domenica 24 giugno 2012

Libero Pensatore


Si racconta che Albert Einstein, alla richiesta di specificare la razza di appartenenza necessaria per la compilazione di un modulo per l’ingresso in un certo paese, abbia semplicemente risposto: “umana”.
La vicenda mi torna regolarmente alla mente quando sono chiamato a rinnovare il visto di permanenza in un paese che ammiro molto sotto numerosi punti di vista. La modulistica da riempire, semplice ma non essenziale, infatti, chiede di precisare la razza di appartenenza (da piccolo, molto piccolo emulo di Einstein anche io scrivo “umana”). La domanda successiva dello stesso modulo chiede di specificare la religione professata, fornendo ben undici alternative di religioni comunemente conosciute e praticate. Non è prevista la voce “altra” ma a fianco a cristiano, buddista, induista, musulmano, etc. offre la casella “free thinker”, libero pensatore, proprio come se il libero pensiero fosse una religione.
Michelangelo: Particolare della creazione di Adamo
Certo non è semplice definire una religione e ancor meno lo deve esser stato per il funzionario che ha predisposto il modulo. Forse può essere agevole pervenire a una definizione dell’orientamento del pensiero e perfino a una accettabile spiegazione sulle origini del mondo e dell’uomo per un “libero pensatore”. Ma quando si giunge ai simboli, ai riti o anche alla forma artistica che la “religione” del libero pensatore assume, diviene difficile, forse impossibile, catalogare appunto come religione il pensiero libero che, per sua natura, dovrebbe esser scevro da dogmi e schemi.
Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro me
Epitaffio della tomba di Immanuel Kant
Mi ha aiutato nella riflessione John, una persona “semplice”, un conducente di taxi, al quale domandavo cosa rappresentasse la statuina dorata ben attaccata sul cruscotto della sua autovettura. “Questo taxi non è mio” - mi ha detto - ma deve trattarsi di una divinità induista”.  “Io non ho una vera religione - ha proseguito - e non sono un free thinker”.   “E il free thinker non esiste! Vorrei chiedere a chi si proclama tale se ha mai paura, se il buio non lo spaventa, se il dolore non lo angoscia, se l’idea della morte lo lascia sereno. No, è tremendamente difficile essere un vero free thinker”.
John si presenta come una persona semplice, certamente non l’espressione tipica della opulenta città che ha catalogato il “free thinker” tra le religioni. Ma John è un saggio vero, grande, nella sua comprensione della piccolezza dell’essere umano. 

lunedì 18 giugno 2012

Azzurri o Bianchi ?


Tempo di Europei, di campionato Europeo di calcio. Quindi, speriamo il più a lungo possibile, tempo di Azzurri. Già, Azzurri. E perché mai?
In verità il colore della maglia della nostra nazionale di calcio è  divenuto azzurro solo in un secondo momento, mentre precedentemente la casacca ufficiale era bianca, con lo scudetto dei Savoia , ora sostituito dallo scudetto tricolore.
Gli Azzurri Campioni del Mondo a Berlino nel 2006
Il giorno della Befana del 1911, era previsto un importante incontro contro l’Ungheria (all’epoca con la squadra austriaca, faro del calcio internazionale) la cui divisa prevedeva la maglietta bianca, proprio come quella dell’Italia. Nel calcio, quando le magliette sono uguali o almeno simili,  per una forma di cortesia nei confronti degli ospiti, la squadra padrone di casa cambia la propria maglietta, lasciando indossare alla squadra ospite la propria casacca tradizionale.
Quel pomeriggio di venerdì  6 gennaio di oltre un secolo fa si pose quindi la questione su quale maglietta indossare, su quali potessero esser i nuovi colori da adottare. La scelta non fu semplice, ma cadde sull’azzurro dello stendardo di casa Savoia, la casa reale dell’Italia di quei giorni.
Avvenne all’arena di Milano, perdemmo 0-1, gol di Schlosser al 22 del primo tempo.