domenica 31 gennaio 2010

L’inarrestabile

Nel 1995 i “pionieri” nell’uso del web erano circa sedici milioni, oggi gli utenti di internet sono un miliardo e seicento milioni, mentre hanno superato i quattro miliardi e settecento milioni i telefoni cellulari.
Ma ancor più importante è il cambiamento di stile e qualità della vita che tale innovazione comporta. Manuel Castellis, tra i maggiori teorici-guru del web, sebbene rilevi la tendenza della Rete a “personalizzarsi”, sottolinea come la nostra vita sia ormai divenuta un “palinsesto”. Grazie alla sempre crescente interattività e addirittura alla possibilità di programmazione, l’utente diviene attore protagonista.
È facile ricordare il ruolo che ha giocato la Rete nell’elezione di Obama: un outsider completamente estraneo ai palazzi del potere ufficiale ha ricevuto un contributo decisivo dall’utilizzo ottimale di Internet che gli ha consentito, tra l’altro, di coinvolgere nella sua campagna soggetti tradizionalmente esclusi e, allo stesso tempo, di attivare canali assolutamente innovativi nella fondamentale raccolta dei fondi.
L’affermarsi, tuttavia, di questa sorta di “contropotere orizzontale” non soggetto ad alcuna possibile governance (Manul Castellis), se comporta una notevole conquista individuale e sociale, sembra condurci verso una diffusa degenerazione fatta di una perenne caccia allo scandalo, peraltro favorita da una latente corruzione e dal mediocre livello della classe dirigente (non solo politica).
Il diffuso rigetto provocato da tale deriva avrebbe bisogno di molti altri Obama, ma la loro individuazione non sembra agevole...

lunedì 25 gennaio 2010

Dissenso

Caro Mass,
mi piace il tuo post sulla "Grandezza".
Permettimi, tuttavia, di segnalarti che non tutti gli Italiani hanno quei valori!
Un caro saluto
Ginevra

domenica 24 gennaio 2010

La Grandezza ...

Solo poche settimane fa, ha giustamente suscitato vivo clamore la lettera con la quale Pier Luigi Celli consigliava al figlio, prossimo ad una laurea a pieni voti in ingegneria, di lasciare l’Italia e cercare riconoscimento ed affermazione all’estero.
Se ti andrà bene, egli diceva, comincerai guadagnando un decimo di un portaborse qualunque, un centesimo di una velina, forse un millesimo di un grande manager che ha all'attivo disavventure e fallimenti per i quali non pagherà mai.
Lettera amara, certo, ma eccezionalmente realistica, peraltro scritta da un personaggio certamente non estraneo ai circoli buoni.
Una conferma della scala dei valori oggi condivisi ci viene dai risultati di un sondaggio collegato ad una trasmissione televisiva. Secondo i partecipanti a tale rilevazione, ad oggi, il più grande italiano di sempre è la brava cantante Laura Pausini che, infatti, raccoglie il 29% dei favori. Leonardo da Vinci, genio dell'intera umanità, è secondo, ma raccoglie solo il 12% del consenso dei partecipanti al sondaggio.
Dante, Leopardi e Pirandello, assieme, non raggiungono il 4,8% raccolto da Mina; mentre Marconi, Galilei e Volta, assieme, riescono appena a superarla.
Ma è davvero questa la scala dei valori degli italiani ?
A puro titolo di cronaca va detto che questa trasmissione televisiva è prodotta su un format inglese. Lì, tuttavia, il più votato risultò esser Winston Churchill...

domenica 17 gennaio 2010

La Prospettiva ...

Caro Mass,
la Cina è divenuta la prima esportatrice mondiale, davanti alla Germania! Nei primi 11 mesi del 2009, da gennaio a novembre, le esportazioni cinesi hanno infatti raggiunto un totale di 748 miliardi di euro, mentre quelle tedesche si sono attestate a 735 miliardi di euro.
Non è, naturalmente, una questione di graduatoria nè di numeri, sebbene da interpretare. Si tratta, piuttosto, di prender atto della crescita impetuosa della Cina e più in generale dell’Asia, ma sopratutto constatare che quella parte del mondo sta venendo fuori dalla tempesta globale più velocemente e – sembrerebbe – prescindendo dall’Europa e dall’America.
Allora, il punto mi sembra essere: è in grado l’Asia di sostenere a lungo la crescita, senza il concorso del Nord America e dell’Europa? E, in maggiore prospettiva, è in grado l’Asia di assumere la leadership dell’economia globale?
Un caro saluto
P. Agora