Sono innumerevoli i luoghi ove ogni mercoledì si svolge un mercato, anzi il mercato. Tale antichissima consuetudine risale al patrocinio affidato a Mercurio che, presso i Romani, era la divinità che presiedeva al commercio (ma anche all’eloquenza, ai viaggi, all’inganno).
Già nel 495 a. C. gli era stato dedicato un tempio sull’Aventino e per secoli, alle idi di maggio, è stata celebrata in suo onore un’imponente festa: con l’acqua di una fonte di Porta Capena a lui consacrata i mercanti procedevano al rito dell’aspersione delle persone e delle mercanzie, per purificarsi delle colpe e, chissà, anche di qualche inganno.
Ma perché a Mercurio era (ed è tuttora) intitolato un giorno della settimana?
Furono i Caldei, più noti per le loro conoscenze astronomiche che per aver governato l’impero babilonese per circa un secolo, a “istituire” la settimana di sette giorni.
Ciascun giorno portava il nome di uno dei cinque pianeti (Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno) visibili ad occhio nudo – e già noti nell’antichità – oltre che del sole e della luna. Tali pianeti erano considerati interpreti e banditori della volontà divina e, attraverso il loro movimento e la loro differente posizione, annunziavano quanto avveniva in cielo che doveva poi compiersi in conformità sulla terra, immagine speculare del cielo.
Quando i Romani adottarono il sistema babilonese, si limitarono a sostituire il nome caldeo dei vari giorni della settimana con quelli di divinità latine, mentre presso i popoli di stirpe germanica, furono adottati i nomi delle divinità equivalenti: Tiw per Marte, Woden per Mercurio, Thor per Giove, Fria per Venere e così di seguito.
Quando l’Impero si è poi cristianizzato, fu necessario riformulare almeno il nome dei giorni più significativi e furono cosi introdotti il giorno del Signore, “Dominicus” o “Dominica dies”, invece del giorno del sole e Sabbatum o Sabbata, dall’ebraico Shabbat, al posto del giorno di saturno.
Ciò non è, tuttavia, avvenuto nei calendari delle lingue germaniche che hanno conservato gli antichi nomi “pagani”.
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