domenica 29 novembre 2009

Dalla Parte di Erika

L’hanno chiamata Erika B., in omaggio alla privacy (come se, invece, sia rispettoso esser quotidianamente sommersi da offerte e proposte mai richieste né sollecitate).
Erika è una sessantaduenne, già direttrice della filiale della banca VR di Bornheim, villaggio di millecinquecento abitanti non lontano da Bonn, in Germania. Per venire incontro alle richieste di liquidità da parte dei clienti del suo villaggio non in grado di offrire le usuali credenziali che le banche chiedono ai clienti normali, Erika concedeva loro crediti, fidi e scoperti prelevando soldi dai conti di clienti ricchi. Sembra sia riuscita ad aiutare i suoi clienti meno abbienti per 7,6 milioni di euro. Quando poi incassava le restituzioni, Erika procedeva a bonifici a favore dei conti dei legittimi proprietari.
Purtroppo, in alcuni casi non c'è stata restituzione e i clienti “svaligiati” da Erika hanno cosi perduto oltre un milione di euro.
"La mia cliente non ha tratto alcun vantaggio personale dalla sua azione, lo ha fatto solo per pietà", ha detto nella sua arringa l'avvocato difensore. Tuttavia, nonostante non abbia intascato per se stessa neppure un centesimo, Erika ha perso tutto: è stata licenziata dalla banca per la quale ha lavorato per una vita, ha dovuto vendere tutto quanto possedeva per far fronte ai rimborsi imposti dalla condanna e ora vive con una pensione di mille euro lordi mensili.
"I clienti venivano da me a chiedermi aiuto, era gente che per la propria precaria condizione economica non avrebbe mai ottenuto un credito normale", ha raccontato Erika. Per il tribunale non è stato facile pervenire al verdetto. "Arrivare ad una condanna giusta è stata una scelta difficile", ha detto la magistrato che presiedeva la Corte. "Da un lato siamo di fronte a gravi danni finanziari arrecati, dall'altro si è trattato di un comportamento non dettato dalla ricerca dell'utile personale. Un caso radicalmente diverso dai soliti".
È vero! Molto diverso, per esempio, dal caso di quella banca impegnata in una “scalata” che per racimolare i 30 milioni necessari ha registrato, una tantum beninteso, spese per euro 30 per ciascuno del milione dei conti in essere.
Allora, meglio dalla parte di Erika!

mercoledì 25 novembre 2009

Italy……

Samuel Johnson remarked in 1770’s that “a man who has not been to Italy is always conscious of an inferiority from his not having seen what is expected that a man should see “
Grazie, Ginevra, per questa bella e dotta citazione: rinforza il mio orgoglio di italiano e rende più lieve il “....pianto sulla bella principessa....” (Leopold Sedar Senghor)

domenica 22 novembre 2009

Un Futuro per l’Europa ?

Ha suscitato più di qualche perplessità la decisione dei leaders europei di scegliere personalità certamente rispettabili, ma di non straordinario carisma e levatura internazionale, per le nuove figure di Presidente del Consiglio europeo e di Alto Rappresentante Ue per gli affari esteri.
Ma questa è l’Europa dei nostri giorni!
Sono nato nel decennio in cui la visione di Statisti del calibro di Schuman, Adenauer e De Gasperi hanno superato secoli di divisioni profonde e terribili guerre e cominciato a “mettere in comune” le (poche) risorse per donare al Vecchio Continente un futuro all’altezza della propria storia e del proprio patrimonio culturale e di civiltà.
Sono poi cresciuto nella certezza che sarei morto europeo. Il processo di integrazione procedeva spedito. Dopo la realizzazione del Mercato Comune, sembravano assolutamente a breve portata di mano nuovi e più ambiziosi traguardi in tema di moneta unica e addirittura di politica estera e di difesa comune.
Tale processo ha, tuttavia, incontrato due ostacoli fin’ora insormontabili: la tenace opposizione di tutti i contrari, europei ed extraeuropei, alla realizzazione di una integrazione piena, propendendo costoro per una visione più mercantilistica, per un’Europa mera gigantesca e ricca area di libero scambio.
La Caduta del Muro, inoltre, con la necessità di farsi carico di tutte le responsabilità nei confronti dei paesi e dei popoli che uscivano dall’esperienza del comunismo ha inferto il decisivo stop ad ogni più ambizioso progetto. Il dilatarsi dell’Unione verso Est ha reso oggettivamente lento e disomogeneo il processo di integrazione.
La ‘geometria variabile’ che caratterizza l’Europa di oggi è figlia di questi ultimi venti anni e, probabilmente, ben congeniale per chi non desidera una integrazione piena dei paesi europei. Oggi l’Europa è il più grande e notevolmente ricco mercato comune al mondo, con Eurolandia quale zona a maggiore integrazione, ma è ben lungi dall’esser un Attore politico primario sulla scena internazionale. Resta di grande attualità la cinica ma reale domanda di Kissinger: ”Chi chiamo se voglio parlare con l’Europa?”
Sono, tuttavia, fermamente convinto che l’Europa tornerà ricca (in verità lo è tuttora!) e potente. Ma sarà un’altra Europa, frutto del processo di integrazione dei popoli in corso che produrrà la nuova Europa. Essa tornerà ad esser primario Attore globale, non solo sotto il profilo economico. Ma si tratterà di un’Europa diversa dalla nostra, non necessariamente peggiore e culturalmente inferiore, ma che certamente io non vedrò.

sabato 14 novembre 2009

L’Apparenza

L’Apparenza è un tema assai caro a Milan Kundera, ma più ancora è una delle icone della nostra epoca effimera: nessuno vi ride - direbbe André Suarès - perchè tutti vi recitano.
Nell’apparire si ritrovano tutte le qualità della farsa: il carattere popolare, la comicità buffonesca, le azioni veloci ricche di intrighi, equivoci e colpi di scena fugaci. Ma, soprattutto, l’incosapevolezza di essere l’intermezzo di spettacoli seri.
Basta osservare il cast. Spicca il professionista insopportabile, il travet trafelato, il sedicente distinto-distaccato, l’uomo vissuto, le estasiate professioniste della posa, il gaudente che stoicamente gusta un pezzo di polistirolo scambiato per cioccolato bianco, l’ardito settantenne che si esibisce alle percussioni, l’elemosiniere del regalo, la signora sfiorita che si rifà con il toupet.
È senza dubbio una farsa, una mera finzione. Tuttavia, se riusciamo a vederla per quello che è non dovremmo mai opporci alle sue tendenze: nessuno può avere un'idea corretta su ciò che non ha alcun valore intrinseco. L'importante è il buon senso, il mantenere un equilibrio tra palco e realtà.
E allora, viva la leggerezza (riecco Kundera), purchè non decada nella banalità: il superficiale è bello, se di qualità!
Il dramma si verifica quando i replicanti piu che a Kundera si ispirano (solo nel titolo, beninteso) ad Hugo.

domenica 1 novembre 2009

Il Rispetto

Sono ormai trascorsi molti mesi dall’epilogo della vicenda di Eluana Englaro, la bella ragazza costretta a 17 anni di stato vegetativo, a causa di un incidente d’auto.
Memorabile la tenacia del Papà Beppino che voleva interrompere l’artifizio di una vita che vita non era, contrastato dalla schiera di soloni che tutto sanno e ogni cosa dispongono, sulla pelle degli altri.
Ora il signor Englaro ha pubblicato un libro (“La vita senza limiti”) che ripercorre l’intera vicenda, a partire dall’incidente e fino all’atteso e conteso epilogo, attraversando il tormento di un Uomo solo (anche Saturna, la Mamma di Eluana, è ammalata e non è in grado di comprendere) sottoposto ad indicibile sofferenza, aggravata dalle pressioni “istituzionali” che per ragioni nobili, ma spesso assai poco nobili, si opponevano fortemente a che terminasse l’artifizio.
Pochi intravedevano e si preoccupavano della sofferenza profonda di un Uomo solo di fronte alla morte della propria Figlia. Ora, attraverso il suo libro, egli ha deciso di render pubblico e ricordare il proprio dolore.
“Per darle l’ultimo saluto volevo esser solo... Guardavo inebetito mia figlia, sola, al centro di una stanza troppo grande... e pensavo: se solo voi sapeste cosa signifaca dover attendere la morte e desiderarla come il minore dei mali non avreste inflitto ad Eluana lo strazio di tutti quei giorni in un letto, in balia degli altri.... Nel silenzio, ad un tratto ho riconosciuto la mia voce: addio Stellina mia, riposa in pace....”
John Osborne, nel suo “Look back in anger” fa dire a Jimmy Porter: “chi non si è visto morire un uomo tra le braccia soffre di un grave caso di verginità”. Ebbene, l’Italia, evidemente troppo presa da storie di donnine e trans, vive ancora uno stato di “innocenza” che non le consente di vedere, comprendere e rispettare il valore della Vita e la sofferenza dell’Uomo.