sabato 25 giugno 2011

In Principio era il Bestiame

 Tito Livio, il grande storico romano, ci ha tramandato la vicenda del primo sacco di Roma. Il 18 luglio del 390 a.C., nei pressi del fiume Allia, i Romani furono sconfitti dai Galli di Brenno che, quindi, poterono agevolmente entrare e saccheggiare Roma. Solo il Campidoglio resistette, anche al successivo assedio durato qualche mese.
Proprio durante l'assedio, un attacco notturno dei galli fu sventato grazie allo starnazzare delle oche del Campidoglio che in tal modo lanciarono l’allarme e richiamarono i soldati. Tali oche erano tenute nel sacro recinto del tempio di Giunone e per gratitudine alla dea protettrice, nel 353 prese avvio la costruzione del tempio a Giunone Moneta (cioè Giunone l’ammonitrice, Giunone che mette in guardia) ove, peraltro, ebbe anche sede la prima zecca, “officina moneta”, proprio dal nome del tempio. Ecco perché oggi noi chiamiamo il denaro moneta, gli inglesi money, i francesi monnaie.

Le grandi civiltà dell’antichità preromana non avevano ancora inventato il denaro che sarà introdotto, verso l’ottavo secolo a.C., da mercanti greci sotto forma di lingotti in metallo marchiati dalla “casa” emittente, a garanzia del peso e quindi del valore. I commerci avvenivano essenzialmente attraverso il baratto, lo scambio di merce contro merce. Uno dei beni più di frequente scambiato era il bestiame che, nell’intero Mediterraneo, divenne la merce di riferimento per ogni baratto. Deriva da ciò il termine “capitale” - e quindi capitalismo – essendo ‘capita’ il plurale di capus, cioè capo (di bestiame). Ed anche pecunia, denaro, deriva da pecus, bestiame.
La prima moneta romana fu di bronzo, ma Plinio il Vecchio ci informa che già nel 269 a.C. veniva coniato il “denario” in argento con i suoi sottomultipli quinario e sesterzio. Ben presto, inoltre, le divinità che in origine venivano rappresentate sul dritto delle varie monete per glorificare i protettori dell’Urbe, cominciarono ad esser sostituite da avvenimenti bellici o religiosi, quando non direttamente da effigi di personalità della famiglia dei magistrati che firmavano la moneta. Era nata una nuova e più efficace forma di propaganda!

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