mercoledì 26 settembre 2012

Il Governo dei Banchieri


Sovente il Governo Monti viene definito “governo dei banchieri”, certamente a causa di qualche  misura adottata dall’Esecutivo, ritenuta piuttosto “sensibile” nei  riguardi di taluni interessi propri del mondo delle banche,  ma soprattutto per le esperienze importanti maturate nel sistema bancario italiano ed internazionale da parte di diversi membri del Gabinetto. 

Il Gabinetto Monti
Lo stesso presidente Mario Monti ha collaborato con la Goldman Sachs, il Ministro per lo Sviluppo Economico Corrado Passera ha dedicato energie importanti alla Banca Intesa San Paolo, la medesima banca ove, fino al giorno della nomina a Ministro del Lavoro, ha seduto quale vice presidente del Consiglio di Sorveglianza anche Elsa Fornero. Inoltre, anche il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli ha avuto un passaggio al Credit Suisse, mentre vanta un’esperienza in Unicredit il Ministro per gli Affari Regionali Piero Gnudi, per concludere con i numerosi incarichi ricoperti in diverse istituzioni bancarie italiane dal Ministro per i Rapporti col Parlamento Piero Giarda.
Al di là di un forse non secondario aspetto lessicale,  non sembra esser questo il punto. L’Italia ha eccelso per secoli nel mondo bancario, anzi è condivisa l’idea che la banca moderna sia un’invenzione italiana (toscana o veneziana?) e straordinarie sono state alcune famiglie di banchieri: quella dei Medici di Firenze sopra tutte.
I Medici governarono buona parte della Toscana per ben oltre due secoli. A volte eccedettero in dispotismo (secondo i modelli del tempo) ma certamente con un effetto “illuminato” per Firenze. Godettero di un forte sostegno popolare (per due volte, a causa di  guerre intestine, furono espulsi da Firenze e per due volte vi rientrarono da vincitori),  donarono alla Città  benessere e sviluppo, furono mecenati di arte e cultura. 
Lorenzo il Magnifico
I Medici seppero coniugare un saggio esercizio del potere ed uno straordinario sviluppo economico con un ancora ineguagliato primato nell’arte e nella cultura, facendo della Firenze del loro tempo la culla del Rinascimento, riuscendo ad apportare prestigio economico e culturale alla città che, infatti, divenne meta assai ambita di artisti di ogni campo, sempre di valore assoluto.
Benozzo Gozzoli ritrae gli esponenti della famiglia Medici nel “Viaggio dei Magi”, sontuoso ciclo di affreschi nella cappella del Palazzo nuovo di via Larga: travestiti da Magi, cavalcano fieri e lenti attraverso l’originario Mugello,  rappresentando e indicando il loro stretto legame con il territorio e l’impegno per il buon governo.
Lorenzo il Magnifico - le cui doti di equilibrio e saggezza ne fecero il punto di riferimento dell’equilibrio italiano di quegli anni turbolenti - è forse il rappresentante del Medici più noto, ma la famiglia ha espresso ben due Papi (Leone X, figlio proprio di Lorenzo il Magnifico, e Clemente VII, pronipote dello stesso Lorenzo), donne quali Caterina (“la donna più colta dell’Europa del suo tempo”, quella che fece celebrare un Te Deum di ringraziamento dopo l’eccidio della “notte di San Bartolomeo”) che fu moglie di un re di Francia e madre di ben tre re di Francia e, poi, innumerevoli cardinali, uomini d’arme (Giovanni dalle Bande Nere), e tanti banchieri, mercanti ed imprenditori che hanno fatto grande l’Italia e segnato per davvero la loro epoca.
Appare, dunque, impropria l’equiparazione del governo dei nostri grigi giorni ad esempi ancora ineguagliati di primati in ciascun campo. Non si capisce chi possa esser il Lorenzo il Magnifico, e nemmeno la Caterina o il Giovanni dei nostri giorni. E, forse, non solo per la mancanza di un ciclo di affreschi alla Benozzo Gozzoli…