoglieva e rappresentava l’Orchestra di fronte al Maestro e mai avrei pensato di assistere alla stretta di mano tra il Direttore d’Orchestra – il Grande Maestro Tsung Yeh – e il “primo Gaohu”, maestro Li Bao Shun.
Risale al 1104 la prima notizia sul Gaohu
Il concetto stesso di orchestra, nella cultura musicale asiatica è piuttosto recente, al massimo può andar indietro di cento anni. In precedenza erano ‘ensemble’ di pochi musicisti che suonavano, facendo vibrare corde di seta il cui suono veniva poi amplificato in casse di bambù, e più raramente di legno. E da mille anni gli strumenti sono il Gaohu, l’Erhu, lo Zhonghu, il Liuqin, lo Zhongruan: strumenti impossibili da suonare “senza che il cuore e la stessa mente siano aperti”.
Oggi si è affermato anche in Asia il concetto di orchestra, ma con strumenti della tradizionane orientale e con composizioni che devono esser scritte per tali strumenti, oppure esser arrangiate e adattate alla musica di tali strumenti a due o tre corde (nel passato di seta, oggi metalliche o miste) che si caratterizzano per una diversa lunghezza del manico, ma soprattutto per la diversa grandezza della cassa, spesso in bambù.
Eric Watson, un compositore britannico trapiantato a Singapore, ha creato proprio per tali strumenti una “Terra sotto il vento”, sensibilissima rappresentazione, al cuore prima ancora che alle orecchie, delle emozioni e dei suoni che possono suscitare l’atmosfera di Sabah e la vista del Monte Kinabalu (nel Borneo malesiano). Tali strumenti, cosi apparentemente lontani dai nostri, riescono a riprodurre i suoni, le emozioni, le sensazioni, le atmosfere che Joseph Conrad e W. Somerset Maugham hanno saputo descrivere nei loro libri ma che ora è possibile rivivere nella drammaticità maestosa della celebre Rapsodia del Fiume Giallo (colonna sonora di tanti film con ambientazione asiatica) nella sapiente interpretazione del Maestro Tsung Yeh e delle magiche affusolatissime mani del pianista Zhang Haochen.
Zhang Haochen
Zang Haochen ha solo 21 anni, ma è già un grandissimo del pianoforte. È straordinaria l’emozione che è capace di trasmettere attraverso le sue interpretazioni sia di melodie asiatiche sia di composizioni europee. La grandezza di quest’Artista stride terribilmente con il suo atteggiamento, quasi impacciato: un grande e già maturo talento si è incarnato in un corpo ancora troppo giovane.
Certamente grato per l’opportunità unica di aver potuto vivere direttamente un’emozione nuova e profonda, tuttavia il “vecchio Europeo” appena rincasato è tornato a Bach e Vivaldi, Beethoven e Wagner.

 
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