sabato 7 aprile 2012

MONIKA E ANTONIO

È trascorso da poco - lo scorso 17 marzo - il ventesimo anniversario della scomparsa di Monika Mann, quarta dei sei figli del premio Nobel Thomas. Tutti conoscono i capolavori del grande scrittore tedesco e molti apprezzano anche le opere di Monika. Non tanti, invece, sono a conoscenza dell’Amore che Monika nutriva per Capri e, soprattutto, per Antonio.
Monika, nata a Monaco di Baviera nel giugno 1910, aveva un rapporto piuttosto conflittuale col padre, il cui diario contiene varie espressioni non lusinghiere per Monika. Ella, tuttavia, sosteneva di non averlo mai letto, perché “mi parrebbe troppo indiscreto” conoscere i suoi segreti.

Monika Mann
 trascorse una parte importante della sua vita a Capri
Amò molto l’Italia e, nel 1934, si trasferì a Firenze per coltivare la sua inclinazione verso la musica. Qui incontrò Jenö Lányi, uno storico dell’arte ebreo ungherese che, a seguito delle leggi razziali del ‘38, si trasferì in Inghilterra, ove Monika lo seguì e lo sposò nel ’39. Ma quando la coppia decise di trasferirsi in Canada e si imbarcò sulla “City of Benares”, questa nave fu affondata dagli U-Boot tedeschi. Jenö annegò (Monika ricordava di averlo sentito chiamarla per tre volte prima di esser inghiottito per sempre dalle onde) mentre la giovane moglie passò venti ore su una minuscola scialuppa, prima di esser soccorsa da una nave militare inglese che riportò i naufraghi in Scozia.

In seguito Monika raggiunse i genitori negli Stati Uniti e cominciò a scrivere, ma riemersero gli antichi dissapori. Così, quando alla fine della guerra la famiglia rientrò in Europa, alla severità di Zurigo, scelta dai propri familiari, Monika preferì l’Italia: Firenze prima (da dove sarebbe stata “cacciata” da due topi che entrarono nella sua stanza) poi, esclusa la “troppo rumorosa” Roma, accettò un invito di certi amici a Capri. Doveva esser una vacanza…
L’incontro fatale avvenne il 2 dicembre 1953: Monika era “mortalmente stanca degli intellettuali” (vedova di uno storico dell’arte, aveva avuto l’opportunità di conoscere e frequentare gli artisti e gli scrittori più brillanti) e stanca anche della vita cosmopolita (aveva quarantatre anni e aveva vissuto in Germania, in Francia, in Italia, in Inghilterra, in America e in Svizzera). Cercava pace, diceva lei stessa, s’innamorò di Antonio Spadaro, pescatore e muratore caprese, ”sensibile, saggio, profondo. Che capiva".
Villa Monacone, guarda sui Faraglioni
Per oltre trenta anni fu il nido d'amore di Monika e Antonio
Vissero oltre trent’anni nella casa del Monacone, una villa affacciata sui Faraglioni, costruita da Ciro, padre di Antonio. Monika divenne una perfetta moglie caprese, attenta alla casa e affettuosa cuoca per il suo Antonio. Nel pomeriggio lo aiutava a servire i clienti del loro bar o a vendere i piccoli oggetti in terracotta che Antonio stesso realizzava o i velieri in miniatura, nella cui costruzione egli eccelleva. La sera, mentre lei ascoltava musica classica, Antonio si appisolava in poltrona, poi Monika leggeva o scriveva e Antonio dormiva.

Sebbene dedicata a lui ("Fur Toni"), Antonio non lesse mai Vergangenes und Gegenwärtiges, "Passato e presente", la più importante opera di Monika Mann, essendo scritta in tedesco e mai tradotta in italiano. Anzi, per leggere “Guerra e Pace”, ricordava Monika, ci son voluti quasi trent’anni.
Raccontano che lui la chiamasse "Signora", forse nella convinzione di una qualche ‘superiorità’ di lei. Chissà, forse è questa la ragione per la quale non si sposarono mai, sebbene Monika sosteneva che "ci si sposa una sola volta nella vita".
Antonio morì nel 1985 e Monika non volle più restare a Capri. Si trasferì nella vecchia casa dei genitori a Kilchberg, non lontano da Zurigo, ove morì 17 marzo 1992.