Il Martirologio Romano, l’elenco dei santi e dei beati riconosciuti dalla Chiesa cattolica, non la riporta. Eppure la piccola chiesa, che sin dal IX secolo sorge a Roma nell’ampia ansa che il Tevere disegna di fronte alla Basilica di San Paolo fuori le mura, è intitolata proprio a Santa Passera.
La chiesetta è impreziosita da affreschi medioevali che raffigurano Cristo benedicente tra i martiri, Cristo tra gli apostoli, varie rappresentazioni di santi, soprattutto orientali. Vi si trova anche una scena che illustra il terribile combattimento tra angeli e demoni narrato da San Giovanni nell’Apocalisse. La cella ipogea, infine, è un vecchio sepolcro romano del III secolo e vi si conservano ancora pitture della Giustizia, di un atleta, di stelle decorative.
La Chiesa di Santa Passera, le cui origini restano incerte, sarebbe stata eretta per accogliere le reliquie dei santi Ciro e Giovanni di Alessandria. Secondo la tradizione, i corpi dei due martiri, un medico di Alessandria d’Egitto e un soldato di Edessa divenuto suo discepolo, furono crocifissi e decapitati a Canopo in Egitto nel 303, durante la persecuzione di Diocleziano. S. Cirillo, Patriarca di Alessandria, portò le due salme nella chiesa di Menouthis (l’odierna Abukir), che da allora divenne uno dei santuari più famosi d’Egitto.
La Chiesa di Santa Passera a Roma |
Dopo la conquista araba, il santuario cadde in abbandono e per tale ragione le reliquie dei santi Ciro e Giovanni furono trasportate a Roma, proprio nella chiesa di santa Passera. Tale nome sarebbe, infatti, una distorsione fonetica di “Abbas Cirus” (Padre Ciro), divenuto poi Abbaciro, Appaciro, Appacero, Pacero, Pacera, per approdare infine a Santa Passera.
Tale interpretazione prevalente confligge, tuttavia, col pensiero di Mariano Armellini, uno storico dell’arte dell’Ottocento, che invece voleva che Santa Passera fosse una deformazione del nome di Santa Prassede, ipotesi non priva di ragioni, considerata la presenza di tale santa in vari affreschi della chiesetta. Però, va detto che già in un documento del 1317 si parla di un pezzo di terra “posita extra portam Portuensem in loco qui dicitur S. Pacera”.
Ancora oggi tutte le domeniche alle ore 10,30 nella chiesa di Santa Passera viene celebrata la Messa. Tuttavia, secondo una guida turistica inglese, a causa del nome - invero un po’ curioso - i devoti evitano di pronunciarne il nome, stante il recondito significato attribuito alla "santa" dal linguaggio popolare. Resta, invece, generalmente condivisa l’invocazione ‘che Iddio la benedica !’.
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3 commenti:
Caro Massimiliano,
interessante e simpatico il tuo post. Anche se, attirati da un meraviglioso giardino (il titolo) ci si e' chiusa la porta senza potervi accedere...
Complimenti
Gustavo
Ciao Massimiliano,
io a alla santa passera attribuisco il "recondito significato"... e ne condivido pienamente l’invocazione ‘che Iddio la benedica !’.
Un po' come la foca....che Dio la benedOca!
Un abbraccio.
A presto...
Nicola.
Non vorrei sconfinare... ma che sia parente di quell'altra santa... Foca?
Giulio
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