domenica 23 agosto 2009

Il Riverbero del Tempo

La bellezza naturale dei luoghi, la ricchezza dei colori, la pluralità dei sapori, fanno di una vacanza in Sicilia una esperienza unica.
Puoi assaporare gusti che pensavi sopiti per sempre, godere dello spettacolo che la natura propone sotto molpeplici forme e colori, rivivere le vestigia di tempi che, proprio perchè assai lontani, devono esser stati di tale grandezza e splendore da aver lasciato una eredità così importante e ancora oggi fruibile.
Ma una vacanza in Sicilia non può non prevedere un passaggio da Siracusa. La città è interessante sotto molteplici aspetti: il Teatro Greco riesce a rendere “contemporanea” la grandezza della civiltà dalla quale proveniamo, il Centro Storico di Ortigia, meravigliosamente salvaguardato e valorizzato, costituisce un eccellente esempio di come sia possibile coniugare l’antico col moderno. Ma Siracusa richiama alla mente innanzitutto la grandezza di Archimede.
Matematico e fisico, il suo nome è tuttora legato a innummerevoli scoperte ed invenzioni: dal π (rapporto tra circonferenza e diametro) alla formula per calcolare l’area di un segmento parabolico, dagli studi dei solidi generati per rotazione alle iperboli e parabole generate intorno all’asse, fino all’invenzione della carrucola, delle paranche, della ruota dentata.
Il nome di Archimede è anche legato alla teoria delle leve, alle teorie del baricentro, all’idrostatica. Tuttavia, Egli è anche ricordato per la preziosa opera prestata in occasione della difesa di Siracusa contro l’assedio dei Romani guidati da Marcello. Fece costruire macchine per lanciare dardi e sassi a grande distanza e, con un ingegnoso sistema di specchi ustori, riuscì ad incendiare diverse navi romane assedianti.
Secondo la tradizione, alla presa di Siracusa, nel 212 a.C. nel pieno della guerra contro Annibale, Marcello aveva ordinato che il Grande Scienzato fosse risparmiato. Archimede, tuttavia, tutto preso nella risoluzione di una sua formula, non si avvide di un soldato che gli parlava e questi, non ricevendo alcuna risposta, irritato lo uccise, troncando così il contributo del Grande Scienziato all’Umanità.
Ma un quesito ha accompagnato il mio viaggio di ritorno: chi è l’Archimede dei nostri giorni? E, sopratutto, chi meglio impersona il soldato di Marcello che, irritato per la mancata risposta, uccise Archimede?